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Foto di Štefan Štefan?ík su Unsplash
Foto di Štefan Štefan?ík su Unsplash 
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Come riuscire a perdonare un ex che ti ha ferito

È giusto perdonare chi ci ha tradito, ci ha umiliato o se ne è andato senza offrire nessuna spiegazione? La storia di Camilla e i consigli della psicoterapeuta per capire quale sia il percorso migliore da seguire per superare quello che ci ha fatto male e predisporsi positivamente a una nuova relazione

4 minuti di lettura

Le relazioni possono finire in tanti modi e quando non si è di comune accordo, spesso ci si sente confusi, arrabbiati e pieni di risentimenti. Perché magari si è stati ghostati, lasciati in modo crudele senza spiegazioni da un momento all’altro. O perché c’è stata un’infedeltà vissuta come un trauma. Tra bugie e anche abusi narcisistici, l’elenco è lungo, ma il finale è spesso sempre lo stesso: si rimane impantanati nel dolore e nella rabbia senza riuscire ad uscirne. Il perdono sembra un atto impossibile eppure può rivelarsi salvifico non tanto per l’ex quanto per la nostra salute mentale.

Camilla ha vissuto questa esperienza. Ecco il suo racconto.

“Dopo 4 anni il mio uomo mi ha lasciato. Non mi ha più risposto al telefono ed è scomparso. Sono passati sei mesi e ancora non so perché sia finita. Ultimamente le cose non andavano bene tra noi, non ero felice neanche io, ma quello che mi ha atterrito è stato il suo comportamento: scappare invece di chiarirsi con me. Niente rispetto, considerazione e affetto: l'ho vissuta come una violenza. Ha fatto lo gnorri anche sui soldi che gli avevo prestato e che aveva giurato mi avrebbe ridato, lasciandomi in una situazione difficile. Non ho mai pianto per quanta rabbia avevo in corpo. Ultimamente sto meglio, fortunatamente, perché ho capito che in fondo mi ha liberato da una storia che non funzionava ma da cui io non riuscivo a staccarmi. Però perdonarlo proprio no, non ci riesco, anche se so che potrebbe essere l’ultimo passo per voltare pagina una volta per tutte".

Ma è giusto perdonare? Fa davvero bene a chi riesce a farlo? E come ci si arriva? Ne abbiamo parlato con Stefania Lambiase, psicologa, psicoterapeuta e sessuologa.

È possibile perdonare sul serio un ex che ci ha fatto male?

“Non sempre e non tutti riescono a perdonare, ma può accadere, anche se non è una risposta né semplice né immediata a una relazione che ci ha fatto soffrire o arrabbiare. A volte risulta molto difficile, ma in ogni caso il tempo tende ad aiutare: i ricordi dolorosi diventano meno intensi e anche le emozioni si attenuano e cambiano, assumendo sfumature diverse. Il perdono non significa necessariamente riprendere i rapporti con l’ex, né tanto meno assolverlo dalle sue responsabilità: sono cose differenti e non vanno confuse. La riconciliazione può avvenire a livello interiore con noi stessi e con le emozioni che abbiamo provato nei riguardi dell’altro”.

In che modo il tempo gioca a favore del perdono?
“Perdonare è un processo, richiede un tempo fisiologico per essere elaborato. Non si può forzare. Spesso non è un percorso lineare, ma comporta un’alternanza di emozioni e vissuti. Ha solitamente a che fare con una separazione, con il lasciar andare, quindi è legato anche all’elaborazione di un lutto, inteso come perdita di una relazione o dell’immagine dell’altro o di sé stessi. Il tempo aiuta a vedere la relazione anche a debita distanza e a prendere in considerazione gli aspetti positivi che ci sono stati. Se siamo stati in coppia con una persona, indubbiamente c’è stato uno scambio, sicuramente nella relazione abbiamo nutrito una parte di noi, in modo funzionale o disfunzionale, ma quella storia in quel momento della nostra vita ha avuto una funzione, un significato, per noi”.

