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Lotta al fumo: l’Organizzazione mondiale del commercio dà ragione all’Australia

Sui pacchetti di sigarette niente colori e loghi, ma solo avvertimenti sugli effetti dannosi del fumo. Dopo anni di controversie, i giudici hanno stabilito che la legge australiana è coerente con le norme commerciali globali e ha migliorato la salute pubblica. Ora la speranza è che l’Australia diventi un esempio per altre nazioni

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Foto di StockSnap da Pixabay  
Foto di StockSnap da Pixabay
  
NIENTE colori, loghi e immagini promozionali sui pacchetti di sigarette. Solo avvertimenti sugli effetti dannosi del fumo e un colore marrone-verdastro scuro per le restanti parti della confezione. È quanto sancito dalla cosiddetta Tobacco Plain Packaging (Tpp), la legislazione sui metodi di confezionamento di prodotti a base di tabacco, introdotta in Australia nel 2012. E ora, a distanza di anni - il 9 giugno 2020 - l’Organizzazione mondiale del commercio (Omc), pone fine a lunghe controversie legali dando definitivamente ragione all’Australia. I giudici hanno, infatti, stabilito che le rigorose misure australiane sono coerenti con le norme commerciali globali e contribuiscono a migliorare la salute pubblica, riducendo l’uso e l’esposizione di tali prodotti. “Questa decisione - afferma Adriana Blanco Marquizo, a capo del Segretariato della Convenzione quadro dell’Oms per la lotta al tabagismo - rappresenta una vittoria storica per la salute globale e una grave battuta d'arresto per l'industria del tabacco. I pacchetti ‘neutri’ rientrano nel diritto commerciale internazionale come parte di un approccio globale al controllo del tabacco che protegge le persone dai danni causati dal fumo”. La speranza è che ora l’Australia possa diventare un esempio per altre nazioni.
 

Anni di controversie legali

Ecco in breve cosa è successo. Dopo l’approvazione nel 2012 della Tobacco Plain Packaging, alcuni paesi produttori di tabacco - precisamente Cuba, la Repubblica Dominicana, l’Honduras, l’Indonesia e l’Ucraina (che nel 2015 ha deciso di ritirare la denuncia) - hanno subito fatto ricorso. Nel 2015, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e il Segretariato della Convenzione quadro dell'OMS sul controllo del tabacco (Oms FCTC) hanno presentato al gruppo di esperti dell’Organizzazione mondiale del commercio un report - un amicus brief in sostegno all’Australia - per aiutare la corte a decidere. Nel report vengono illustrate le evidenze di salute pubblica in seguito all’utilizzo di confezioni generiche per i prodotti contenenti tabacco e le linee guida dell’Oms FCTC. Così, nel 2018, il gruppo di esperti ha concluso che la politica australiana è coerente con la legge dell'Organizzazione mondiale del commercio (Omc). A questo punto, l’Honduras, seguita dalla Repubblica Dominicana, ha presentato ricorso all’organo di appello dell’Omc, mentre Cuba e Indonesia hanno deciso di accettare la decisione.
 

La vittoria dell’Australia

Ma perché la legge australiana è stata contestata? Principalmente per il fatto che fosse “piu? restrittiva del commercio di quanto sarebbe [stato] necessario per perseguire un obiettivo legittimo” e perché “ostacola ingiustificatamente” l’uso del marchio nel corso e nell’esercizio dell’attivita? di commercio. Ovviamente il pacchetto ha un ruolo fondamentale per le industrie del tabacco, non soltanto per differenziare i prodotti, ma anche perché in alcuni paesi (come l’Australia) - nei quali i canali tradizionali di promozione a fini pubblicitari sono vietati - rappresenta un elemento principale nelle strategie di vendita. Ora l’Omc - respingendo i ricorsi della Repubblica Dominicana e dell’Honduras - ha definitivamente dato ragione all’Australia. L’organo di appello ha, infatti, confermato che il pacchetto ‘neutro’ senza marchi è “idoneo e contribuisce a raggiungere l’obiettivo dell'Australia di migliorare la salute pubblica, riducendo il consumo di tabacco e l'esposizione al fumo di tabacco”. Inoltre, ha sostenuto che questi pacchetti non "ingombrano ingiustificatamente per esigenze particolari" l'uso dei marchi nel corso del commercio.
 

Un esempio per altri Paesi

Questa decisione potrebbe avere ripercussioni importanti e stimolare altri Paesi ad attuare leggi simili in materia di packaging. Finora, seguendo l’Australia, molti Paesi - tra cui Canada, Francia, Ungheria, Irlanda, Israele, Nuova Zelanda, Norvegia, Arabia Saudita, Singapore, Slovenia, Tailandia, Turchia, Regno Unito e Uruguay - hanno implementato questa legge. Il Belgio prevede la piena attuazione a gennaio 2021; mentre in Burkina Faso, Georgia e Romania le leggi sono state approvate, ma devono ancora entrare in vigore. Ci sono poi altri Paesi, tra cui Cile, Ecuador, Myanmar, Panama, Sudafrica, Svezia e Ucraina, che stanno prendendo in considerazione queste misure. “Tuttavia - ha affermato  Blanco Marquizo -  la più grande sfida politica nell'implementazione di tali norme è l'interferenza, o l'impedimento, da parte dell'industria del tabacco”. Quest’ultima ha, infatti, investito molto per impedire di attuare queste restrizioni: basti pensare alle numerose controversie legali portate avanti in Australia, Francia, Regno Unito, Irlanda, Uruguay e davanti alla Corte di giustizia europea che ha respinto tutti i ricorsi.
 

La lotta al fumo tra gli obiettivi delle Nazioni Unite

Introdurre restrizioni a livello di packaging rappresenta uno dei tanti strumenti in grado di salvare vite. Il tabacco, infatti, uccide più di 8 milioni di persone ogni anno e l’Organizzazione mondiale della Sanità stima che circa 1-3 miliardi di persone usano il tabacco in tutto il mondo. Per questo, la lotta per la riduzione dell’utilizzo massivo di tabacco e? stata inclusa dalle Nazioni Unite fra gli obiettivi dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030. “La decisione dell’organo di appello - ha commentato su The Lancet Arthur Appleton, professore a contratto presso la Johns Hopkins School of Advanced International Studies - pone la lotta al fumo al di sopra dei vari interessi commerciali, in particolare interessi di proprietà intellettuale. È probabile che incoraggi i membri dell'Organizzazione mondiale del commercio ad attuare varie disposizioni della Convenzione quadro dell'OMS sul controllo del tabacco, nonché le sue importanti linee guida. Inoltre - ha affermato Appleton - questa decisione potrebbe portare a limitare l’uso dei marchi per altri prodotti controversi, come bevande alcoliche, bevande zuccherate e fast food”.