«Sfrattati dalla Corte dopo aver investito in giovani e lavoro»
Non a tutti va il cambio d’uso dell’ex caserma. Gianluca Cimmino: «Era meglio investire i soldi in start up»

SPILIMBERGO. Come ogni novità, la cittadella della salute in Corte Europa fa discutere. E, come sempre succede, il progetto dell’amministrazione comunale di Spilimbergo e dell’Azienda sanitaria di fare dell’ex caserma Bevilacqua un polo sanitario, divide la città in favorevili e contrari.
Da sottolineare che Corte Europa, che già ospita il Centro per l’impiego, a breve accoglierà anche il Progetto giovani.
Una storia singolare, quella di Corte Europa, rilevata dal Comune di Spilimbergo nel 1998 e convertita da struttura militare a produttiva grazie al programma comunitario Konver. Fu così che l’ex caserma Bevilacqua, con una ristrutturazione costata 14 miliardi di lire, divenne Corte Europa e un “incubatore di imprese”, con uffici e laboratori.
Una rivoluzione, quella che riguarda la destinazione d’uso dei locali, che ha creato sconcerto soprattutto in coloro che, resistendo alla crisi e credendoci fino in fondo, in Corte Europa hanno ancora la loro attività.
E’ il caso di Gianluca Cimmino, ingegnere spilimberghese, contitolare dello studio Rpm, realtà operante nel settore dei servizi all’industria, specializzata nella progettazione meccanica, nelle simulazioni Fem e nell’industrializzazione del prodotto, con sede, appunto, nell’ex presidio militare.
L'idea che si investano 800 mila euro per riadattare Corte Europa ad altro uso, all’imprenditore mosaicista non piace: «Ufficio più, ufficio meno – afferma –, in Corte Europa possono insediarsi una quindicina di nuove aziende. Se 800 mila euro per creare un qualcosa che esiste già, nella palazzina che oggi accoglie all’Utap, nel complesso dell'ospedale di Spilimbergo, si suddividessero come bonus per delle start up, forse si genererebbero nell’ordine innovazione e posti di lavoro».
«Qualcuno dirà che i soldi sono del settore sanità e non del settore industria – continua Cimmino –. Rispondo che i soldi sono dei contribuenti, e secondo me non vanno spesi per fare doppioni. In compenso, si porta il Progetto giovani in Corte Europa. Giovani che – afferma ironicamente –, non avranno un futuro professionale se non nel settore sanitario, a quanto pare».
«Dispiace poi constatare che certe decisioni, noi addetti ai lavori che in Corte Europa abbiamo le nostre attività, si apprendano dalla stampa – evidenzia –, senza esserne nemmeno direttamente informati. Mi chiedo – conclude l’imprenditore –, se sindaco e amministrazione abbiano mai davvero creduto nelle potenzialità di Corte Europa quale incubatore di imprese. Senza dimenticare che proprio Corte Europa è stata inseirita fra i beni cedibili dal Comune nel caso in cui si trovi a dover far fronte alla cause pendenti che lo riguardano».
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