Schiacciato dal tir, è mistero sulle cause
Verifiche della Procura sull’incidente costato la vita ad Andrea Pradolin. Per ora nessun indagato
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MANIAGO. Restano ancora in buona parte da chiarire le cause dell’incidente costato la vita all’autotrasportatore maniaghese Andrea Pradolin, schiacciato dalla cabina del suo tir Scania giovedì mattina. Aveva 51 anni. Il magistrato di turno, sostituto procuratore Monica Carraturo, ha aperto un fascicolo per ricostruire nel dettaglio dinamica e cause della tragedia. È stato già eseguito un primo esame esterno sulla salma che ha confermato la morte per schiacciamento. Non è escluso, a questo punto, un ulteriore accertamento di natura tecnica.
Fino a ieri non risultavano persone indagate e del resto i carabinieri della stazione di Maniago, intervenuti assieme ai funzionari dello Spisal, avevano in un primo momento escluso responsabilità di terzi nell’accaduto.
Il tir era parcheggiato nel piazzale di una ditta in via dell’Industria. Quando con i cuscini ad aria compressa i vigili del fuoco erano riusciti a sollevare la cabina per estrarre il corpo avevano trovato le pinze dei cavi già collegate alla batteria. Aveva evidentemente cercato di avviare il mezzo da solo senza attendere l’arrivo del meccanico. Con il cellulare aveva chiamato poco prima un’officina specializzata di Lestans, richiedendo un intervento sul posto per un malfunzionamento del motore. Nel piazzale della ditta Carmo srl, in quel momento, non c’era nessuno. Pradolin aveva ottenuto in amicizia il permesso di lasciare il tir nel parcheggio custodito e chiuso dal cancello della Carmo. In attesa del meccanico aveva deciso di dare un’occhiata al motore, collocato sotto la cabina. Aveva attivato i sollevatori idraulici e poi aveva inserito la leva di sicurezza, ma forse l’impianto idraulico era malfunzionante. In corrispondenza della leva di sicurezza è stata infatti notata dai vigili del fuoco una perdita di olio idraulico. La cabina, invece di rimanere sollevata, era caduta giù, travolgendo Pradolin, chino con le pinze sulla batteria nel vano motore. Il meccanico arrivato da Lestans lo aveva trovato così, ormai senza vita. Il camion è stato posto sotto sequestro, proprio in attesa si un’eventuale perizia tecnica per accertare con precisione la dinamica dell’incidente.
In attesa del nulla osta è ancora da fissare la data dei funerali. Pradolin era molto conosciuto a Maniago per il suo carattere particolarmente socievole e solare. Nonostante vivesse a Maniago, assieme al figlio di 11 anni, frequentava ancora la Val Tramontina: a Tramonti di Sopra abita il padre Valerio.
L’autotrasportatore maniaghese era molto amico del sindaco di Tramonti di Sotto, Giampaolo Bidoli. Appassionato di camminate ed escursioni nelle sue vallate, giocava anche a calcio. Il 51enne era cugino del noto medico di base di Sequals e Travesio, Roberto Pradolin.
©RIPRODUZIONE RISERVATA.
Fino a ieri non risultavano persone indagate e del resto i carabinieri della stazione di Maniago, intervenuti assieme ai funzionari dello Spisal, avevano in un primo momento escluso responsabilità di terzi nell’accaduto.
Il tir era parcheggiato nel piazzale di una ditta in via dell’Industria. Quando con i cuscini ad aria compressa i vigili del fuoco erano riusciti a sollevare la cabina per estrarre il corpo avevano trovato le pinze dei cavi già collegate alla batteria. Aveva evidentemente cercato di avviare il mezzo da solo senza attendere l’arrivo del meccanico. Con il cellulare aveva chiamato poco prima un’officina specializzata di Lestans, richiedendo un intervento sul posto per un malfunzionamento del motore. Nel piazzale della ditta Carmo srl, in quel momento, non c’era nessuno. Pradolin aveva ottenuto in amicizia il permesso di lasciare il tir nel parcheggio custodito e chiuso dal cancello della Carmo. In attesa del meccanico aveva deciso di dare un’occhiata al motore, collocato sotto la cabina. Aveva attivato i sollevatori idraulici e poi aveva inserito la leva di sicurezza, ma forse l’impianto idraulico era malfunzionante. In corrispondenza della leva di sicurezza è stata infatti notata dai vigili del fuoco una perdita di olio idraulico. La cabina, invece di rimanere sollevata, era caduta giù, travolgendo Pradolin, chino con le pinze sulla batteria nel vano motore. Il meccanico arrivato da Lestans lo aveva trovato così, ormai senza vita. Il camion è stato posto sotto sequestro, proprio in attesa si un’eventuale perizia tecnica per accertare con precisione la dinamica dell’incidente.
In attesa del nulla osta è ancora da fissare la data dei funerali. Pradolin era molto conosciuto a Maniago per il suo carattere particolarmente socievole e solare. Nonostante vivesse a Maniago, assieme al figlio di 11 anni, frequentava ancora la Val Tramontina: a Tramonti di Sopra abita il padre Valerio.
L’autotrasportatore maniaghese era molto amico del sindaco di Tramonti di Sotto, Giampaolo Bidoli. Appassionato di camminate ed escursioni nelle sue vallate, giocava anche a calcio. Il 51enne era cugino del noto medico di base di Sequals e Travesio, Roberto Pradolin.
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