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Terrore fra i tavoli del ristorante cinese

Pordenone, urla e brandisce una mannaia all’ora di pranzo tra 200 persone lungo viale Venezia accanto all’Interspar. Bloccato dal personale e affidato alla polizia. Arrestato per tentata rapina

2 minuti di lettura

PORDENONE. Arrestato per tentata rapina a mano armata. E dovrà rispondere anche di porto abusivo d’arma e di furto.

Momenti di paura, ieri, nel ristorante Wok Sushi di via Benedetto Marcello, affollatissimo all’ora di pranzo, in una tranquilla domenica prenatalizia, in mezzo a famiglie con bambini al seguito.

Nel locale, collocato a fianco del supermercato Interspar lungo viale Venezia, si trovavano almeno 200 persone.

In carcere è finito il 42enne Tianzeng Zheng, cittadino cinese con regolare permesso di soggiorno, residente da tempo a Pordenone.

Ieri si è presentato al ristorante Wok Sushi, dove aveva lavorato fino a due settimane fa. Voleva ancora una volta mangiare gratis, a scrocco, come faceva ormai abitualmente.

Il rapporto di lavoro si era interrotto alla scadenza del contratto a tempo determinato, che non era stato rinnovato. Ieri ha anche chiesto al titolare e agli ex colleghi dei soldi per le sigarette, infine, è andato dietro il bancone per prepararsi un caffè espresso.

Erano le 13 quando il titolare Xiaodong Hu, esasperato, è intervenuto per opporsi alle pretese dell’ex dipendente e a quel punto è accaduto l’impensabile. Zheng, si è prima messo a battere i pugni sul bancone della zona bar-caffetteria e a sbraitare.

Poi, mentre il titolare provava a ricondurlo alla calma cercando di trattenerlo per le braccia, ha estratto dalla cinta dei pantaloni una mannaia, tenuta nascosta nel giubbotto: l’aveva rubata una settimana prima, nella cucina dello stesso ristorante.

Ha cominciato ad agitare il micidiale strumento da taglio in aria, minacciando Xiaodong Hu, sotto gli occhi di diversi clienti.

Il titolare, comprensibilmente atterrito, non ha desistito dal tentativo di tranquillizzare l’aggressore, pur ritraendosi per evitare di trovarsi nella traiettoria dell’arma impugnata da Zheng, che menava fendenti nell’aria, mentre la figlia dell’esercente chiamava la polizia.

Xiaodong è stato supportato da un cameriere nel tentativo di bloccare il 42enne, e in aiuto sono arrivati anche un cuoco e un altro cameriere: sono riusciti a fargli mollare il coltello, buttando Zheng a terra, e a spingere l’arma in disparte, in modo da evitare che si trovasse di nuovo a portata di mano del malintenzionato.

Infine, l’aggressore è stato immobilizzato e portato all’esterno del ristorante dove nel frattempo è sopraggiunta una pattuglia delle Volanti: gli agenti hanno visto i tre dipendenti che tenevano ancora immobilizzato Tianzeng e il titolare ha spiegato agli agenti quello che era appena successo.

All’arrivo della polizia, Zheng sembrava essersi del tutto ammansito. É rimasto in silenzio e non ha opposto alcuna resistenza quando gli agenti lo hanno fatto salire in auto per accompagnarlo in Questura.

Il coltello “spaccaossa”, della lunghezza di 32 centimetri, è stato sequestrato e nell’ambito degli accertamenti è subito scattato l’esame dei video di sorveglianza interni del locale, che hanno ripreso la scena dell’aggressione.

Un raptus di follia o l’uso della mannaia era stato premeditato dal 42enne cinese? Vero è che l’uomo aveva rubato il coltello in cucina una settimana fa e lo portava nel giubbotto.

Era dunque deciso ad usarlo per una semplice “azione dimostrativa”, per brandirla con intenti meramente intimidatori o sarebbe stato pronto a fare del male a qualcuno dei presenti nel ristorante? Già oggi potrebbe essere fissato l’interrogatorio da parte del sostituto procuratore, Pier Umberto Vallerin.

L’arrestato è stato portato ieri in carcere dopo i primi accertamenti in Questura dove sono stati sentiti nel corso del pomeriggio diversi testimoni e dove ha reso la sua deposizione il titolare Xiaodong Hu.

Nel ristorante, come detto, si sono vissuti momenti di paura anche tra i clienti. Fortunatamente, però, la zona del locale vicino al bancone e zona caffetteria in cui Zheng ha estratto la mannaia (vicino all’ingresso) è “schermata” da un’enorme scultura, da paraventi e da una pianta.

Così, solo una parte degli avventori si è accorta di quello che stava accadendo. Ma la paura, comprensibilmente, è stata tanta.

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