Meglio tardi che mai. Se siete sempre stati pigri, pronti a mettervi in pantofole davanti alla Tv sappiate che ogni età è buona per cominciare a fare una regolare attività fisica. Così infatti, preserverete il vostro cuore. Quindi anche per gli over-70, calzare la tuta e fare una corsetta oppure camminare a passo veloce, se il corpo lo consente, può diventare un vero e proprio salvacondotto per prevenire l'infarto e lo scompenso cardiaco.
Quanto deve durare lo sforzo? Lo dice una ricerca coordinata da Claudio Barbiellini Amidei dell'Università di Padova, pubblicata su Heart. Stando ai risultati dello studio venti minuti di esercizio da moderato a vigoroso ogni giorno tra i 70 e i 75 anni possono allontanare lo spettro di problemi al cuore quando si superano gli 80 anni.
Come era lecito attendersi, molti dei partecipanti presentavano già patologie a carico di altri apparati: tra le donne erano più frequenti problemi alle articolazioni, osteoporosi e malattie renali croniche, mentre tra gli uomini erano più comuni malattie respiratorie croniche come la Bpco e il diabete. I partecipanti hanno compilato questionari sui loro livelli di attività fisica ad ogni controllo.
I cambiamenti nei modelli di attività fisica sono stati definiti come: stabile-basso (inattivo-inattivo); alto decrescente (attivo-inattivo); a basso aumento (inattivo-attivo); e stabile-alto (attivo-attivo). La salute di tutti i partecipanti è stata monitorata attraverso il collegamento ai registri delle dimissioni ospedaliere e alla certificazione di morte fino alla fine di dicembre 2018.
L'analisi finale includeva 2754 partecipanti con dati completi, di cui 1398 donne (60%). Durante il periodo di monitoraggio sono state effettuate 1037 nuove diagnosi di malattie cardiache, insufficienza cardiaca e ictus.
Bastano poche calorie in meno e un po' di movimento: così le arterie restano elastiche
La maggior parte dei partecipanti ha avuto modelli di attività fisica attiva stabili nel tempo. I modelli di attività fisica stabile alta erano associati a un rischio significativamente inferiore (52%) di malattie cardiovascolari tra gli uomini rispetto a quelli con modelli stabili bassi. I maggiori benefici sembravano verificarsi all'età di 70 anni. Il rischio era solo marginalmente inferiore all'età di 75 anni e non era inferiore all'età di 80-85 anni, suggerendo che il miglioramento dell'attività fisica precocemente in età avanzata potrebbe avere l'impatto maggiore.
"Lo studio ha quindi mostrato una minor incidenza di eventi cardiovascolari in uomini e donne attivi, e sia gli uomini che le donne avevano un rischio di mortalità (un endpoint indiscutibile) significativamente più basso - spiega Gianfranco Sinagra, coautore di un editoriale sul tema e docente di Malattie Cardiovascolari all'Università di Trieste. È interessante notare che la riduzione del rischio di eventi cardiovascolari associato a uno stile di vita attivo negli uomini era più marcato a 70 anni e solo moderatamente ridotto a 75 anni, mentre nessun segno di correlazione era stato osservato a 80 e 85 anni. Questo studio rivela che la persistenza di una vita attiva nelle persone anziane può migliorare la prognosi, tuttavia questo potenziale beneficio è per lo più evidente quando uno stile di vita attivo è presente all'inizio della cosiddetta età anziana". Sia chiaro: lo studio non ipotizza meccanismi che potrebbero spiegare questi risultati anche perché i dati sull'attività fisica erano autoriferiti, quindi legati alla percezione del singolo.
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