«Illecito smaltimento»: esposto sulla Mistral
Spilimbergo, nel mirino le attività aziendali. Chiamati in causa i carabinieri per la tutela della salute
SPILIMBERGO. La Mistral di Spilimbergo balza nuovamente agli onori delle cronache. E non per attività di controllo che richiedono l’intervento del nucleo specialistico Nbcr dei vigili del fuoco, come avvenuto di recente, ma per una precisa accusa contenuta in esposto presentato da un cittadino e inviato per conoscenza ai media.
L’accusa è di smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. A denunciarlo, con un esposto depositato alla Procura della Repubblica di Pordenone e al Comando dei carabinieri per la tutela della salute è Andrea Carrari. Nel mirino gli amministratori della società Mistral srl, proprietari dell'impianto di recupero energetico da rifiuti ospedalieri nella zona industriale del Cosa.
Secondo Carrari, avrebbero organizzato (in questi casi, il condizionale è d’obbligo) «uno smaltimento illecito di rifiuti pericolosi» mediante il «recupero delle scorie provenienti dal forno inceneritore». In pratica, si legge nell’esposto, «il rifiuto, denominato ceneri pesanti, e le scorie con un valore di Toc (è il carbonio organico totale, ndr) superiore al 12 per cento, una percentuale oltre il 9 per cento di prodotti incombusti e un contenuto in metalli ferrosi recuperabili di un 10 per cento massimo», vengono «inviate a recupero anziché essere inviate a impianti di trattamento autorizzati».
Una spiegazione che, al di là dei tecnicismi, si configurerebbe come un preciso atto d’accusa ai vertici dell’azienda a non eseguire un adeguato trattamento con calce viva in adeguati reattori degli incombusti, come prevederebbe la normativa. Materiale che, secondo l’esposto (45-50 euro per ogni tonnellata di rifiuto) Mistral invierebbe agli impianti di recupero gestiti dal Consorzio Cerea, a Cerea, in provincia di Verona e alla Rbm di Polpenazze del Garda, in provincia di Brescia. Questi rifiuti, «vengono successivamente inviati, mescolati con altri in cementeria, a sottofondi stradali o a copertura di discarica con un codice non pericoloso» si sottolinea nell’esposto, secondo cui verrebbero attuate «delle situazioni dove tutto è formalmente corretto, anche tecnicamente, ma di fatto il rifiuto viene declassificato senza alcun tipo di trattamento e inviato al recupero miscelati con altri rifiuti». Da qui la richiesta alle autorità preposte di verificare la presenza di eventuali illeciti.
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