Etichette sulle bottiglie di vino, dopo l’Irlanda anche il Canada: “Nuoce alla salute”
Il presidente della Cia Clementin: scelte incomprensibili, minata la nostra cultura. Serracchiani (Pd): il governo agisca per evitare che Dublino adotti i nuovi alert
Maurizio Cescon
Altre nubi si addensano sul futuro del vino, prodotto che per il Friuli Venezia Giulia rappresenta un vero e proprio motivo d’orgoglio, oltreché un importante asset economico. Dopo l’Irlanda, che intende adottare le etichette salutiste, anche il Canada, importatore di bianchi e rossi del Collio, delle Grave e dei Colli orientali, ha intenzione di dare una stretta ai consumi, introducendo gli stessi alert anti cancro. Sul fronte diplomatico, invece, interviene la presidente del gruppo del Pd alla Camera, la deputata udinese Debora Serracchiani, che pungola il governo a darsi da fare.
L’allarme di Clementin (cia)
«L’Europa delle norme non può far finta di non sapere che la dieta mediterranea, dal 2010, è patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. Uno stile di vita sano sostenuto da tre gambe: il grano, l’olio e il vino», dice Franco Clementin presidente di Cia Fvg – Agricoltori italiani in riferimento all’etichettatura allarmistica sul vino adottata dall’Irlanda con il silenzio-assenso dell’Ue.
«Quello che preoccupa – aggiunge Clementin, lui stesso vignaiolo della zona di Aquileia – è che la questione salute contro consumo di vino si sta globalizzando e, ad esempio, ha portato a una nuova decisione restrittiva della Sanità canadese che ha emanato nuove linee guida in merito. Il rapporto canadese suggerisce un massimo di 2 drink a settimana (praticamente una bottiglia di birra o un calice di vino) ed etichette obbligatorie di avvertimento per tutte le bevande alcoliche. Superare tale soglia, secondo gli esperti, potrebbe aumentare le possibilità di cancro a seno e al colon. Il mercato canadese per il vino italiano è il quinto per valore di export (362 milioni), in crescita di oltre il 10% ed equivale a oltre il 7% del valore di tutto il vino italiano esportato».
Serracchiani: azioni concrete
«Il governo italiano deve attivarsi in tutte le sedi europee e internazionali al fine di scongiurare sia l’autorizzazione da parte dell’Organizzazione mondiale del commercio, sia l’adozione di analoghe iniziative da parte di altri Paesi membri, all’iniziativa dell’Irlanda che vuole introdurre, anche nelle etichette del vino, informazioni sul pericolo dell’uso di alcol». È quanto si legge in una mozione del Pd, a prima firma Debora Serracchiani e sottoscritta dai deputati Andrea Gnassi (Attività produttive) e Stefano Vaccari (capogruppo commissione Agricoltura).
«Abbiamo l’obiettivo – prosegue Serracchiani – di salvaguardare le produzioni italiane e assicurare un corretto funzionamento del mercato interno, prevenendo o rimuovendo eventuali barriere. La nuova regolamentazione voluta dall’Irlanda crea una forte spaccatura all’interno del mercato unico europeo, legittimando etichettature differenti sui prodotti all’interno dei Paesi membri, mettendo in pericolo l’armonizzazione della legislazione e compromettendo la libera circolazione delle merci nel mercato interno. Il governo italiano favorisca un’azione coordinata per il consumo consapevole e responsabile».
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