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Almeno 700 mila adolescenti dipendenti da web e videogame

Almeno 700 mila adolescenti dipendenti da web e videogame
Si chiama IGG (Internet Gaming Disorder) l'uso incontrollato della tecnologia, favorito anche dal malessere mentale durante la pandemia. Cosa fare
3 minuti di lettura

Non sono dipendenti dalle droghe ma vivono 'strafatti' di TikTok, Instagram, Twitch e rischiano di perdere il senso della realtà: almeno 100 mila adolescenti italiani fra gli 11 e i 17 anni fanno un uso compulsivo e incontrollato di social e piattaforme di streaming, quasi altrettanti si chiudono per mesi in camera sostituendo il reale con l'irreale virtuale.

I videogiochi

A questi si aggiungono circa 500 mila ragazzi, soprattutto maschi, a rischio di dipendenza da videogiochi: così, mentre in Italia il tempo medio trascorso su internet si aggira attorno alle 6 ore, varie forme di dipendenza dalla tecnologia dilagano fra i giovani, complice il malessere di una generazione post-Covid in cui l'isolamento emotivo e la rottura con il mondo sociale hanno minato la salute mentale.

Lo studio

I dati arrivano da una ricerca promossa dal Dipartimento Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Centro Nazionale Dipendenze e Doping dell'Istituto Superiore di Sanità, condotto dall'IRCCS Stella Maris e la AUSL di Bologna. Unos tudio discusso dagli esperti riuniti per il convegno congiunto Sinpf (Società Italiana di NeuroPsicoFarmacologia) e Sinpia (Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza) dal titolo: "Psicofarmacologia clinica in età evolutiva: efficacia, sicurezza e implicazioni di trattamento nelle successive età della vita", a Cagliari.

I dati

Stando ai dati, raccolti su oltre 8700 studenti fra gli 11 e i 17 anni, quasi il 12% degli adolescenti, soprattutto maschi, è a rischio di dipendenza dai videogiochi e il 2,5% fa un uso compulsivo e incontrollato dei social, mentre l'1,8% si chiude per mesi in camera vivendo solo attraverso computer e smartphone. Oggi esistono sia attività di prevenzione, terapie cognitive e comportamentali, sia cure farmacologiche in grado di aiutare i giovani e giovanissimi pazienti.  

Ansia e depressione

"I ragazzi oggi sono più spesso vittime di ansia e depressione, meno inseriti nel tessuto sociale e contemporaneamente esposti a stimoli tecnologici radicalmente diversi rispetto ai coetanei di appena vent'anni fa  - aggiunge Claudio Mencacci, Co-Presidente Sinpf e direttore emerito di Neuroscienze all'Ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano - . Pandemia, guerre, crisi ambientali ed economiche stanno amplificando un disagio che era già presente: la progressiva riduzione della socializzazione, la diminuzione delle relazioni affettive e di esperienze tipiche del percorso di crescita sono tutti fenomeni in continua crescita negli ultimi anni, così come la crescente pressione per la performance".

L'incertezza

Fra i temi anche l'ìncertezza della vita alla quale i giovani non sembrano preparati "I ragazzi oggi sono impauriti, disorientati e trovano nel web, sui social, nei videogiochi  - continua Matteo Balestrieri, co-presidente Sinfp e professore di psichiatria all'Università di Udine -  un mezzo per alleviare la sofferenza, la paura, l'incertezza, finendo per diventarne dipendenti: puntare sulla prevenzione, aumentando l'attenzione sulla salute mentale dei giovanissimi in famiglia e a scuola, è perciò fondamentale. Occorre osservarli, a casa e in classe, per cogliere i segnali del disagio, imparando a discriminare i segni che sono parte del fisiologico percorso dell'adolescenza dagli indicatori di un disturbo psicologico o una dipendenza comportamentale come quella da videogiochi, internet o social".

Troppo tempo on line

Il problema è il tempo dedicato alla tecnologia. "La frequenza di un utilizzo problematico di internet, videogame, social e piattaforme è elevata e in aumento - spiega uno degli autori dello studio, Stefano Berloffa dell'UOC di Psichiatria e Psicofarmacologia dell'Età Evolutiva, IRCCS Fondazione Stella Maris di Pisa - . La dipendenza da videogiochi, per esempio, è riconoscibile da vari segni: l'impiego nei momenti di stress, sintomi di astinenza, l'abitudine a mentire sull'uso, la perdita di controllo e degli altri interessi. Spesso si associa ad ansia, depressione, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbi dello spettro autistico o da deficit di attenzione e iperattività: nei Paesi in cui il fenomeno dell'IEG (Internet Gaming Disorder) è ancora più diffuso sono state stilate raccomandazioni per l'uso appropriato di internet e sono stati anche realizzati programmi di prevenzione scolastici. In Asia, per esempio, dove il fenomeno è particolarmente preoccupante, si sono previste misure come il 'coprifuoco' per i videogame dalle 22 alle 8 del mattino, o consultori specializzati per imparare a vivere senza internet."

Il web come una droga

"Queste dipendenze non sono diverse dalle dipendenze dalle droghe d'abuso: sono coinvolte le stesse aree cerebrali e gli stessi neurotrasmettitori, dopamina e serotonina  -  precisa Marco Pistis, della Divisione di Neuroscienze e Farmacologia Clinica - Unità di Farmacologia Clinica dell'Università di Cagliari - . Una volta diagnosticato il problema, è indispensabile aiutare i ragazzi a riprendere il controllo della loro vita attraverso trattamenti adeguati, A oggi si interviene soprattutto con terapia familiare e cognitivo-comportamentale, vi sono certamente anche terapie farmacologiche sicure ed efficaci, ma servirebbe puntare soprattutto sulla prevenzione".

I farmaci

Secondo Sara Carucci, neuropsichiatra infantile presso la Clinica di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza della ASL di Cagliari , "l'intervento farmacologico, scelto in base alla sintomatologia specifica e alle caratteristiche del paziente, è spesso fondamentale".

"Gli antidepressivi per esempio - conclude l'esperta - possono essere d'aiuto, se ansia e depressione sono in comorbidità o incidono sul bisogno di internet, social o videogiochi; in alcuni casi possono rendersi utili gli stabilizzatori del tono dell'umore, per ridurre l'impulsività che può favorire il comportamento compulsivo. Il trattamento con farmaci deve essere però attentamente personalizzato e impiegato sotto supervisione di un medico specialista, e deve sempre essere affiancato da un approccio multimodale, come per tutte le dipendenze e soprattutto negli adolescenti".