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A lezione contro l’Hpv

Crediti: Sincerely Media su Unsplash
Crediti: Sincerely Media su Unsplash 
Bastano due ore per "insegnare" ai ragazzi la prevenzione dai tumori. Come dimostra il Progetto Martina, che ha coinvolto oltre un milione di studenti attraverso le scuole
3 minuti di lettura

Ai ragazzi bastano due ore di "lezione" per imparare come proteggersi dal tumore del collo dell'utero e dagli altri tumori causati dall'Hpv. Ce lo dimostra il Progetto Martina, che dopo lo stop forzato a causa della pandemia torna tra i banchi di scuola.

Sostenuto dai Lions italiani del Multidistretto 108, il Progetto Martina vuole fornire ai giovani informazioni utili per ridurre il rischio di sviluppare alcune malattie oncologiche e sulla diagnosi precoce. In cattedra, per così dire, ci sono medici Lions e non, che, su base volontaria, decidono di dedicare un po' del loro tempo per parlare ai giovani.

I numeri dell'Hpv

Gennaio è il mese dedicato alla prevenzione del tumore al collo dell'utero, una malattia causata nel 99% dei casi da un agente che conosciamo ormai molto bene, il Papillomavirus umano. Tanto bene da aver imparato a prevenirlo molto efficacemente: grazie alla disponibilità di screening e vaccini, infatti, l'incidenza di questo tipo di tumore si è ridotta quasi del 25%.

Ma rimane ancora molto da fare in questo senso, perché nel nostro Paese risultano essere ancora troppo pochi i ragazzi e le ragazze vaccinati: per quanto riguarda quelli nati nel 2009, per esempio, solo il 32% delle femmine e il 26% dei maschi hanno ricevuto la vaccinazione. Il target, infatti, non sono solo le ragazze, dato che il virus è responsabile anche di parte dei tumori di gola, pene e ano.

Il progetto Martina

"Il progetto Martina - racconta a Oncoline la responsabile Adriana Bavosa - nasce agli inizi del 2000 dall'idea di un socio Lions del club di Padova, il professor Cosimo di Maggio, cattedratico di Radiologia preso l'università degli studi di Padova. Lui ha raccolto il testamento morale di una sua giovane paziente che gli aveva chiesto di far conoscere ai giovani che cosa fosse la prevenzione e quanto fosse importante".

Ad oggi il progetto conta il coinvolgimento di oltre un milione di studenti su tutto il territorio italiano, che hanno partecipato prima agli incontri "base" e poi a quelli "di approfondimento". L'obiettivo, come dicevamo, è quello di combattere i tumori informando i giovani sulle possibilità di vaccinazione per alcune patologie oncologiche (come quelle causate appunto dall'infezione da Papillomavirus, appunto), sulle opportunità di diagnosi tempestive e sulla necessità di impegnarsi in prima persona attraverso l'adozione di stili di vita sani.

Come si svolgono gli incontri

Gli incontri, inizialmente rivolti a ragazzi e ragazze di età compresa fra i 16 e i 18 anni e successivamente estesi anche agli under 16, si focalizzano su alcune specifiche tipologie di tumore, come quello del collo dell'utero, il melanoma, il tumore del testicolo o il tumore della mammella, patologie che possono colpire anche i giovani e per le quali si può fare molto dal punto di vista della prevenzione.

Ogni incontro dura circa due ore, come ci spiega Bavosa: "Cerchiamo di coinvolgerli parlando loro in modo molto sereno, senza terrorizzarli. Altrimenti sappiamo che i ragazzi tendono ad alzare un muro e a non partecipare attivamente alla lezione e al dibattito che segue. Più il medico fa la relazione "ex cathedra" e meno i ragazzi fanno domande".

Al termine degli incontri, e poi di nuovo a distanza di un anno, viene chiesto loro di compilare dei questionari, identici in tutta Italia, allo scopo di monitorare l'effettiva comprensione delle nozioni fornite e dell'impatto che hanno avuto sullo stile di vita.

I risultati non mancano

Il 96% degli studenti dichiara di aver compreso che è possibile ridurre il rischio personale di avere un tumore nell'arco della vita. Oltre il 50% afferma inoltre di avere in qualche modo modificato il proprio comportamento a seguito degli incontri, per esempio ponendo maggiore attenzione alla propria alimentazione (60%), riducendo o eliminando il fumo (36%) oppure dedicando più tempo all'attività fisica (68%).

Non solo. "In Veneto - continua la referente del progetto - alcuni ragazzi, a seguito dei nostri seminari, hanno scoperto di avere dei tumori che grazie alla diagnosi precoce si sono risolti al meglio. È successo col melanoma, col tumore alla mammella e col tumore al testicolo. Questo è uno dei motivi che ci spingono a continuare".

Per quanto riguarda, in particolare, il tema del Papillomavirus, l'84% delle ragazze si è detto deciso a vaccinarsi dopo aver partecipato ai seminari. Un risultato importante, vista la scarsa conoscenza di questo fattore di rischio da parte dei giovani. Stando ai questionari relativi all'anno scolastico 2021-2022, il 61% dei ragazzi coinvolti avrebbe infatti dichiarato di non sapere cosa sia il Papillomavirus.

Altro importante risultato è che, sempre in base alle risposte ottenute, sembra iniziare a diffondersi la pratica dell'auto-esame per scoprire personalmente l'eventuale presenza di segni obiettivi di una patologia (23%). Infine, a distanza di tempo molti studenti (l'86%) dichiara di avere ancora un ottimo ricordo del primo incontro e suggeriscono di estendere l'attività formativa ad altri studenti.

"L'85-88% dei ragazzi - continua Bavosa - non si dichiara spaventato dagli argomenti trattati e quasi nessuno trova difficile il linguaggio utilizzato dai medici". A fare la differenza è il coinvolgimento di medici non troppo specializzati negli argomenti da trattare durante i seminari, per evitare l'utilizzo di un linguaggio eccessivamente formale. Molto efficace è anche la partecipazione di medici pediatri.

Programmi per il 2023

"Questo dovrebbe essere l'anno della ripresa", prosegue Bavosa: "Abbiamo già fatto molti incontri, stiamo rinnovando il materiale e il nostro progetto è di tornare a incontrare circa 100mila ragazzi l'anno, come avveniva in passato". In tutto questo, la collaborazione da parte delle scuole è ovviamente fondamentale: "Abbiamo bisogno - conclude - che le scuole siano disponibili ad accoglierci e a dedicare queste due ore all'anno per ogni classe al Progetto Martina".