

Ma non solo misurazioni. Un’infinità di libri di ricette – da quelle per diabetici vegetariani e vegani a quelle per gli sportivi fino alle ricette degne di un ristorante tre stelle Michelin e quelle per bambini – e un assioma di base: la dieta mediterranea è meglio. Tra misurazione con la mano e distribuzione di un piatto tipo – la metà di verdure, un quarto di proteine e uno di carboidrati – l’America si avvicina alle strategie messe a punto da tempo nei paesi del Mediterraneo. Ma con la concretezza tipica degli americani, l’Ada non si limita a dare consigli ma indica non solo cosa mangiare ma come sostituire gli elementi di un piatto per evitare l’effetto noia.
Il piatto e le alternative
E così, come vedete dalle fotografie, accanto al pezzo di pollo sono indicate tutte le possibili alternative proteiche: dal tofu ai gamberi, passando per il pesce, le uova, il formaggio e la carne. Verdure di ogni tipo e a volontà, tranne quelle ricche di amido, come patate, mais, legumi. E alla voce carboidrati ci sono cereali integrali, legumi, zucche invernali e frutta (per via dello zucchero).Tra i consigli quello di limitare i grassi ma di saperli scegliere bene: usare spesso l’olio vegetale, di oliva, girasole, arachide o altro, mangiare olive, avocado (che qui è di gran moda), semi, arachidi o burro di mandorla. Solo “qualche volta” condimenti cremosi a ridotto contenuto di grassi per le insalate, l’olio di mais, soia, sesamo e cartamo e ovviamente la maionese. E invece limitare panna, margarina, burro, lardo, olio di cocco, condimenti cremosi per insalate full-fat.