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Il viaggio di Benedetta: da Milano a Cordenons per l’amore della Sertum

LA STORIA CORDENONS «Ciao, sono Benedetta. Io e Mina vorremo venire da te per conoscerti e conoscere la storia della tua Sertum». La Sertum è la moto prodotta dall’omonima casa motociclistica...

Milena Bidinost
2 minuti di lettura

LA STORIA

CORDENONS

«Ciao, sono Benedetta. Io e Mina vorremo venire da te per conoscerti e conoscere la storia della tua Sertum». La Sertum è la moto prodotta dall’omonima casa motociclistica milanese tra il 1932 e il 1952, anno in cui è fallita. È grazie a quella telefonata, ricevuta a sorpresa in aprile, e alla comune passione per questa moto d’epoca che in pochi conoscono e collezionano, che il cordenonese Dino Zanardo, 64 anni, ha conosciuto Benedetta Marazzi, 40 anni, che vive a Milano, dove lavora come creativa pubblicitaria e con lei la sua straordinaria avventura in sella alla sua moto che chiama “Mina”.

Dopo quella prima toccata e fuga a Cordenons, la donna è ritornata in Friuli, rinsaldando l’amicizia e visitando in moto i luoghi. Zanardo è tra i soli sei possessori di moto Sertum del Fvg, uno dei pochi a possedere quasi tutti i modelli prodotti e tra i cinque in Italia che colleziona anche i ricambi.

Benedetta, da parte sua, è forse l’unica donna a essersi innamorata di una Sertum e la sola al momento che ha deciso di raccontare in un libro che sta scrivendo le storie e le emozioni che in appena vent’anni di presenza sul mercato questo marchio ha regalato ai suoi possessori. Un contributo a questo progetto arriverà quindi anche da Cordenons.

Quella di Benedetta è la storia di una passione nata all’improvviso e che le ha cambiato la vita, a lei che di motori fino a pochi anni fa era completamente a digiuno. «Nel 2013 – racconta – presi la patente con l’intento di guidare uno scooter o una moto moderna. Poi ebbi la curiosità di rispolverare la Sertum 250 Vl-4 del 1950 che mio padre aveva acquistato negli anni Settanta e poi dimenticato in garage, sepolta tra altre cianfrusaglie. Ebbene, fu un colpo di fulmine: oggi quella moto è diventata la mia Mina, la mia compagna di viaggio».

Beatrice ha impiegato quasi due anni per trovare una persona di fiducia che la rimettesse a nuovo e la facesse ripartire e altrettanti per imparare a guidarla, a causa della pedaliera particolare.

Dallo scorso anno ha deciso di trascorrere le vacanze, di sei gioni in sei giorni, sulle tracce dei “sertumisti”, in solitaria in sella alla sua moto e non superando mai i 50 km/h. «Quella prima telefonata di aprile fu una sopresa – racconta Zanardo – perché non me l’aspettavo. L’ho raggiunta a Vajont e ci siamo conosciuti. La sua passione che mi ha arricchito». «Amo la mia moto e ciò che viverla in strada mi fa provare – conclude Benedetta –, mi sta portando a consocere persone strardinarie». Amicizia che coltiva anche su Facebook nella pagina (The sertumist) e un gruppo (Moto Sertum) che ha aperto. —



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