SERENA Piccolo guarda nell’obiettivo. Un selfie come tanti sul suo profilo WhatsApp. Canottiera nera, jeans e una pioggia di braccialetti colorati. Un'adolescente come tanti. A 18 anni anche se mostra forza e allegria, ha combattuto per mesi contro una malattia rara dal nome strano: l’anemia aplastica o aplasia midollare. Tanto da essere premiata dal presidente Sergio Mattarella come esempio di forza d'animo e determinazione.
"Avevo 17 anni, quando nel novembre del 2019 ho incominciato a sentire una stanchezza che, in un primo momento, ho attribuito alle sessioni in palestra. Ma una mattina mi sono svegliata piena di lividi e con i miei siamo andati al pronto soccorso. Ci sono volute tre settimane per capire di che cosa si trattasse e, dopo la diagnosi, abbiamo deciso di chiedere una seconda opinione al Bambino Gesù di Roma, dove c’era un centro specializzato".
E così da Pomigliano d’Arco ti sei trasferita a Roma per le cure.
"Sono rimasta ricoverata a Roma da gennaio ad aprile. In ospedale facevo lezione con i professori che mi aiutavano a portare avanti il programma del liceo scientifico. Sentivo che non potevo fare quello che facevano i miei amici. Spesso era con me papà, ma mia sorella di 12 anni e mia mamma erano lontane. Era una situazione completamente nuova per me. Poi con Covid le condizioni di vita sono cambiate per tutti e i miei compagni e amici si sono immedesimati di più. Ma il virus ha sconvolto tutti, è stato terribile".
Quando avete capito che ti serviva un trapianto?
"Quando i medici hanno visto che la terapia non funzionava, non potevo andare avanti con continue trasfusioni. I medici hanno capito che serviva un trapianto di midollo, hanno verificato la compatibilità di mia sorella, ma purtroppo non lo era. A quel punto a maggiohanno pensato a mamma e papà. I genitori sono compatibili al 50%, ma esiste un modo er adattare queste cellule e renderle compatibili con quelle dei figli. E’ un metodo di ultima generazione messo a punto al Bambino Gesù".
Intanto però l’ideale sarebbe stato trovare un donatore compatibile, cosa molto difficile.
“Per questo papà ha incominciato a darsi molto da fare sui social. Ha organizzato delle giornate di sensibilizzazione con l’Associazione donatori di midollo osseo della Campania. Ma l’epidemia ha rallentato tutto. A quel punto avevamo perso le speranze e i miei genitori hanno iniziato tutti gli esami per il cosiddetto trapianto aploidentico. Ma a metà luglio, in piena estate,è stato trovato il donatore compatibile. Eravamo felici e increduli. Il 21 agosto abbiamo fatto il trapianto, un modo per voltare pagina”.
Il donatore, trovato tramite il Registro IBMDR di Genova, deve rimanere anonimo. Sai qualche cosa di lui?
"So che è tedesco. Ho deciso di scrivergli in forma anonima, gli ho detto che mi ha insegnato che cos’è l’amore puro. La generosità e l’altruismo".
Francesca, donatrice di midollo. Alessandro e i suoi tre trapianti
Prima di ricevere il trapianto hai trovato anche la forza di fare gli esami di maturità che hai superato a pieni voti.
"Ho insistito per fare la maturità in presenza, a scuola, dove volevo tornare per l’ultima volta. Volevo essere come gli altri e per raggiungere questo scopo ho dovuto litigare con i medici. Mi sono imposta con forza. Il 16 giugno ho fatto una trasfusione e il 17 sono andata davanti alla commissione di esami".
Come sei cambiata dopo questa malattia?
"Prima mi lamentavo per poco, ero timida. Oggi sono più solare e cerco di essere positiva. Dico ai miei amici, ai miei coetanei, di imparare ad apprezzare tutto quello che hanno. Di cercare di stare con le persone a cui vogliono bene e fare quello che si ama".
Poco prima della fine dell’anno è arrivato anche il riconoscimento del presidente Mattarella per te.
"Sono stata premiata dal presidente Mattarella come esempio di forza d'animo e determinazione. La mia storia era molto circolata su Facebook ed è probabile che sia arrivata a lui da lì. A marzo doveva esserci una premiazione in presenza, ma il lockdown ha fermato tutto".
Ora ti sei iscritta all’università.
"In un primo momento avevo pensato di prendere un sabatico. A settembre, dopo il trapianto, non avrei potuto fare i test d’ingresso perché ero in ospedale. Poi ho visto che potevo scegliere senza esame di ammissione Chimica e tecniche farmaceutiche e mi sono iscritta. Sono molto felice".