Pordenone, sgominata la “banda della flex”: tre arresti
Sono accusati di numerosi furti compiuti in abitazioni non solo della Destra Tagliamento, ma anche in Veneto

PORDENONE. I carabinieri della compagnia di Portogruaro hanno arrestato i tre componenti della “banda della flex”. Sono accusati di numerosi furti compiuti in abitazioni delle province di Pordenone, Belluno, Treviso, Vicenza e Venezia.
I tre arrestati sono sinti: si tratta di Daniele Gerbino, 33 anni, Mirko Lebbiati, di 27, e Roberto Negro, di 22. Tutto era cominciato a inizio 2015 quando ai carabinieri della compagnia di Portogruaro era giunta una serie di denunce per furti in casa.
La “banda della flex” aveva colpito in particolare tra Portogruaro e San Michele al Tagliamento. I militari hanno perciò avviato una minuziosa attività investigativa (fatta di testimonianze, incrocio dei dati delle telecamere di controllo installate in diversi comuni del Veneto e del Friuli, analisi di reati con simile “modus operandi” a livello interregionale), riuscendo a individuare i presunti autori.
Si tratta di tre sinti provenienti dalla provincia di Asti che dimoravano per brevi periodi in alcune località del Nord Italia.
Negli ultimi giorni i tre, con i loro familiari, stavano trascorrendo “ufficialmente” un periodo di vacanze a Jesolo, ma di fatto, dal tardo pomeriggio di quasi tutti i giorni, a bordo di una auto “pulita”, su cui applicavano targhe clonate, venivano caricati i necessari arnesi allo scasso, come flessibili portatili ed elettrici, scanner per intercettare le frequenze delle radio delle forze dell’ordine e quant’altro.
Quindi la banda si spostava da Jesolo sconfinando nelle altre province della regione. Nelle località in cui si muovevano si registravano sempre almeno due o tre furti ai danni di abitazioni. I carabinieri sono entrati in azione dopo l’ennesimo colpo, compiuto stavolta a Chiarano.
I carabinieri di Portogruaro e San Donà hanno bloccato l’auto. All’interno sono stati trovati arnesi da scasso, radio-scanner, sottocaschi, guanti, torce, flessibili e smerigliatrici.
Le perquisizioni domiciliari hanno permesso poi di recuperare altri arnesi da scasso, due moto di grossa cilindrata, una seconda autovettura, 25 targhe di moto e auto clonate, 6 mila euro, 1.500 dollari Usa e 1.700 franchi svizzeri, svariati monili e preziosi d’oro e argento.
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