Attenti alla sindrome da divano. Se proprio volete farvi una maratona televisiva incollati ad una serie imperdibile di cui volete vedere la fine oppure se non riuscite a staccare la mente dai talk, ricordate almeno di muovervi regolarmente facendo qualche passo o qualche esercizio che solleciti i muscoli delle gambe. Senza pause, col tempo, favorirete la comparsa di coaguli all'interno dei vasi e quindi potenziali complicanze locali e soprattutto a distanza.
Ad indicare come i maratoneti del piccolo schermo possano essere a rischio di tromboembolismo venoso (Tev), patologia che può interessare l'intero organismo e che prende il via proprio da coaguli che si formano all'interno delle vene, è una ricerca inglese apparsa su European Journal of Preventive Cardiology.


La ricerca ha appunto esaminato l'associazione tra visione TV e tromboembolismo venoso, considerando sia l'embolia embolia polmonare che la trombosi venosa profonda, con un coagulo di sangue che si forma in una vena profonda, di solito nelle gambe, e da lì può muoversi nel sistema vascolare. I ricercatori hanno condotto una meta-analisi considerando tre diversi studi, comprendenti oltre 131.000 partecipanti sani all'inizio dell'indagine di età superiore ai 40 anni.
La quantità di tempo trascorso a guardare la TV è stata valutata mediante questionario e i partecipanti sono stati classificati come spettatori prolungati (almeno 4 ore al giorno davanti al piccolo schermo) e chi invece aveva permanenze più brevi, con meno di 2,5 ore al giorno.
I soggetti sono stati seguiti per periodi variabili da poco più di cinque anni fin quasi a vent'anni ed ha dimostrato un aumento della probabilità di sviluppare tromboembolismo venoso in chi guardava la Tv per quattro o più ore al giorno rispetto alla popolazione di controllo.
L'associazione era indipendente da età, sesso, indice di massa corporea e attività fisica. "Tutti e tre gli studi sono stati adeguati per questi fattori poiché sono fortemente correlati al rischio di Tev: per esempio, l'età avanzata, l'indice di massa corporea più elevato e l'inattività fisica sono collegati a un aumentato rischio di questa condizione - è il commento di Kunutsor. "I risultati indicano che, indipendentemente dall'attività fisica, dall'indice di massa corporea, dall'età e dal sesso, guardare molte ore di televisione è un'attività rischiosa per quanto riguarda lo sviluppo di coaguli di sangue". Lo studio, va detto, parla di associazione e non di correlazione, quindi non indica un preciso rapporto causa effetto. Ma, come ricorda Kunutsor, "la visione prolungata della Tv comporta l'immobilizzazione che è un fattore di rischio per Tev. Questo è il motivo per cui le persone sono incoraggiate a spostarsi dopo l'intervento chirurgico o durante un volo a lungo raggio. Inoltre, quando si siede in una posizione angusta per lunghi periodi, il sangue si accumula nelle estremità anziché circolare e questo può causare coaguli di sangue".
Ultima segnalazione. Stando all'indagine i "tele-dipendenti" tendono più facilmente a consumare alimenti poco salutari con incremento del rischio di obesità e ipertensione. E questi due elementi, si sa, non aiutano certo il benessere del cuore e delle arterie.
