Aumentano le vittime di mobbing
Lo dimostrano i dati del centro ascolto di Cisl, Comune e Aas 5. Ecco gli orari

Si rinnova per il 2018-19 il progetto del punto di ascolto antimobbing della Cisl Pordenone dopo aver ricevuto il rinnovo dell’accreditamento da parte della Regione Fvg.
In partenariato con il Comune di Pordenone, l’Azienda sanitaria, il punto di ascolto offre uno spazio specializzato per la gestione delle molestie morali e psicofisiche sul luogo di lavoro presso i locali siti a Villa Carinzia, in viale Martelli 51 a Pordenone. I lavoratori potranno ricevere assistenza qualificata ed essere consigliati sulle migliori strategie necessarie per contrastare vessazioni, discriminazioni e molestie.
L’attività del punto di ascolto di Pordenone è aumentata durante il 2017 con 115 casi seguiti e 320 colloqui svolti e già 50 lavoratori seguiti durante questi primi mesi del 2018. Oltre 2000 colloqui e circa 700 casi seguiti dal 2007 ad oggi presso il punto di ascolto – ha riferito la coordinatrice Cristina Caparesi –, un trend aumentato negli anni, complice la crisi economica di questi anni, ma non solo. A volte le molestie si presentano come un modo per esercitare il potere su una persona da parte di chi lo detiene, un modo per umiliare ed approfittarsi del sottoposto, senza comprendere che un buon clima lavorativo porta benessere che spinge a migliorare la performance del dipendente».
Per gestire le richieste di aiuto, sono presenti al punto di ascolto, professionisti esperti nelle strategie di uscita dal malessere: l’avvocato Teresa Dennetta, lo psicologo Paolo Ballaben, il medico legale Miriam Miotto. «È importante non attendere fino a quando diventa difficile uscirne – ha detto la coordinatrice Cristina Caparesi – ma rivolgersi anche quando si percepiscono i primi cambiamenti nel contesto lavorativo intorno a sé».
La finalità è fornire un sostegno al lavoratore, orientandolo sul da farsi fino alla risoluzione o al contenimento della situazione di disagio e partecipare ad un cambiamento culturale in materia di benessere lavorativo, come afferma il responsabile del progetto Cisl Daniele Morassut.
Si conferma il percorso di aiuto con la prima accoglienza, a cura dell’operatrice, Chiara Tomasella, per la presa in carico degli utenti, durante la quale il lavoratore viene invitato ad illustrare la problematica che sta attraversando. A questa seguono le fasi di analisi della situazione di malessere e dell’orientamento e sostegno, che sono entrambi gestite dai professionisti incaricati. Nella fase di approfondimento e analisi la persona, che rimane sempre al centro del processo relazionale e decisionale, viene aiutata a ricostruire gli aspetti che sono vissuti come traumatici e fonte di malessere, per comprendere le caratteristiche del disagio e trovare strumenti di risposta alle azioni vessatorie lamentate.
Il punto di ascolto Cisl-Comune di Pordenone, a cui si può accedere liberamente ed in modo gratuito, come da regolamento regionale non può offrire terapie mediche e psicologiche o assistenza legale in contenzioso, e non instaura processi stragiudiziali di soluzione dei conflitti, ma fornisce un supporto al lavoratore orientando verso strategie e percorsi personalizzati di uscita dalla situazione di disagio.
Con il tempo si sono rafforzate le collaborazioni sul territorio provinciale per creare reti di aiuto a cui sono stati invitati a partecipare tutti gli enti preposti a contrastare il malessere del lavoratore: i sindacati (di tutte le sigle sindacali), la direzione territoriale del lavoro di Pordenone, i medici di base, il dipartimento di prevenzione dell’Azienda per i servizi sanitari, i patronati.
Gli orari del punto antimobbing sono: dal lunedì al giovedì dalle 14 alle 18.30, venerdì dalle 8.30 alle 12.30. I lavoratori che stanno vivendo un momento di difficoltà possono chiamare il numero 04341852064 o scrivere alla mail antimobbing.pordenone@gmail.com per un primo appuntamento.
Il servizio è gratuito, garantisce l’anonimato a tutti i livelli ed è aperto a tutti i lavoratori che ne abbiano bisogno.
La Regione Fvg, con il suo assessorato al lavoro, in assenza di una normativa nazionale che inquadri il fenomeno nella sua globalità, continua a essere all’avanguardia in Italia. La scelta di procedere attraverso propri atti normativi in questi anni si è dimostrata valida centrando l’obiettivo primario di concorrere allo sviluppo del benessere nell’ambiente di lavoro.
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