Alberto Magri riscopre Menocchio
Aperta sino a fine maggio la sua mostra sul mugnaio friulano accusato di eresia dall’Inquisizione

Il pienone l’ha già fatto all’inaugurazionem nella loggia del municipio di Pordenone. La mostra di Alberto Magri “Tutto era un caos” – aperta sino al 28 maggio al museo civico d’arte da mercoledì a domenica dalle 15 alle 19, per le scuole prenotazioni alla mail illustralberto.magri@gmail.com – promette successo: è dedicata al Menocchio, il mugnaio friulano Domenico Scandella accusato di eresia e finito sul rogo dell’Inquisizione nel 1599 per avere manifestato apertamente delle idee allora ritenute sovversive, inerenti la morale e il libero pensiero.
L’esposizione comprende le opere del pittore e illustratore pordenonese che già 12 anni fa si era espresso attraverso “Il pensiero e il rogo”, un video che originariamente s’intitolava “Tutto era un caos” in riferimento al concetto di creazione. Da qui il nome di questa mostra che intende rendere omaggio al percorso creativo ultradecennale di Magri e alla sua approfondita ricerca espressivo-iconografica, ispirata alla figura di Menocchio. Un centinaio di lavori tra schizzi, illustrazioni, dipinti, sculture, un libro e un video.
Dopo il saluto dell’assessore Pietro Tropeano, Umberto Ulberini alla presentazione ha introdotto Aldo Colonnello del circolo culturale Menocchio, Giovanna Calvo di Ronco, critica d’arte, Andrea Del Col, studioso di inquisizione romana. Il tutto accompagnato dalla proiezione dei disegni realizzati a mano libera in diretta da Alberto Magri che ha poi raccontato qualche aneddoto sul suo percorso artistico su Menocchio.
L’artista ha donato al pubblico un volume della mostra, una raccolta di testi su quanto realizzato in dodici anni, scritti di Aldo Colonnello, Giovanna Calvo di Ronco, Andrea Del Col e Pietro Compagni, docente di discipline plastiche, di compagni di classe che rivivono la collaborazione sulla sua prima opera, il film “Il pensiero e il rogo”. Tra il numeroso pubblico, i familiari di Alberto Magri, esponenti di associazioni culturali, l’illustratore Emanuele Bertossi e il regista sanvitese Alberto Fasulo che sta girando un film su Menocchio.
Il mugnaio friulano Domenico Scandella rivive nelle sale attraverso le opere del pittore ed illustratore pordenonese, opere arricchite di nuovi elementi aperti a una interpretazione, anche libera, del personaggio storico. Non sarà certamente un punto di arrivo.
Alberto Magri, sull’esempio del padre Giancarlo – a sua volta restauratore e artista – si dedica sin da giovane al disegno e alla pittura. A 23 anni ha pubblicato il suo primo libro illustrato, “Pictor modernus - Gli ultimi giorni del Pordenone tra storia e leggenda”, più recente il silent book “Menocchio”. Ha partecipato a numerose mostre, tra cui le ultime “Arte in corsia” e “La donna è arte”. Le sue opere si trovano in vari edifici religiosi, quali la cripta della chiesa abbaziale di Sesto al Reghena e in molte collezioni private. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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