Perché non è facile perdonare?
“È difficile perdonare perché non è semplice né immediato “spegnere” le emozioni a comando come un interruttore. Per questo richiede tempo: elaborazione, consapevolezza, messa in discussione di sé stessi, disposizione a poter ridistribuire le responsabilità e comprendere in che modo si può essere stati fautori o corresponsabili di ciò che è accaduto. Si può riflettere in merito a ciò che è successo nella relazione chiedendosi: “In che modo ho permesso che ciò accadesse?”, “Cosa ho fatto o cosa non fatto?”, “Cosa avrei potuto/dovuto fare?”. La riflessione che ne consegue può far emergere un senso di consapevolezza personale, che talvolta può celare la difficoltà ad accettare un altro tipo di perdono: quello verso sé stessi, per tanti motivi, come l’essere rimasti spettatori piuttosto che agenti attivi nella relazione. Oppure per aver permesso o sopportato qualcosa che non rispettasse il proprio punto di vista e benessere”.

È veramente necessario perdonare?

“Diciamo che è opportuno e auspicabile riuscire a perdonare in tutte quelle situazioni in cui sentiamo che siamo ancora legati emotivamente a quella persona e non riusciamo ad andare avanti. Rimuginiamo. Il pensiero va sempre lì. La rabbia o il risentimento solitamente associati sono emozioni che mantengono il legame, anche se in modo negativo. A quel punto il perdono può essere una possibilità per riprendere in mano la propria vita, ricominciare ad avvicinarsi a un nuovo partner con maggiore apertura o fiducia, visto che dopo un’esperienza negativa solitamente rimane la paura di soffrire nuovamente e si perdono occasioni relazionali che invece possono rivelarsi gratificanti. Altro rischio è quello di far scontare a un nuovo partner i dissapori legati alla storia precedente e quindi di non entrare in relazione con l’altro e di non vederlo per quello che è, perché appesantiti e influenzati da un bagaglio di ricordi ed emozioni legati al passato”.

Perdonare comporta molti e diversi benefici. Quali sono?
“Il perdono ci libera dalla presenza intrusiva dell’altro. Ci fa ritornare su noi stessi, sull’attenzione rispetto ai nostri desideri, ci aiuta a riprendere le fila della nostra vita. Accogliere ciò che è accaduto può essere l'occasione per trarre insegnamento dall’esperienza, rispetto a ciò che vogliamo e ciò che invece vogliamo evitare.

In molte situazioni in psicoterapia, le persone non hanno bisogno solo di perdonare l’altro, ma in prima di tutto sé stessi, per ciò che hanno o non hanno fatto in quella relazione e per ciò che hanno permesso. Questa è una forma davvero coraggiosa di perdono perché fonde insieme consapevolezza, responsabilità, corresponsabilità, sforzo di guardarsi dentro e riconoscere i propri errori o le proprie carenze.

Il perdono può essere davvero una bella occasione per acquisire maggiore coscienza di noi e dell’altro, riprendere in mano la propria vita e rimanere coraggiosamente presenti a sé stessi. Così si possono affrontare le situazioni senza rimanere imbrigliati in relazioni precedenti, sperimentando con curiosità ciò che la vita ci presenta e cercando quel nutrimento di cui abbiamo bisogno e che ci meritiamo”.

Come si fa a perdonare: qual è il tipo di percorso da compiere?
“Bisogna cercare di comprendere cosa è accaduto, le dinamiche della relazione, le responsabilità di entrambi. Questo aiuta a riscontrare anche se ci sono modalità che si ripetono nelle proprie relazioni. Poi bisogna lasciar emergere le emozioni e ascoltarle, non cercare di scacciarle velocemente. Vanno accolte. Se lo si fa, le emozioni possono cambiare ed evolversi. È fondamentale prendersi del tempo per sé e per coccolarsi, e usarlo anche per capire cosa si vuole da una relazione e cosa non si vorrebbe ripetere”.