Rifugiati, scocca l’ora delle scelte
Dal dormitorio al riparto delle quote: la Prefettura riceve i rappresentanti di Comune e Croce rossa
2 minuti di lettura

Sarà un nuovo tentativo di mediazione quello proposto oggi in Prefettura al Comune di Pordenone e alla Croce rossa per quanto riguarda l’argomento richiedenti asilo. Si parlerà di dormitorio, ma non soltanto.
La posizione del Comune sull’apertura di una struttura per permettere a richiedenti asilo e non soltanto di trascorrere la notte al coperto è ben chiara ed è stata resa nota anche a margine dell’incontro avvenuto martedì a Roma col capo di Gabinetto del ministro dell’interno Minniti, Mario Morcone: Pordenone in termini di accoglienza ha già dato, facendo più di quanto era richiesto. Quindi, secondo il sindaco, un dormitorio si individui altrove: ubicarlo a Pordenone, secondo l’amministrazione comunale, vorrebbe dire richiamare richiedenti asilo anche da altre parti del Friuli Venezia Giulia.
Per quanto riguarda la Croce rossa, la visione della questione è diversa.
Oggi il presidente Giovanni Antonaglia sarà presente in Prefettura assieme al suo omologo regionale. «Porterò il mio punto di vista, ma non voglio rivivere quello che è successo a luglio, non tanto per me, ma perché rappresento un’associazione e circa 400 volontari» ha affermato Antonaglia. Da parte della Cri, si mettono in evidenza i numeri: a luglio c’erano 40 richiedenti asilo in strada, oggi, senza dormitorio, sono 60. Per la Cri, la soluzione migliore sarebbe una struttura vicina al refettorio (che si trova nella sede della Fondazione Opera Sacra famiglia, in Comina): si tratterebbe di una struttura che, sebbene ubicata a Pordenone, si trova a poche centinaia di metri dal confine comunale, in una zona non abitata.
Il prefetto Maria Rosaria Laganà ascolterà le due diverse posizioni e cercherà di trovare un punto di contatto, anche se non sarà facile perché le divergenze sono veramente importanti. Si proverà a tracciare ancora l’ipotesi d’individuazione di una struttura fuori dai confini comunali pordenonesi. In questo senso, il comitato di Pordenone della Croce rossa ha già interessato i vari comitati territoriali per testare il terreno anche in altre zone, ma al momento non è stato trovato riscontro in nessun comune.
In realtà, l’invito del prefetto diramato a tutte le municipalità che ancora non accolgono migranti sul territorio ha sortito i primi effetti. Ci sarebbe infatti un interessamento per aprire le porte a una quota di richiedenti asilo da parte di San Giorgio della Richinvelda, Comune che attualmente non ha profughi nel territorio. Il nuovo bando della Prefettura valido per il biennio 2018-2019 va proprio verso questa direzione, ovvero quella di una distribuzione più capillare dei richiedenti asilo in tutti i comuni.
Il dormitorio sarà sicuramente uno dei temi trattati nell’incontro di oggi pomeriggio e il prefetto cercherà di convincere la Cri a individuare qualche struttura al di fuori dai confini pordenonesi, a fronte di offerte di aiuto che possono essere, per esempio, un supporto nel trasporto dei migranti all’uscita dal refettorio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
La posizione del Comune sull’apertura di una struttura per permettere a richiedenti asilo e non soltanto di trascorrere la notte al coperto è ben chiara ed è stata resa nota anche a margine dell’incontro avvenuto martedì a Roma col capo di Gabinetto del ministro dell’interno Minniti, Mario Morcone: Pordenone in termini di accoglienza ha già dato, facendo più di quanto era richiesto. Quindi, secondo il sindaco, un dormitorio si individui altrove: ubicarlo a Pordenone, secondo l’amministrazione comunale, vorrebbe dire richiamare richiedenti asilo anche da altre parti del Friuli Venezia Giulia.
Per quanto riguarda la Croce rossa, la visione della questione è diversa.
Oggi il presidente Giovanni Antonaglia sarà presente in Prefettura assieme al suo omologo regionale. «Porterò il mio punto di vista, ma non voglio rivivere quello che è successo a luglio, non tanto per me, ma perché rappresento un’associazione e circa 400 volontari» ha affermato Antonaglia. Da parte della Cri, si mettono in evidenza i numeri: a luglio c’erano 40 richiedenti asilo in strada, oggi, senza dormitorio, sono 60. Per la Cri, la soluzione migliore sarebbe una struttura vicina al refettorio (che si trova nella sede della Fondazione Opera Sacra famiglia, in Comina): si tratterebbe di una struttura che, sebbene ubicata a Pordenone, si trova a poche centinaia di metri dal confine comunale, in una zona non abitata.
Il prefetto Maria Rosaria Laganà ascolterà le due diverse posizioni e cercherà di trovare un punto di contatto, anche se non sarà facile perché le divergenze sono veramente importanti. Si proverà a tracciare ancora l’ipotesi d’individuazione di una struttura fuori dai confini comunali pordenonesi. In questo senso, il comitato di Pordenone della Croce rossa ha già interessato i vari comitati territoriali per testare il terreno anche in altre zone, ma al momento non è stato trovato riscontro in nessun comune.
In realtà, l’invito del prefetto diramato a tutte le municipalità che ancora non accolgono migranti sul territorio ha sortito i primi effetti. Ci sarebbe infatti un interessamento per aprire le porte a una quota di richiedenti asilo da parte di San Giorgio della Richinvelda, Comune che attualmente non ha profughi nel territorio. Il nuovo bando della Prefettura valido per il biennio 2018-2019 va proprio verso questa direzione, ovvero quella di una distribuzione più capillare dei richiedenti asilo in tutti i comuni.
Il dormitorio sarà sicuramente uno dei temi trattati nell’incontro di oggi pomeriggio e il prefetto cercherà di convincere la Cri a individuare qualche struttura al di fuori dai confini pordenonesi, a fronte di offerte di aiuto che possono essere, per esempio, un supporto nel trasporto dei migranti all’uscita dal refettorio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I commenti dei lettori