Basso difende il presepe a scuola
Il consigliere delegato all’istruzione replica all’imam, ma riceve le critiche dell’Unione di atei e agnostici
di Chiara Benotti
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Il presepe 2017 divide le scuole e le religioni a Pordenone: pollice verso dell’imam Mohamed Hosny sulla Natività nelle aule multietniche e il consigliere delegato all’istruzione Alessandro Basso ha risposto picche. «Non sono d’accordo con l’imam di Pordenone – è la replica di Basso –. Hosny non rappresenta una guida religiosa per noi cattolici: abbiamo altri punti di riferimento nella nostra Chiesa. Non credo che le parole dell’imam sul presepe abbiano un grande impatto».
Giù le mani dal presepio a scuola. «Non ho l’ambizione di parlare a nome di nessuno – ha continuato Basso –. È chiaro che ci sono anche non cristiani nella nostra società, però è altrettanto evidente che la nostra cultura e l’identità storica hanno un simbolo radicato nel presepe». L’Uaar è l’unione degli atei, agnostici e razionalisti: a Pordenone ha le idee chiare sul presepe a scuola. «I presepi vengono allestiti spesso per iniziativa propria dal personale Ata, ma senza direttive da parte dai dirigenti – ha chiarito Loris Tissino, docente nel Mattiussi e coordinatore Uaar –. L’iniziativa, se ci fosse, dovrebbe comunque essere scoraggiata in luoghi pubblici e laici come le scuole. Dove il pensiero critico è più importante del presepe». Gli atei e gli agnostici non ci stanno. «L’invito che il consigliere delegato all’istruzione Basso vuole mandare alle scuole di Pordenone affinché vengano allestiti presepi e alberi di Natale non piace al circolo dell’Unione degli atei e agnostici di Pordenone – è l’opinione di Tissino –. Con un post su Facebook, il circolo ha rilevato che Basso non ha ancora capito che non può parlare a nome di tutti i cittadini, molti dei quali non sono cristiani. La scuola non ha il compito di custodire le tradizioni, ma di insegnare a pensare criticamente. Inoltre il rispetto e la libertà sono presenti nel nostro Paese nonostante la religione cristiana, non grazie a essa».
Punti di vista, ma non c’è pensiero critico che tenga: i presepi sono tanti nelle scuole. Nella battaglia natalizia tra il “partito del presepe” in classe e il “partito delle decorazioni laiche” vince la capanna di Betlemme. Dalle materne alle superiori cittadine, i simboli del Natale convivono senza problemi. Anche negli istituti a forte integrazione di stranieri come all’Isis Zanussi: con la voglia di Natale senza steccati e la raccolta di cibo per i poveri.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Giù le mani dal presepio a scuola. «Non ho l’ambizione di parlare a nome di nessuno – ha continuato Basso –. È chiaro che ci sono anche non cristiani nella nostra società, però è altrettanto evidente che la nostra cultura e l’identità storica hanno un simbolo radicato nel presepe». L’Uaar è l’unione degli atei, agnostici e razionalisti: a Pordenone ha le idee chiare sul presepe a scuola. «I presepi vengono allestiti spesso per iniziativa propria dal personale Ata, ma senza direttive da parte dai dirigenti – ha chiarito Loris Tissino, docente nel Mattiussi e coordinatore Uaar –. L’iniziativa, se ci fosse, dovrebbe comunque essere scoraggiata in luoghi pubblici e laici come le scuole. Dove il pensiero critico è più importante del presepe». Gli atei e gli agnostici non ci stanno. «L’invito che il consigliere delegato all’istruzione Basso vuole mandare alle scuole di Pordenone affinché vengano allestiti presepi e alberi di Natale non piace al circolo dell’Unione degli atei e agnostici di Pordenone – è l’opinione di Tissino –. Con un post su Facebook, il circolo ha rilevato che Basso non ha ancora capito che non può parlare a nome di tutti i cittadini, molti dei quali non sono cristiani. La scuola non ha il compito di custodire le tradizioni, ma di insegnare a pensare criticamente. Inoltre il rispetto e la libertà sono presenti nel nostro Paese nonostante la religione cristiana, non grazie a essa».
Punti di vista, ma non c’è pensiero critico che tenga: i presepi sono tanti nelle scuole. Nella battaglia natalizia tra il “partito del presepe” in classe e il “partito delle decorazioni laiche” vince la capanna di Betlemme. Dalle materne alle superiori cittadine, i simboli del Natale convivono senza problemi. Anche negli istituti a forte integrazione di stranieri come all’Isis Zanussi: con la voglia di Natale senza steccati e la raccolta di cibo per i poveri.
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