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Attività fisica, meglio allenarsi la mattina per la prevenzione di ictus ed infarto

Attività fisica, meglio allenarsi la mattina per la prevenzione di ictus ed infarto
Muoversi regolarmente fa bene. Sempre e comunque. Ma sfruttare le prime ore del giorno per lo sport potrebbe proteggere di più in chiave cardiovascolare. Soprattutto per le donne
2 minuti di lettura

Siete abituati a calzare le scarpette, indossare la tuta e fare la classica seduta di jogging, la nuotata in piscina o l'allenamento in palestra. Se la risposta è positiva, farete comunque bene al cuore e alle arterie. L'attività fisica è una vera e propria terapia preventiva per proteggere da infarto ed ictus.

Ma a questa realtà acclarata, ora si aggiunge uno spunto che viene dalla ricerca in cronobiologia. Anche l'ora del giorno in cui ci si lascia andare allo sforzo, tarato sulle possibilità di ognuno, sarebbe importante in chiave preventiva. Indipendentemente dalla quantità totale di attività fisica quotidiana, l'esercizio nelle prime ore del giorno sarebbe associato ad un minor rischio di infarti ed ictus con una tendenza protettiva particolarmente elevata nelle donne. A dirlo è una ricerca coordinata da Gali Albalak del Centro medico universitario di Leida, on Olanda, apparsa su European Journal of Preventive Cardiology.

Controlli fino a otto anni

La ricerca, va sottolineato, parla di associazione e non di correlazione tra l'ora dell'attività fisica e il rischio di eventi cardiovascolari. Quindi non identifica un meccanismo causa-effetto, ma si limita a registrare dei dati.

Sono stati considerati i dati relativi ad oltre 86.000 adulti tutti senza alcuna patologia cardiovascolare al momento dell'inclusione nello studio, disponibili nella UK Biobank. Le persone erano di età compresa tra i 42 e i 78 anni e per quasi il 60% si trattava di donne.

Tutti hanno indossato dispositivi in grado di tracciare l'attività fisica, per sette giorni di seguito. Sono stati osservati nel periodo di controllo, variabile da 6 a 8 anni, i primi ricoveri per malattie cardiovascolari e le morti per ischemia coronarica o ictus. Durante il monitoraggio ci sono stati 2.911 partecipanti che hanno sviluppato una malattia coronarica e 796 che hanno avuto un ictus. Confrontando i tempi di attività di punta nelle 24 ore, i rischi sono apparsi minori per chi era più attivo tra le 8 e le 11.

La cronobiologia peserebbe di più nelle donne

Gli studiosi hanno anche diviso tutti i partecipanti in quattro gruppi, in base all'ora di massimo sforzo fisico: alle 8, intorno alle 10, verso le 12 o verso le 19. Il gruppo del mezzogiorno ha funzionato da riferimento. Chi è stato più attivo al mattino presto o in tarda mattinata aveva rispettivamente l'11% e il 16% in meno di rischio di malattia coronarica incidente rispetto al gruppo di riferimento.

Inoltre, chi era più attivo in tarda mattinata aveva una riduzione del rischio di ictus del 17% rispetto al gruppo di riferimento. Nelle donne, le variabili dei ritmi circadiani sono apparse ancor più marcate: quelle che erano attive al mattino presto o verso le 10 avevano rispettivamente il 22% e il 24% in meno di rischio di malattia coronarica, rispetto al gruppo di riferimento. Inoltre, le donne che erano più attive in tarda mattinata avevano una riduzione del 35% del rischio di comparsa di ictus rispetto al gruppo di riferimento.

Secondo Albalak, pur se non si possono trarre conclusioni, "i risultati si aggiungono alle prove sui benefici per la salute dell'essere fisicamente attivi, suggerendo che l'attività mattutina, e in particolare in tarda mattinata, può essere la più vantaggiosa".

Importante è non cedere alla sedentarietà

Sul fronte scientifico, si conferma ancora una volta l'efficacia dell'attività fisica regolare, con sforzi su misura per ogni persona, nella prevenzione cardiovascolare. Ma appare più difficile tentare di chiarire come mai muoversi la mattina sarebbe meglio.

"Siamo solo nel mondo delle ipotesi e quindi proviamo a farne una che aiuti a capire questi risultati: si può ipotizzare che fare movimento la mattina comporti un effetto che si mantiene nelle ore successive, con effetti benefici sull'organismo - prova a spiegare Michelangelo Giampietro, docente presso la Scuola dello Sport - Sport e Salute di Roma. Nelle ore successive allo sforzo, oltre ad un calo della pressione sistolica e diastolica, si possono avere liberazioni di sostanze ad azione antinfiammatoria ed antiossidante che permangono disponibili per qualche tempo. Questo potrebbe aiutare a proteggere dallo stress della vita di ogni giorno". Come detto, tuttavia, si tratta solo di ipotesi. L'importante è prevenire, con l'attività fisica. Per la salute di cuore, cervello e arterie.