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Gucci a Seul omaggia i giovani sudcoreani

Un momento della sfilata a Seul
Un momento della sfilata a Seul 
ll brand sfila nel palazzo di Gyeongbokgung, di cui supporta il restauro, e mixa il proprio dna allo stile del luogo
2 minuti di lettura

La caratteristica principale delle collezioni crociera di oggi - quelle a cavallo tra inverno ed estate, vendute a fine autunno - è che il punto di partenza creativo non sono tanto i vestiti, quanto il luogo dove vengono presentati. La corsa allo show più spettacolare e alla location più esotica ha fatto sì che, anche per ragioni organizzative, la destinazione venga molto prima dei capi di sfilata. Il meccanismo è ben collaudato, ed è alla base anche della linea cruise 2024 di Gucci, ispirata a usi e costumi dei giovani sud-coreani e presentata martedì sera a Seul, nel cortile interno dello splendido Palazzo di Gyeongbokgung, un edificio del 1394.
Va però aggiunto che la decisione del brand di sfilare in Corea del Sud nasce anche da una situazione particolare. In origine l'evento avrebbe infatti dovuto tenersi lo scorso primo novembre, e in passerella ci sarebbe dovuta andare la collezione presentata a maggio 2022 a Castel Del Monte. Scopo dello show, consolidare la presenza del marchio nel mercato locale, oggi uno dei più influenti in materia di gusti e consumi di moda. Ma tre giorni prima del défilé, il 29 ottobre, a Itaewon, il quartiere della vita notturna della città, 156 persone sono morte schiacciate dalla calca accorsa per festeggiare Halloween: il Paese è rimasto annichilito dalla tragedia e tutti gli eventi in programma sono stati cancellati. Gucci ovviamente ha subito sospeso il progetto, confermando però l'impegno a supportare per tre anni il restauro del Palazzo di Gyeongbokgung. Questa sfilata rappresenta dunque più un modo per riprendere il discorso là dove era stato lasciato sei mesi fa, che una scelta puramente stilistica o a effetto.

Abito giallo con illustrazione pop
Abito giallo con illustrazione pop  


Nel frattempo, però, le cose da Gucci sono drasticamente cambiate. A fine novembre Alessandro Michele ha lasciato la guida creativa del brand; a lui è subentrato Sabato De Sarno, il cui debutto sarà solo il prossimo settembre, a Milano. Questi mesi rappresentano perciò più una fase di interregno, durante la quale l'ufficio stile ha avuto il non semplice compito di traghettare il marchio dall'estetica di Michele, estremamente riconoscibile, verso quella che sarà la visione di De Sarno. E di realizzare la transazione senza cali nei fatturati e senza allontanarsi da ciò che i consumatori vedono e cercano nel brand. La collezione vista a Seul perciò, prima ancora che una riflessione sulla moda dei nostri tempi, è espressione del momento di incertezza che il brand sta attraversando. Ecco perché i look in passerella appaiono tanto ondivaghi. Nelle note alla sfilata si parla di una commistione tra il dna del marchio e il modo di vestire dei sudcoreani, il popolo più alla moda di oggi. Questo si traduce in una sequenza senza ordine apparente di lunghi paltò di raso, completi xxl da skater con tavole coordinate, look neo-goth, tailleur bouclé, insiemi minimal e sexy alla Tom Ford. Ci sono le illustrazioni pop, le valanghe di loghi, i dettagli ripresi dall'hanbok, l'abito tradizionale coreano.

Rosa il soprabito in raso
Rosa il soprabito in raso 

La scelta di fondere tanti spunti e riferimenti in una sola collezione finisce anche per attenuare quella contrapposizione tra la sensibilità del brand e quella coreana su cui, in teoria, si basa la collezione. Un peccato, perché questo contrasto è evidente più che mai intorno alla passerella: ne sono un ottimo esempio i grattacieli futuribili che fanno da sfondo alle architetture vecchie 600 anni del Palazzo, e la folla di fan in attesa delle celebrità invitate allo show che si mescolano ai sindacalisti, scesi in piazza contro l'innalzamento delle ore lavorative settimanali voluto dal Governo.