Il freddo è uno dei trend più hot del momento. Stando ai dati di Allied Market Research, il giro d’affari che genera nel wellness arriverà a 392 milioni di dollari entro la fine del decennio. Quasi un raddoppio rispetto ai 213 milioni del 2020. La verità è che abbiamo appena iniziato a riscoprire un alleato, dimenticato, della nostra specie. «Esporsi al freddo, in qualsiasi forma, migliora la nostra salute», conferma da Copenhagen Susanna Søberg, ricercatrice metabolica e autrice di Winter Swimming: the Nordic Way Towards a Healthier and Happier Life (Quercus Publishing), una guida che esplora scientificamente i benefici di un’antica tradizione. Già Pitagora e Ippocrate sostenevano l’importanza di bagni freddi, ma è stato l’abate Sebastian Kneipp, inventore dell’idroterapia, a codificarne a metà Ottocento i protocolli che hanno aperto la strada alla crioterapia.
Solo recentemente la scienza ha svelato i vantaggi dell’acqua sotto i 15 gradi
«Quando ci immergiamo in vasche fredde, il nostro corpo vive un micro-shock termico che innesca una serie di meccanismi biochimici e fisiologici che, a loro volta, impattano positivamente sul sistema circolatorio, metabolico, respiratorio e immunitario», spiega Søberg. A contatto con le basse temperature, infatti, i recettori della pelle inviano segnali al cervello che accelera l’attività metabolica a livello dei mitocondri, le “fabbriche di energia” delle cellule. Oltre a migliorare l’ossigenazione del sangue e a farci sentire più vigili, questa dinamica stimola la risposta immunitaria. E non è tutto. «Brevi momenti di stress controllato come un bagno freddo della durata di due o tre minuti», aggiunge l’esperta, «attivano il grasso sano, quello definito bruno o marrone, che ci riscalda, bruciando glucosio e lipidi nel sangue».
Per i meno temerari ci sono le opzioni soft, piccole variazioni sul tema. «Possiamo esporci al freddo sedendoci vestiti davanti a una finestra aperta per mezz’ora o fare un pediluvio di acqua fredda dieci minuti ogni sera». Recuperare familiarità con quel freddo, che in genere cerchiamo di evitare, può avere un effetto positivo anche sul nostro benessere mentale. «Sì, perché esponendoci all’aria a basse temperature, facendo respiri calmi e profondi, ci alleniamo ad affrontare lo stress “a piccole dosi”, una competenza biologica utile nella vita di tutti i giorni», assicura Søberg.
L’ha dimostrato Wim Hof, l’iceman olandese recente protagonista (insieme a otto celeb) del reality in onda sulla Bbc, Freeze the Fear. Dopo il suicidio della moglie, lo sportivo ha utilizzato bagni nell’acqua gelata come una forma di terapia. Un “metodo” che, in pochi anni, ha conquistato adepti come Madonna, Lady Gaga, Ariana Grande, Harry Styles, l’immancabile Gwyneth Paltrow e l’imprenditore Jack Dorsey.
Adesso, certifica il Financial Times, il trend dei bagni ghiacciati prende quota con l’avvento di oggetti di design. Si tratta di tecnologiche vasche da ice bath – con prezzi dai sei ai ventimila euro – come Monk, Dreampod, Renu e Morozko Forge, che abbassano senza fatica la temperatura dell’acqua. L’alternativa, per chi ha voglia di sperimentare, sono le cryo chambers: stanze, cabine o tinozze ad azoto vaporizzato che raffreddano l’aria fino a raggiungere, in casi estremi, i –140° C per portare, in due/tre minuti, la temperatura del corpo a un passo dallo zero. Usate inizialmente dagli sportivi professionisti per accorciare i tempi di recupero, migliorare le performance, ridurre stress e infiammazioni, le cryo chambers si sono diffuse in molte spa e città italiane.
L'uso del freddo in dermatologia: come funziona
Anche in dermatologia il freddo, utilizzato tradizionalmente a livello topico sotto forma di azoto liquido per trattare verruche e macchie solari, è tornato centrale. «Se ne parla sempre di più ai convegni di medicina estetica», conferma la dottoressa Marta Brumana, responsabile di dermatologia all’Humanitas San Pio X di Milano. «Il freddo è un alleato poliedrico in quanto diminuisce l’edema, minimizza l’aspetto dei pori, riduce il rossore cutaneo, uniforma l’incarnato e dona un aspetto più fresco alla pelle, a ogni età». Ma in che modo il freddo “funziona” sulla nostra pelle? «L’effetto principale è la vasocostrizione che toglie il gonfiore, tonifica il volto e lo fa apparire radioso. Anche se i risultati sono temporanei, risciacquare il viso con tanta acqua fredda al mattino migliora il suo aspetto». Infatti, la cosmetica non sta a guardare: Charlotte Tilbury firma maschere in silicone da mettere in frigorifero e Anne Semonin propone un siero sotto forma di cubetti di ghiaccio che migliora l’efficacia degli attivi. E, se TikTok propone un’alternativa fai-da-te da preparare con aloe o tè verde, negli Stati Uniti è già arrivato il Frotox (neologismo nato dall’unione di frozen e botox), crioterapia per il viso che abbassa gradualmente la temperatura del volto a sette gradi. Perché il freddo, in definitiva, va utilizzato con preacauzione. «Il ghiaccio non deve mai essere appoggiato direttamente sulla pelle che va protetta con uno strato di tessuto per evitarne la disidratazione». Un fenomeno, quest’ultimo, da tenere sotto controllo anche in inverno perché è un meccanismo fisiologico che si verifica spesso per compensare gli sbalzi di temperatura nel passaggio dai luoghi aperti a quelli chiusi.