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Cosa succede al nostro corpo se stiamo seduti più di otto ore

Chi passa otto o più ore al giorno seduto ha il 10% in più di probabilità di diventare obeso. E la sedentarietà è un fattore di rischio per molte malattie croniche. Come contrastare gli effetti negativi
3 minuti di lettura

La sedentarietà è un pericolo per la salute. Lo certifica da tempo l'Oms, classificandola tra i principali fattori di rischio modificabili dell'epoca moderna: un'abitudine nociva che contribuisce a causare fino a un milione di morti ogni anno, e predispone allo sviluppo di patologie croniche e disabilitanti come il diabete di tipo 2 e l'obesità. Studio e lavoro, però, ci obbligano spesso a trascorrere molte ore della giornata seduti.

Come capire quando sono troppe? L'ultimo tentativo in questo senso è descritto in uno studio pubblicato sulla rivista BMC Public Health, che ha analizzato il legame tra il numero di ore trascorse seduti ogni giorno e le probabilità di essere in sovrappeso o obesi, alla ricerca di una soglia limite oltre la quale gli effetti della sedentarietà sulla salute iniziano a farsi sentire.

I rischi di stare seduti troppe ore

Lo studio nasce da una scoperta fatta negli ultimi anni, e cioè che l'attività fisica non è sufficiente per neutralizzare del tutto gli effetti negativi della sedentarietà: sedere tutto il giorno è un fattore di rischio che non può essere compensato completamente andando a esercitarsi in palestra la sera. "Oggi sappiamo che uno stile di vita sedentario, in generale, e il numero di ore che si trascorrono seduti, più in particolare, sono fattori di rischio indipendenti per lo sviluppo di malattie croniche", spiega Irina Kovalskys, specialista di nutrizione pediatrica dell'Università Cattolico dell'Argentina e coordinatrice del nuovo lavoro.

Non potendo eliminare tutti i pericoli della sedentarietà dedicando del tempo anche al moto, sarebbe quindi utile sapere dopo quante ore stare seduti difronte a un pc inizia a rappresentare un pericolo, così da fornire indicazioni precise in merito alla popolazione. Per questo, gli autori dello studio hanno analizzato i dati di oltre ottomila persone raccolti nell'ambito del Latin American Study of Nutrition and Health, un ampio studio osservazionale che ha analizzato l'alimentazione, le abitudini e lo stato di salute dei cittadini di otto paesi del Sud America.

In media il campione analizzato ha rivelato di trascorrere oltre sette ore al giorno in posizione seduta, un quantitativo che Kovalkys definisce preoccupante, visto che la popolazione in esame ha anche una prevalenza di obesità che raggiunge praticamente il 60%, e tassi elevati di rischio cardiometabolico. Utilizzando come indicatore di obesità l'indice di massa corporea (il rapporto tra peso e altezza), l'effetto della sedentarietà è emerso per persone che trascorrono più di 8 ore al giorno sedute, con un aumento del 10% delle probabilità di risultare obese.

Guardando a un altro potenziale indicatore, la circonferenza del collo, la situazione sembra invece più lineare: sedere per più di 2, 4, 6 e 8 ore risultato connesso a una probabilità maggiore di essere obesi rispetto a chi appartiene allo scaglione di sedentarietà precedente. Con un aumento massimo del rischio assoluto del 13% per chi siede più di 8 ore al giorno.

Come si combatte la sedentarietà

"Lo studio è senz'altro interessante, perché ha un ampio campione e fornisce un'ulteriore conferma dei rischi di salute connessi alla sedentarietà, e della difficoltà di identificare soglie precise di rischio", spiega a Salute Walter Mazzucco, Professore di igiene dell'Università di Palermo e Segretario Generale della Società Italiana d'Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SitI).

"Sappiamo bene che una vita sedentaria promuove l'aumento di peso e lo sviluppo di malattie metaboliche. Ma non solo: ha un impatto misurabile sulla longevità e aumenta le probabilità di soffrire di malattie cardiovascolari, tumori come quello del seno o del colon, problemi dell'apparato muscolo-scheletrico, e ha anche un impatto importante sulla salute psicologica".

La situazione italiana

Seguendo le definizioni fornite dall'Oms, attualmente nel mondo quasi il 28% della popolazione ha uno stile di vita sedentario, e la percentuale sale fino all'80% se guardiamo agli adolescenti. In Europa la percentuale è del 25%, e in questo contesto l'Italia è tra i paesi in cui il problema è più diffuso, con un 31% della popolazione sedentaria, e un gradiente Nord Sud che vede alcune regioni, come la Campania, arrivare quasi al 50%. Fino a poco tempo fa, le linee guida internazionali raccomandavano 150 minuti settimanali di attività fisica moderata, da effettuare in intervalli minimi di 10 minuti di esercizio. Ultimamente però le indicazioni dell'Oms sono state modificate, eliminando il requisito di un intervallo minimo di allenamento.

"Le nuove linee guida non raccomandano più sessioni di allenamento della durata minima di almeno 10 minuti, e questo aiuta a percepire che alla fin fine qualunque tipo di movimento conta", spiega Mazzucco. "Camminare, andare in bicicletta, fare le scale: tutte le chance di fare un po' di moto, anche per pochi minuti, aiutano a combattere la sedentarietà, e scongiurare i rischi che comporta per la salute e il benessere. Si tratta di un tema di salute pubblica fondamentale, che andrebbe affrontato a tutti i livelli della società: da quello delle istituzioni, che con i piani urbanistici e l'organizzazione del trasporto pubblico possono promuovere uno stile di vita più attivo; a quello del mondo del lavoro, che dovrebbe sviluppare una maggiore sensibilità per il tema, garantendo la possibilità di effettuare pause attive, con cui spezzare le ore trascorse seduti al pc durante la giornata lavorativa; fino ad arrivare, ovviamente, ai singoli cittadini, che possono migliorare la propria salute limitando il più possibile le ore di sedentarietà e approfittando di ogni occasione per praticare un po' di moto o attività fisica, nei limiti delle proprie possibilità fisiche, ovviamente".