Il “caro estinto” diventerà un diamante
Via libera in commissione alla funeral house. Il servizio della Salvador potrà costare fino a 15 mila euro

SACILE. Il caro estinto “brilla” al dito: trasformato in diamante dopo la cremazione. È uno dei servizi offerti nella futura “funeral house” in via Bandida: il progetto faraonico di sala del commiato della ditta Salvador che, ieri mattina in municipio, a Sacile ha incassato l’ultimo via libera nella seduta pubblica di giunta.
«Approvata la Variante 1 al piano – ha confermato l’assessore Anna Zanfrà – di attuazione comunale pac». Cantiere aperto entro aprile e tra gli altri servizi anche quello di assistenza per le successioni e pensioni per eredi.
La Bibbia non lo dice ma è possibile anche trasformare la polvere in diamante. «Tanti si informano sul servizio che assicuriamo – ha confermato Mauro Salvador, titolare delle pompe funebri –. Il procedimento è offerto dalla società svizzera Algordanza che trasforma le ceneri dei cari defunti in diamante».
Costi da 1.500 a 15 mila euro: le ceneri del caro estinto sono trasformate in carbonio e poi in grafite attraverso acidi, presse e forni. Un carato vale 14 mila euro, ma chi vuole risparmiare con 0,3 carati il conto spese è di circa 4 mila euro. Il senatore modenese Carlo Giovanardi aveva proposto di vietare la “diamantizzazione”, inserendola nei casi vilipendio di cadavere, ma non se n’è fatto nulla.
«A Sacile è possibile – ha confermato Salvador – questa scelta: anello oppure monile». In provincia un caso c’è stato per una salma di Polcenigo trasformata in diamante alla memoria, da infilare al dito della vedova.
Tornado alla funeral house, il progetto prevede «al posto della cessione di un’area verde pubblica a lato del complesso in via Bandida – ha detto l’assessore Zanfrà – e ci sarà la sistemazione dell’accesso in via Pordenone». L’incrocio sul fossato ha bisogno di manutenzione e di sicurezza, quindi la ditta Salvador ha stretto l’accordo con il Comune.
A San Giovanni del Tempio le pompe funebri hanno acquistato un terreno di circa 9 mila metri quadri per costruire la sala del commiato. In via Bandida, a due passi dalla sede della protezione civile e dei vigili del fuoco, c’era stato il primo via libera al progetto dell’amministrazione comunale nel 2014: la parte coperta della “funeral house” sarà di 2.327 metri quadri con ingressi separati e diversi.
Ci saranno spazi per il momento del commiato, in attesa del funerale e aree laiche per altre cerimonie. Il nuovo colosso di pompe funebri sacilese ha giocato la carta della compensazione perchè la cessione di un’area pubblica attigua al “funeral house” non sarebbe servita alla comunità. Verranno tombati i fossati e ci sarà un tratto ciclopedonabile.
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