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Tradizionale, elettronico, ad acqua. Tutto il fumo fa male

Uno studio confronta per la prima volta gli effetti di sigarette, e-cig e waterpipe. La conclusione? Tutte le tecniche danneggiano sistema cardiovascolare e respiratorio e aumentano il rischio di ictus, infarti, tumori. E il fumo peggiora anche i sintomi se ci si ammala di Covid-19

4 minuti di lettura
FUMARE sigarette è peggio che svapare? E le sigarette elettroniche fanno più o meno male delle pipe ad acqua (o waterpipe o narghilè o shisha, comunque le si chiami)? Ebbene, per la prima volta, uno studio fa il confronto tra i danni provocati da tre differenti modalità di fumo analizzando gli effetti sulla funzionalità dell'endotelio, lo strato di cellule che riveste i vasi sanguigni, e sul rischio di ammalarsi di patologie oncologiche, respiratorie, cardiovascolari, ictus e infarto.

Una revisione

La ricerca, pubblicata sullo European Heart Journal, è una revisione sistematica delle prove disponibili dell’impatto delle sostanze tossiche prodotte dalle tre tipologie di fumo sul nostro organismo. La conclusione - per riassumere - è stata che sigarette, sigarette elettroniche o pipe ad acqua rendono meno elastiche e più rigide le arterie e provocano infiammazione e danni al Dna, con una conseguente ampia gamma di problemi di salute. Non solo: gli autori dicono anche che fumo e vaping possono contribuire ad aumentare la suscettibilità all’infezione da coronavirus, e il rischio di andare incontro a sintomi più gravi e decesso per Covid-19, e si associano all’Oms, ai Cdc, i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, alla Fda e alla European Society of Cardiology che sollecitano i fumatori a cercare di smettere di fumare, a prescindere da che cosa e come fumano.

Bpco e tumori

I risultati della review? Dunque, rispetto a chi non fuma, chi fuma sigarette ha un rischio aumentato di broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) del 704%; chi utilizza pipe ad acqua del 218% mentre negli svapatori di sigarette elettroniche del 194%. Ma veniamo adesso al tumore del polmone: sigarette e water pipe hanno aumentato il rischio rispettivamente del 1210% e del 122% mentre il grado di evidenza relativo alle sigarette elettroniche non è stato sufficiente per trarre conclusioni attendibili.

Le arterie

Gli  autori hanno anche esaminato la relazione tra fumo classico, svapo e rigidità arteriosa. La rigidità arteriosa (cioè la ridotta elasticità delle arterie) è infatti un importante indicatore prognostico del rischio di patologie o eventi cardiaci e ictus. Ebbene, rispetto ai non fumatori, nei fumatori di sigarette classiche la rigidità arteriosa è risultata aumentata del 10%, negli utilizzatori di pipe ad acqua del 9% e negli utenti di e-cig del 7%. Nel complesso, le sigarette tradizionali sono risultate dunque più dannose delle sigarette elettroniche e delle waterpipe. Però – hanno ragionato gli autori – mentre abbiamo a disposizione tanti grandi studi sugli effetti nocivi delle bionde, non è lo stesso per le pipe ad acqua (non molto diffuse in Italia e per le quali non abbiamo dati nazionali certi, ma lo sono molto negli USA e in Europa, soprattutto tra i giovani) e le sigarette elettroniche, di conseguenza su queste due tipologie di fumo le evidenze sono state più variabili. Infatti gli effetti a lungo termine delle pipe ad acqua e delle sigarette elettroniche vanno studiati in modo più approfondito, dicono. Nel frattempo "il fumo di pipe ad acqua non risulta meno dannoso del fumo di tabacco e quindi non può essere considerato un'alternativa salutare".

Lo stress ossidativo

“Il nostro lavoro – ha detto il primo autore della review, Thomas Munzel, del dipartimento di Cardiologia dell’università di Magonza, in Germania - si concentra principalmente sugli effetti negativi di queste tre tecniche di fumo e svapo sulla disfunzione endoteliale (un'alterazione del tessuto che riveste internamente i vasi con conseguente perdita di alcune caratteristiche strutturali e funzionali delle cellule, ndr), sulla relazione con lo stress ossidativo e in secondo luogo con le condizioni cliniche”. Tutte e tre le forme di fumo e vaping – ha spiegato Münzel – portano a un aumento della produzione di radicali liberi e alla rottura del NO o monossido di azoto (o ossido nitrico), una molecola che viene rilasciata dalle cellule endoteliali e che ha la funzione di rendere i vasi sanguigni più elastici, più capaci di dilatarsi e che protegge dall'infiammazione e dall’occlusione delle arterie.

