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Tumore al seno, la street art per lo screening

Tumore al seno, la street art per lo screening
Usare l’arte di strada in quartieri popolari per comunicare un messaggio di sanità pubblica. Come l'importanza della diagnosi precoce del cancro che più di ogni altro colpisce le donne
3 minuti di lettura

Da qualche giorno, chi dovesse passare per via Lucera, nel cuore di Foggia, sulla palazzina al numero 58 non potrebbe non notare una grande opera di street art. Il murale raffigura una donna che porge un vassoio con sopra due margherite rosa. E con una scritta: screening. A realizzare l'opera è stata la street artist Stereal (Stefania Marchetto), classe 1987, su commissione. Una commissione speciale: quella delle donne operate per un tumore al seno.

L'opera raffigura, infatti, una moderna Sant'Agata, la santa protettrice del seno. Un emblema rivisitato e  attualizzato. E non sarà la sola opera: è infatti il primo di una serie di graffiti che l'associazione Europa Donna Italia vuole far realizzare per una nuova campagna a favore dello screening mammografico, "Ogni seno ha una storia. Lo screening te la può raccontare".

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I dati dello screening

Perché? La risposta è ovvia per chi si occupa di tumore al seno. I dati rilevati dall'Osservatorio Nazionale Screening (ONS) evidenziano, infatti, come l'adesione in Italia si attesti al 46,3% (dato del 2021), con notevoli differenze tra macroaree regionali: al Nord i valori di copertura sono stabili al 61%, al Centro intorno al 48% e nell'area Sud e Isole intorno al 22-23%. Ma il divario non è solo Nord-Sud: "Non a caso, l'Associazione italiana di Oncologia Medica, in collaborazione con le associazioni pazienti, sta lavorando per azzerare le molteplici disparità", ricorda Saverio Cinieri, Presidente nazionale Aiom.

Il percepito delle donne

Per comprendere il percepito della popolazione femminile sullo screening, Europa Donna Italia ha commissionato un'indagine a IQVIA su circa 500 donne tra i 50 e i 69 anni. Ebbene: oltre il 90% delle donne sa che cos'è e a cosa serve, e il 58% lo ritiene lo strumento più efficace per favorire la prevenzione del tumore al seno. Ma c'è anche un 9% che non si sottopone a regolare prevenzione secondaria. Di queste, il 30% non è a conoscenza dello screening gratuito e il 43% non ha ricevuto la lettera di convocazione che invita a sottoporsi all'esame. E c'è anche chi, pur essendo stata convocata, non aderisce o aderisce solo parzialmente al programma di prevenzione (13%).

I risultati mostrano chiaramente quali siano alcune delle criticità che più limitano la partecipazione allo screening. Per esempio, la mancanza di fiducia nei confronti del sistema sanitario nazionale, dovuta alla scarsa conoscenza dell'expertise di operatori e centri, e il fatto che alcune donne non si considerino soggetti a rischio. Spiccano anche le modalità poco smart con cui l'Asl invia le convocazioni: nell'80% dei casi avviene tramite una lettera postale che, oltretutto, il 20% del campione intervistato dichiara di non avere ricevuto.

Tumore al seno, Rosanna D'Antona (Edi): "Cosa cambiare nello screening perché funzioni meglio"

"Spesso la percezione che le donne hanno dello screening non corrisponde alla realtà - commenta Rosanna D'Antona, Presidente di Europa Donna Italia - Ecco perché è importante chiarire quali siano i plus che ne determinano l'efficacia, ovvero la gratuità, la semplicità di accesso (si viene chiamate direttamente senza dover prenotare, ndr.) e il percorso strutturato (si segue un percorso di screening controllato in tutte le sue fasi, ndr.). Tuttavia, sono diversi gli aspetti che serve migliorare se si vuole aumentare l'adesione allo screening mammografico".

Cosa bisogna cambiare

Queste criticità riguardano:

1) La necessità di aggiornare le modalità di recapito dell'invito e dell'esito dello screening; il bisogno di rimodulare il messaggio per ribadire la possibilità di effettuare gratuitamente lo screening e di verificare l'utilizzo di strumenti già esistenti per la prenotazione. 

2) L'importanza di rendere le donne più consapevoli e proattive verso la necessità di effettuare lo screening, anche spiegando concetti come familiarità con questo tipo di tumore e seno denso.

3) L'urgenza di uniformare lo screening nella fascia di età compresa tra i 45 e i 74 anni in tutte le regioni, come prevede il Piano Nazionale di Prevenzione. 

 

Il primo murale a Foggia

Questa volta, il linguaggio scelto dalla campagna per parlare a più persone possibile è dunque quello dell'arte di strada, e SteReal ha re-interpretato l'immagine di Sant'Agata come l'amica che ci ricorda quanto sia importante prendersi cura di sé.

Stereal (Stefania Marchetto)
Stereal (Stefania Marchetto) 

"Quando sono stata contattata per il progetto, per prima cosa ho studiato la storia di questa santa, a cui erano stati tagliati i seni e messi su un vassoio", racconta l'artista: "Questa immagine ha ovviamente un forte impatto. Nel mio disegno, le margherite rosa, simbolo della campagna, prendono però il posto dei seni, per lanciare il messaggio di fiducia. La mia Sant'Agata, inoltre, non ha volto: è la mia cifra stilistica, perché voglio che il messaggio arrivi a tutte le donne. Da quando ho cominciato a lavorare a quest'opera, molte persone si sono avvicinate e hanno fatto domande, incuriosite. Nei prossimi giorni verrà apposto anche Qr code sul muro per rimandare al sito di Europa Donna Italia, in cui si potranno trovare tutte le informazioni sullo screening. Credo che il passaparola sarà un importante strumento di questa campagna".

Un passaparola fisico, ma anche virtuale, perché tutte le tappe della campagna saranno raccontate via social.