Imposte omesse, imprenditore assolto
Cordovado, il presidente della Poolmeccanica Lorenzon a giudizio per non aver versato 260 mila euro di ritenute. Il giudice: nessun dolo

CORDOVADO. Assolto con formula piena dall’accusa di omesso versamento delle ritenute certificate (260 mila euro) risalente al 2011. Ha potuto uscire a testa alta dal processo, al termine di un’udienza nella quale non sono mancati momenti di commozione, il 53enne imprenditore di Cordovado Diego Lorenzon, presidente della Poolmeccanica di San Michele al Tagliamento.
L’azienda, in ripresa dopo un periodo di difficoltà correlate alla crisi economica internazionale, è specializzata nelle realizzazione di strutture meccaniche, impianti, costruzioni navali e ha fornito opere per il canale di Panama, il Mose o per installazioni ultrasofisticate come i telescopi più grandi del mondo, quelli utilizzati per scrutare il cosmo nel deserto di Atacama in Cile.
La vicenda di Lorenzon è comune a tanti imprenditori friulani e veneti che in questi anni sono stati in grado di reagire alla crisi senza fare ricorso alla scappatoia dei licenziamenti e nonostante le ulteriori difficoltà causate dai ritardi nei pagamenti da parte degli enti pubblici e dalla mancanza di supporto da parte degli istituti di credito.
Assistito dagli avvocati Giovanni Moschetti del Foro di Padova e Paolo Dell’Agnolo del Foro di Pordenone, Lorenzon ha preso la parola per delle dichiarazioni spontanee, a conclusione della fase istruttoria. «Portare i libri in tribunale, chiedere il concordato o magari trasferirmi?
No, abbiamo preferito tenere duro – ha affermato Lorenzon –. Abbiamo investito tutto quello che avevamo nell’azienda, nei macchinari. Abbiamo pagato oltre 6 milioni di euro di tasse negli ultimi anni e la Guardia di Finanza non ha trovato nulla che non andasse nella mia azienda. Intanto ho perso mio padre, Cavaliere del Lavoro.
Avrei potuto fare meglio? Credo di aver fatto le scelte migliori. Oggi l’azienda è tornata ad andare bene, abbiamo buone prospettive per il futuro, abbiamo fatto nuove assunzioni e realizzato opere di rilievo mondiale, per il canale di Panama o per le strutture dei telescopi nel deserto cileno.
Chiedo solo un po’ di pace». La difesa ha rimarcato che all’epoca Lorenzon aveva crediti per 420 mila euro nei confronti di enti pubblici, soldi che se gli fossero stati versati per tempo gli avrebbero consentito di pagare le ritenute, il tutto in un periodo di crisi economica e di mancato supporto delle banche.
L’avvocato Moschetti ha evidenziato inoltre la scelta di Lorenzon di tenere in piedi l’azienda e di non licenziare nessuno. Il Vpo Beatrice Toffolon ha chiesto l’assoluzione. Il giudice Rodolfo Piccin ha accolto la richiesta: assoluzione con formula piena. È prevalsa la tesi secondo la quale non c’era alcun dolo nel comportamento di Lorenzon.
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