Le sostanze nocive

Tra le sostanze nocive presenti nel vapore delle e-cig c’è la formaldeide e l’acroleina, i metalli di transizione e i composti organici volatili, tutte molecole, o elementi, la cui capacità di danneggiare le cellule è nota. Al contrario – hanno riferito Münzel e i colleghi - le sigarette al tabacco e il fumo di pipe ad acqua contengono una miscela molto più complessa di sostanze chimiche dannose. Il fumo di waterpipe contiene particolato solido che è anche presente, in concentrazioni più basse, nel fumo di sigaretta. La nicotina, che è il composto principale della pianta del tabacco e che provoca dipendenza, sta dovunque, in tutti e tre i prodotti.

Profili tossici

Si tratta quindi di profili tossici sovrapponibili e differenti, “che possono essere una chiave per comprendere le somiglianze e le differenze degli effetti negativi del fumo e dello svapo sulla salute, e che dovrebbero essere ulteriormente approfonditi con altri studi futuri”, è stata la considerazione di Munzel.


LEGGI anche: La crociata dell'Australia contro la sigaretta elettronica


La  pubblicità

Lo studio fornisce mappe che indicano i differenti approcci in UE e USA nei confronti della pubblicità di sigarette e prodotti del tabacco: quella radio e tv non è consentita in tutta l’Unione europea. Alcuni paesi, come la Slovenia e la Norvegia, hanno leggi severe che vietano ogni tipo di pubblicità, anche nei punti vendita. La Germania è l'unico paese dell’Unione in cui i prodotti del tabacco, comprese le sigarette elettroniche, si possono reclamizzare su cartelloni pubblicitari. Negli Stati Uniti è permessa la pubblicità sui cartelloni sia dei prodotti del tabacco che delle sigarette elettroniche “che  - ha detto Münzel - sono considerate per lo più prodotti del tabacco, ma le leggi sulla loro pubblicità non sono sempre chiare. Nonostante le sigarette elettroniche sembrino meno dannose delle sigarette di tabacco, “ci sono prove crescenti che anche le e-cig possono provocare effetti collaterali a livello dei polmoni, del cuore e dei vasi sanguigni e che l'uso di sigarette elettroniche può alzare anche il rischio di Covid-19”.
A proposito di Covid-19 non poteva mancare nello studio un’analisi del rapporto tra fumo-vaping e Covid-19. "Come sottolinea l'Oms - scrivono infatti gli autori nel testo - il fumo di sigaretta e waterpipe può contribuire ad aumentare la gravità dei sintomi di Covid-19 (…) incluso l’accesso alla terapia intensiva". A questo riguardo c’è una nota del nostro Istituto superiore di sanità che vale la pena ricordare che dice che un terzo in più dei fumatori positivi al Covid-19 all’atto del ricovero presenta una situazione clinica più grave dei non fumatori, e per loro il rischio di aver bisogno di terapia intensiva e ventilazione meccanica è più che doppio (dati italiani di marzo).  
Non c’è dubbio che la cessazione del fumo è e rimarrà l'approccio più efficace per prevenire le malattie cardiovascolari e respiratorie fumo-correlate, ma “ciò potrebbe essere ancora più importante – è la riflessione dei ricercatori - alla luce della pandemia da COVID-19 poiché l'uso di prodotti del tabacco probabilmente aumenta il rischio di complicanze (…) ".

I numeri

Secondo i dati dell’Oms il fumo di tabacco è la più grande minaccia per la salute e il primo fattore di rischio delle malattie croniche non trasmissibili a livello mondiale, con circa un miliardo di fumatori nel mondo, di cui l’80% circa vive in paesi a basso e medio reddito. Il 70% dei consumatori inizia a fumare prima dei 18 anni di età e il 94% prima dei 25 anni.
Secondo i dati ISTAT in Italia i fumatori dai 14 anni e più sono poco meno di 10 milioni. Il fumo è più diffuso tra  i 20 e i 44 anni. Si stima che siano attribuibili al fumo di tabacco oltre 93 mila morti l’anno,  più del 25% nella fascia 35-65 anni. Sempre in Italia la mortalità e l’incidenza (il numero dei casi l’anno) del carcinoma polmonare, una delle principali patologie fumo-correlate, sono in calo tra gli uomini ma in aumento tra le donne, per le quali questa patologia ha superato il tumore dello stomaco, divenendo la terza causa di morte per cancro dopo il tumore del seno e del colon-retto.