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Ictus, la riabilitazione passa per i videogiochi. Grazie alla telemedicina

Ictus, la riabilitazione passa per i videogiochi. Grazie alla telemedicina
Removes, una piattaforma di tele-riabilitazione che si basa su tecnologia sensoristica semplice ed economica, aiuta i pazienti anziani nel percorso di recupero domiciliare. Parla Silvana Dellepiane dell'Università di Genova, co-responsabile del progetto
3 minuti di lettura

UN ictus, una caduta, ma anche un banale intervento per le persone fragili come gli anziani può voler dire perdita dell’indipendenza e lunghi percorsi riabilitativi. Capita spesso, però, che tornati alla propria abitazione, senza la possibilità o le motivazioni per continuare i trattamenti, il recupero si interrompa con svantaggi sia per i pazienti e le famiglie, sia per l’assistenza sanitaria. E se ci fosse un modo per i professionisti di seguire i pazienti anche a distanza e motivarli?

La tecnologia dell’Internet of Thing può venire in aiuto. Ne abbiamo parlato con Silvana Dellepiane del DITEN (Dipartimento di Ingegneria Navale, Elettrica, Elettronica e delle Telecomunicazioni) dell’Università di Genova, che, insieme a Giovanni Regesta, direttore sanitario del Centro di Riabilitazione del Gruppo Fides (GHC), è responsabile di un innovativo progetto per curare a distanza pazienti fragili, attraverso esercizi personalizzati e sotto forma di videogiochi, o meglio exergames, attraverso il sistema Removes (Remote Monitoring Validation Engineering System).

Prof.ssa Dellepiane, che cos’è Removes?
"Removes è una piattaforma di teleriabilitazione sviluppata presso DITEN per supportare il mantenimento e il recupero  motorio e cognitivo di pazienti e anziani attraverso dei cosiddetti exergames, cioè dei semplici videogiochi che richiedono l’esecuzione di specifici movimenti, o versioni digitali di test riabilitativi standard. Il progetto si inquadra nell’ambito di sistemi IoT (Internet of Things) per l’acquisizione e il monitoraggio di segnali attraverso sensoristica, che abbiamo scelto per semplicità ed economicità tra le tecnologie già presenti sul mercato. Per utilizzare Removes, infatti, basta munirsi di Microsoft Kinect, Leap Motion e un touchscreen".

Come è nata l'idea e qual è lo scopo?
"Removes è partito dalla richiesta dei medici specialisti della riabilitazione di poter seguire di più il paziente durante il suo percorso riabilitativo in ospedale, in clinica e anche a casa,. Di poter, in pratica, monitorare anche a distanza lo svolgimento degli esercizi fatti in autonomia e i progressi. Abbiamo iniziato all’interno di un progetto europeo in cui collaboravamo con colleghi tedeschi e austriaci e con l’Istituto Don Gnocchi di Milano, ma poi ci siamo resi indipendenti. Il nostro obiettivo era quello di creare una soluzione integrativa, un supporto alla valutazione e alla riabilitazione motorio-cognitiva tradizionale, con lo scopo di favorire l’accompagnamento nelle fasi di dimissione e convalescenza, e promuovere una vita sana e attiva per gli anziani".

Come funziona?
"Attraverso i sistemi di sensoristica raccogliamo segnali dal paziente che sono indicativi delle sue funzioni motorie e cognitive. Proponiamo dei mini-giochi che richiedono di effettuare movimenti che ricalcano quelli fisioterapici e riabilitativi, oppure che registrano gli schemi comportamentali nell’esecuzione di compiti complessi. Il sistema effettu misurazioni da cui, con opportuni algoritmi, si estraggono dei contenuti informativi che permettono all'équipe medica di fare una valutazione. Gran parte del lavoro, che poi è il valore aggiunto del progetto, è proprio quello di fornire all’operatore sanitario dati affidabili e facili da interpretare, elaborando interfacce grafiche intuitive, come la riproduzione virtuale dello scheletro che replica i reali movimenti del paziente. Un po’ come se l’operatore potesse osservarlo di persona. Certo, c’è ancora margine di miglioramento: più lavoriamo e più pazienti analizziamo, più il sistema impara e riesce a distinguere i progressi".

Può farci qualche esempio di exergames che avete creato?
"Per la riabilitazione motoria, per esempio, sullo schermo del televisore appaiono degli oggetti che, a seconda dei casi, il paziente deve cercare di prendere o di evitare. Altri replicano il movimento del test “sit-to-stand”, in cui al paziente viene chiesto di sedersi e alzarsi dalla sedia per valutare la capacità di fare movimenti complessi, l’equilibrio e il bilanciamento, senza contare che la ripetizione di questo esercizio rinforza la muscolatura delle gambe - particolarmente utile nel post-ictus. Altri 'giochi' con l’impiego di touchscreen richiedono al paziente di tracciare un percorso da un punto A a un punto B e sono ideati per valutare sia i movimenti delle mani, sia la velocità di esecuzione del compito, sia le capacità cognitive, tenendo traccia dei tentativi e del percorso scelto dal paziente".

Quali risultati avete ottenuto e qual è stata la reazione dei pazienti coinvolti?
"Abbiamo testato la piattaforma con gli exergames su più di 200 pazienti di diversi centri di riabilitazione, per un totale di circa 3.000 sessioni di riabilitazione. I risultati sono stati molto positivi sia in termini di efficacia riabilitativa sia di riscontro da parte degli utenti. In pratica, i pazienti del Centro di Riabilitazione del Gruppo Fides coinvolti non vedevano l’ora che arrivasse il nostro team per le sessioni di test e si era sviluppata anche una sana competizione tra loro. Insomma, la piattaforma si è rivelata facile da usare, affidabile dal punto di vista tecnico e, presentata sotto forma di gioco, capace di favorire la motivazione dei pazienti combattendo noia e frustrazione".

Come proseguirà il progetto?
"Il sistema è pronto per essere applicato in studi più ampi e per essere traslato nell’ambito del servizio di tele-riabilitazione del sistema sanitario. A nostro avviso questi risultati possono essere ottenuti su ampia scala sul territorio, magari in quei centri che risultano più isolati e difficili da raggiungere. L’obiettivo finale è che il sistema arrivi nelle case. Stiamo proseguendo la collaborazione con la Asl 3 di Genova, in particolare con la Struttura Complessa Recupero e Rieducazione Funzionale Ospedale “La Colletta” di Arenzano, e con IRCSS Ospedale Policlinico San Martino. Stiamo anche lavorando con la piccola e media industria biomedicale per portare avanti un possibile trasferimento tecnologico.