Siamo a Parigi, ma la bandiera italiana sventola alta qui all’Esmo dove sono arrivati due importanti riconoscimenti per l’oncologia italiana che rappresentano un tributo intergenerazionale: da una parte il Fellows of Esmo conferito a chi è tra i padri fondatori della società scientifica europea, Silvio Monfardini, 83 anni, un padre nobile dell'oncologia, già presidente della società europea (Esmo), di quella italiana (Aiom) e poi di quella internazionale (di oncologia geriatrica). Dall’altro la José Baselga Fellowship che è stata attribuita al giovane ricercatore Antonio Marra, 32 anni, Research Associate presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York.
Italiani ‘padri fondatori’ di Esmo
La Società europea di oncologia medica conta oggi circa 125mila iscritti e la maggioranza è costituita da oncologi italiani che tra l’altro sono stati tra i ‘padri fondatori’ di Esmo come ricorda il professor Monfardini che è stato uno dei primi presidenti della società scientifica: “Eravamo come quattro amici al bar che cercavano di dar vita a questa società scientifica”, ricorda l’oncologo che aggiunge: “La mia idea era quella di creare qualcosa di analogo e speculare rispetto all’American Society of Clinical Oncology ed oggi possiamo dire di esserci riusciti. Sono orgoglioso di aver contribuito a costruire una parte importante dell’edificio europeo attraverso la costituzione di Esmo”.
Il riconoscimento di Esmo
Proprio per il prezioso contributo svolto dal professor Monfardini, gli è stata consegnata la targa per un nuovo riconoscimento istituito quest’anno: il Fellow of Esmo attribuito proprio a coloro che hanno dato un contributo significativo alla società scientifica: “Non me l’aspettavo ed è stata una sorpresa”, commenta Monfardini: “E’ il segno dell’orgoglio di questa società scientifica per chi ha contribuito alla sua costruzione”. Peccato che, nonostante la numerosità degli oncologi italiani che ne fanno parte e il ruolo strategico dei ‘padri fondatori’, ad Esmo ci siano stati soltanto tre presidenti italiani: oltre a Silvio Monfardini che è stato il primo, hanno ricoperto quest’incarico soltanto l’oncologo Maurizio Tonato, attualmente referente scientifico della Rete oncologica dell’Umbria, e Fortunato Ciardiello, Ordinario di Oncologia Medica e Prorettore dell'Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.
Più attenzione all’oncologia geriatrica
Come le sembra questa edizione di Esmo finalmente in presenza? “Ci sono tanti temi di attualità, a partire dall’urgenza della sostenibilità ambientale e la crisi energetica, ma purtroppo manca del tutto l’oncologia geriatrica ed è un peccato perché la popolazione mondiale continua ad invecchiare ed è un errore non dedicare attenzione a queste neoplasie che inevitabilmente aumenteranno”, risponde Monfardini che tra l’altro ha ideato insieme al geriatra Roberto Bernabei il corso avanzato dell'International Society of Geriatric Oncology (Siog).
La José Baselga Fellowship
Tra le varie Fellowship istituite da Esmo c’è quella che riconosce l'importanza del ruolo dei clinici-scienziati nella ricerca traslazionale in oncologia e l'impatto che ciò avrà sul futuro della ricerca sul cancro e sulla cura dei pazienti. La borsa di studio José Baselga è stata creata dall'ESMO per aiutare i medici che desiderano seguire questo percorso professionale e per onorare la memoria del Dr. José Baselga, un eminente scienziato clinico che ha ispirato molti giovani oncologi in questo campo. La prima José Baselga Fellowship for Clinician Scientists è stata assegnata ad Antonio Marra, che intraprenderà il suo progetto sul carcinoma mammario resistente alla terapia endocrina presso l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano,
Salerno-Milano-New York
La borsa ha una durata di tre anni e prevede 200.000 euro che consentiranno al giovane ricercatore di portare avanti il suo progetto. Antonio Marra è originario di Salerno, ma si è specializzato in oncologia a Milano dove ha lavorato per tre anni allo Ieo per poi fare un’esperienza presso lo Sloan Kettering Cancer Center di New York. “Il progetto per cui mi è stata assegnata la Fellowship – spiega il giovane ricercatore - è basato sul mio lavoro degli ultimi due anni sul tumore della mammella attraverso il quale ho cercato di identificare le cause di resistenza alla terapia endocrina per trovare terapie alternative grazie alla disponibilità di nuovi strumenti diagnostici di precisione e nuove terapie mirate”.
Un talento italiano che torna in patria
Dunque, l’orgoglio italiano è tenuto alto anche dalle giovani leve: “La generazione Z è composta da giovani estremamente talentuosi, cresciute con la digitalizzazione che gli ha conferito una velocità di apprendimento maggiore, ma allo stesso tempo una grande umiltà”, commenta Giuseppe Curigliano, membro del direttivo nazionale Aiom, professore di Oncologia Medica all'Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative allo IEO e di cui Antonio Marra è stato allievo. “Questo nostro giovane ricercatore – continua Curigliano - è entrato nella scuola di specializzazione a Milano e si è appassionato alla bioinformatica per cercare di costruire modelli predittivi. Poi ha deciso di andare all’estero e in particolare allo Sloan Kettering Cancer Center perché c’è il più grande centro di ricerca genetica al mondo. Lì si è guadagnato la sua visibilità personale e gli hanno chiesto di restare negli Stati Uniti, ma il suo sogno è quello di tornare nel suo paese per realizzare qui in Italia questo progetto”.