Ecco il nuovo Policlinico di Pordenone
Sarà finito prima del “cugino” maggiore, nel 2020. Viaggio nel cantiere della clinica del futuro: ecco cos’abbiamo trovato

PORDENONE. Stanze più ampie delle indicazioni di legge, vetrate con panorama sulla città, tanta luce e colori tenui: sono le camere di degenza del nuovo Policlinico San Giorgio dove, tre anni fa, sono cominciati i lavori di riqualificazione.
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Non un semplice maquillage, ma un intervento strutturale destinato a cambiare radicalmente la struttura sanitaria, che lo scorso anno ha festeggiato i 50 anni di attività, che arriverà al traguardo prima della costruzione del nuovo ospedale cittadino. Attenzione particolare alla degenza e ai pazienti.
Il viaggio. Comincia dalla facciata dell’edificio storico, quella che risente di più della nuova impostazione e che, una volta conclusi i lavori, darà la misura dell’intervento. «Per ragioni di sicurezza – ha detto il presidente Maurizio Sist – abbiamo eliminato i terrazzini e questo ci ha consentito di recuperare circa un metro e mezzo di spazi in più per le camere».
La facciata sarà caratterizzata da grandi finestre invece dei terrazzini di un tempo. Si notano anche i segni dell'intervento di adeguamento antisismico: «Non è previsto dalla legge – ha proseguito Sist – ma, poiché avevamo deciso di procedere a un intervento di riqualificazione abbiamo deciso di adeguarci per una ragione di sicurezza». Per rafforzare la struttura sono stati previste e posizionate circa 300 colonne in cemento armato, che sono posate sul terreno a circa 25 metri di profondità.
Nell’ambito di questa sistemazione antisismica, sull’altro lato dell’edificio è già stata realizzata una nuova costruzione, che serve da contrafforte e dove sono state ricavate delle scale di emergenza. La facciata cambierà rispetto a quello che siamo stati abituati a vedere non solo per l’eliminazione dei terrazzini: «Pensiamo a un gioco cromatico – ha precisato Sist – e a una illuminazione notturna delle colonne». Dopo la facciata si procederà sulla parti laterali dell'edificio.
I piani. Si va avanti un anno per piano perché l’attività sanitaria deve essere garantita e non può essere interrotta. «Abbiamo deciso di cominciare dai piani dell'ospitalità dei pazienti perché abbiamo pensato prima al loro benessere. Poi procederemo con la parte relativa agli ambulatori». Il via è stato dato al quinto piano che è servito da “cavia” per tutti gli altri interventi e dove ora c'è il dipartimento di medicina.
Le camere. È la parte più importante di un ospedale. L’eliminazione dei terrazzini ha consentito di ricavare camere con bagno di 28 metri quadrati, più grandi degli standard sanitari. Colpiscono le grandi vetrate sul panorama di Pordenone e che fanno entrare tanta luce.
Ogni camera è fornita di televisore a schermo piatto e ogni paziente ha un proprio armadio con una piccola cassaforte. Il tavolo per il pranzo è retrattile e consente, se non lo si utilizza, di avere più spazio. Il bagno è attrezzato anche per i disabili, la luce si accende automaticamente e la porta si apre nelle due direzioni.
È stata fatta anche una scelta cromatica: ogni reparto ha un colore e, all'interno degli stessi, pareti e mobili hanno diverse tonalità. Attenzione è stata prestata anche a garantire la quiete: le pareti hanno pannelli fonoassorbenti e così le porte. Se un paziente suona il campanello lo sentono solo gli infermieri nei loro spazi, mentre ogni camera è dotata di un interfono così che il personale sanitario può dialogare da una stanza all’altra senza disturbare.
I lavori. Sono cominciati al quinto piano e sono proseguiti al quarto. Adesso è la volta del terzo: il cantiere è aperto. «In questo momento – ha spiegato Sist – si sta procedendo alle bonifiche, operazioni lunghe e che comportano una spesa di alcune decine di migliaia di euro». Bonifica che riguarda la colla con cui erano state posizionate le piastrelle che potrebbe contenere amianto. Sono impegnate due imprese locali a cui si aggiunge quella che ha fornito è posato le colonne in calcestruzzo. Terminato questo piano si passerà alle parti ambulatoriali.
L’investimento. Nessun contributo pubblico per il Policlinico che ha fatto tutto da sé: negli ultimi 20 anni gli amministratori hanno accantonato a ogni bilancio circa l'80 per cento in vista dei lavori di ristrutturazione. Il percorso è ancora lungo: i lavori sono cominciati tre anni fa e la previsione è di concluderli tra quattro anni. Solo allora si avrà il nuovo Policlinico completato sia esternamente che internamente.
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