Smog da riscaldamento, nessuno fa i controlli nelle case
Vigili urbani non incaricati. La multa da 50 a 150 euro per chi tiene il riscaldamento a più di 20 gradi rimane teorica

PORDENONE. Sono scattate giovedì le misure di emergenza antismog previste dal nuovo piano comunale (Pac). Termosifoni nelle case bloccati non oltre i 20 gradi. E chi controlla che i pordenonesi si attengano alle prescrizioni, facendo fioccare le multe ai trasgressori? Al momento nessuno.
Alla polizia locale di Pordenone non è stato affidato alcun incarico in tal senso da parte dell’amministrazione comunale. Lo conferma il vicecomandante Danilo Dei Cas. In teoria, in base alla legge quadro, le verifiche potrebbero essere demandate a un qualsiasi funzionario. Anche se vi è un forte dibattito in corso sulle figure più adatte a ricoprire tale mansione.
«Al momento – precisa Dei Cas – non abbiamo titolo, mandato, risorse umane da dedicare a questa incombenza né le competenze tecniche per poter valutare il rispetto delle prescrizioni relative al riscaldamento, anche perché sarebbero necessari controlli sugli impianti».
È la prima volta che il nuovo Pac, entrato in vigore il 15 febbraio 2016, viene applicato in una situazione di emergenza legata alla concentrazione di polveri sottili nell’aria. All’inquinamento atmosferico contribuiscono anche gli impianti di riscaldamento. Per questa ragione, quando la soglia limite di Pm10 viene superata nell’aria, oltre alle limitazioni alla circolazione dei veicoli, le amministrazioni impongono anche il congelamento dei termostati.
In case, uffici e sedi di attività ricreative, sportive o di culto la temperatura non dovrà superare i 20 gradi. Sono esentati invece gli edifici di categoria B o classe energetica superiore, ospedali, cliniche, case di cura e di riposo, centri diurni, scuole e abitazioni dove vivono persone affette da malattie croniche.
Teoricamente, in caso di inosservanza della temperatura massima, la multa varia da 50 a 150 euro. Ma non c’è nessuno a elevare la sanzione, perlomeno nel capoluogo. Finora nessuna multa.
Per quanto riguarda gli edifici pubblici, deve essere comunicato all’amministrazione comunale il nominativo del responsabile che, in occasione delle attivazioni del Pac, «provveda direttamente ad attuare la riduzione o a richiederla al gestore dell’impianto termico». Anche la mancata comunicazione del referente dell’edificio implica una sanzione. Più salata: dai 100 ai 300 euro.
Il capogruppo del Pd Nicola Conficoni ha salutato con favore il coinvolgimento da parte del Comune di Pordenone degli altri municipi che condividono il Pac per l’apporto delle modifiche al documento: così si rende «ancora più efficace la lotta all’inquinamento».
In caso di misure d’emergenza, secondo Conficoni, l’amministrazione dovrebbe sfruttare «tutti gli strumenti a sua disposizione per informare tempestivamente e capillarmente la popolazione». Il capogruppo dem suggerisce di utilizzare allo scopo anche il profilo facebook istituzionale del Comune e il servizio Whatsapp. Quest’ultimo potrebbe essere sfruttato anche per ricordare le scadenze tributarie, come il pagamento della Tari a settembre e a novembre.
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