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Venti virus pericolosi sorvegliati speciali: la minaccia di nuove pandemie

Dengue, Zika, Chikungunya, e West Nile sono solo alcuni dei patogeni sotto stretta osservazione. Preoccupano soprattutto Africa e Asia. Pregliasco: "Rinforziamo i piani pandemici e acquisiamo informazioni anche dallo studio dei liquami"
2 minuti di lettura

Venti virus che potrebbero diventare pandemici. Ora stanno colpendo in diverse parti del mondo, in Asia e Africa soprattutto, ma per gli esperti sono potenziali 'bombe ad orologeria'. Per questo li definiscono sorvegliati speciali e avvertono: "Dobbiamo intervenire, si stanno diffondendo velocemente, anche grazie ai cambiamenti climatici".

Concentrandoci sull'Italia, è previsto un aumento del rischio e dell'aggressività delle malattie infettive legate al clima e in particolare quelle causate da vettori come le zanzare - è il caso di malaria, Dengue, febbre da Chikungunya, febbre West Nile - oltre che le patologie trasmesse da pappataci (leishmaniosi) e zecche (malattia di Lyme, encefalite da zecche e babesiosi umana).

L'ha affermato la Società italiana d'igiene (Siti), che in occasione della Giornata mondiale dell'Ambiente (il 5 giugno) ha lanciato un appello affinché "i governi, locali e nazionali, alla luce delle minacce ambientali sfruttino le competenze di professionisti altamente qualificati".

 

Le minacce che arrivano dall'ambiente

Se l'ambiente ci minaccia, i virus proliferano e con essi le malattie. Quindi serve, chiedono gli igienisti, "adottare un approccio multidisciplinare ed interprofessionale in un'ottica One Health, un modello sanitario che integra discipline diverse, basato sul riconoscimento che la salute umana, quella animale e quella dell'ecosistema siano legate e si influenzino reciprocamente".

"La pandemia di Covid - sottolineano - ha accelerato questa consapevolezza, dimostrando quanto sia forte il collegamento tra salute e ambiente e quanto ogni sistema sia interdipendente. I cambiamenti degli ecosistemi, dettati dalle attività umane, sono in grado di influenzare molteplici vie di trasmissione delle malattie infettive, aumentando il rischio di nuove epidemie in tutto il pianeta e modificando sempre di più il panorama epidemiologico di alcune malattie infettive".

Virus sorvegliati speciali

È in questo contesto che spopolano i virus più pericolosi, sorvegliati speciali in tutto il mondo, che si stanno diffondendo rapidamente. A preoccupare sono quelli che arrivano dall'Africa, ma non meno sospetti sono altri, provenienti dai Paesi esotici.

L'attenzione è concentrata su Dengue, Zika, Chikungunya, e West Nile, che fanno parte degli arbovirus, gruppo che si trasmette all'uomo attraverso la puntura di zanzara. In Italia si sono già registrati focolai in passato, soprattutto nell'estate 2022 e, con l'aumentare delle temperature, rischiano di diffondersi in modo ancora più massiccio.

Accanto ad essi si stanno facendo avanti prepotentemente altre minacce, come il virus di Marburg, diffuso soprattutto tra Tanzania e Guinea Equatoriale, per cui l'Oms ha già segnalato il rischio di nuova pandemia, e l'influenza Aviaria, con casi in Brasile, Cile, Equador e Cina.

Cosa preoccupa di più

Le preoccupazioni non mancano anche guardando in altre direzioni: l'aumento dei focolai di Febbre Gialla nei Paesi africani; la diffusione del Morbillo in Etiopia e Indonesia; i focolai di Colera in Africa, Centro America e Medio Oriente; la Febbre di Lassa, la Difterite e la Meningite, per ora circoscritte in Nigeria; il Poliovirus di tipo 2, per cui si è registrato un sensibile aumento dei malati non solo in Africa, ma anche in Indonesia. E ancora, destano allarme i casi di Epatite Acuta E nel Sud del Sudan, Ebola in Uganda, il Virus Nipah in Bangladesh, la MERS-CoV (la Middle East Respiratory Syndrome), il Botulismo Iatrogeno e le Infezione da Enterovirus, che nel Regno Unito, all'inizio di maggio, sono state associate ad un aumento sensibile della miocardite grave nei neonati.

Pregliasco: "La pandemia Covid insegna"

Tra gli esperti che disegnano un quadro futuro non proprio a tinte rosee c'è il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore dell'ospedale Galeazzi di Milano. "La pandemia ci ha insegnato che non dobbiamo abbassare la guardia - ripete ancora oggi -. Vanno rinforzati i piani pandemici. Ed è necessario introdurre una sorveglianza più sistematica, un monitoraggio coordinato a livello veterinario. Dobbiamo far ricorso all'analisi dei liquami, perché ci può dare molte informazioni sulla presenza del virus. Infine occorre continuare a fare comunicazione e informazione. Soprattutto in vista dell'estate, quando il livello di guardia si abbassa e si viaggia di più nei Paesi esotici".

A New York il Covid rialza la testa

Intanto il Covid rialza la testa. Accade a New York, dove pare che le lancette dell'orologio siano tornate a mesi fa. Le analisi delle acque reflue mostrano segnali di ripresa del virus SARS-CoV-2 nella Grande Mela e nelle aree limitrofe. I 14 impianti di trattamento delle acque reflue nella città hanno infatti riportato un'elevata concentrazione di Covid, ossia almeno 50 o più casi ogni 100.000 persone. Le autorità confermano l'aumento delle rilevazioni dalle acque reflue, ma ritengono che sia ancora troppo presto per dire se questo indichi o meno una nuova ondata. E sorvegliano la situazione.