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Meningite, coperture vaccinali “troppo basse e disomogenee”

Foto: Gaelle Marcel/Unsplash
Foto: Gaelle Marcel/Unsplash 
È un'infezione rara, ma molto grave. E non va sottovalutata l’importanza della prevenzione attiva: in termini di vaccinazioni anti-meningite, dicono gli esperti, si può fare più e meglio
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Ha un’incidenza di 0,3 casi ogni 100mila abitanti, relativamente bassa. Ma quasi il 30% della popolazione ne è portatore sano, e quindi veicolo di contagio. E, soprattutto, è una malattia mortale e debilitante, che può arrivare a manifestarsi in forma di epidemia, evolvere rapidamente e provocare gravi conseguenze in campo sanitario, economico e sociale. Parliamo della meningite, ossia l’infiammazione delle membrane che ricoprono il cervello e il midollo spinale, che normalmente sono sterili: una malattia generalmente infettiva, che può essere causata da virus, batteri (principalmente di tre tipi: Neisseria meningitidis, meningococco, tipico delle vie respiratorie, di cui cinque sono i ceppi in grado di causare malattia, A, B, C, W 135 e Y; Streptococcus pneumoniae; Haemophilus influenzae tipo b) e altri microrganismi.

La buona notizia è che contro la meningite esistono dei vaccini molto efficaci. Le cattive, invece, sono appena emerse nel corso di un Dialogue Meeting promosso dalla rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief e tenutosi a Roma: anzitutto, la bassa incidenza della meningite fa sì che nell’opinione pubblica ci sia ancora una percezione inadeguata del rischio reale connesso alla sua alta letalità; secondo, gli strumenti di prevenzione primaria contro la malattia (cioè la vaccinazione) siano ancora troppo disomogenei e diversamente accessibili in tutto il Paese.

Copertura vaccinale: siamo lontani dagli obiettivi

Qualche numero: allo stato attuale, solo sei regioni - Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia - raccomandano la vaccinazione contro il meningococco B (il più comune tra i ceppi batterici) agli adolescenti; anche per le vaccinazioni contro gli altri ceppi, nelle fasce d’età in cui sono raccomandate, i dati nazionali riportano una copertura media del 76% a 36 mesi, molto lontani dall’obiettivo del Piano Nazionale Prevenzione Vaccini. Ragion per cui è necessario intervenire subito e tempestivamente, semplificando e rendendo più omogeneo l’accesso alla vaccinazione, coinvolgendo anzitutto le scuole: “La vaccinazione antimeningococcica - ha detto Roberta Siquilini, presidente della Società di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (Siti) - è sicura ed efficace contro una patologia gravissima che si manifesta normalmente con cluster epidemici all’interno di scuole o luoghi ricreativi. I dati relativi alle coperture vaccinali ci dimostrano come la popolazione non abbia la corretta percezione del rischio corso, soprattutto dai bambini e dai giovani, ed è quindi necessario impegnarsi affinché l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione sia supportata da percorsi di informazione dei genitori anche in ambito scolastico. I Dipartimenti di prevenzione vanno quindi forniti di risorse adeguate per poter svolgere quella parte comunicativa che, nel nostro paese, è ancora particolarmente debole”.

Meningite, una “bruttissima bestia” che può colpire a ogni età

C’è dell’altro: sebbene la meningite sia una malattia prevalentemente pediatrica e adolescenziale, non si può dimenticare – ricordano gli esperti – che può colpire anche in età adulta, in special modo alcuni soggetti a rischio. Per esempio le persone immunocompromesse e i trapiantati, ma più in generale tutti quelli che per ragioni professionali o comportamentali sono esposti a rischi e che spesso non sono adeguatamente informati della raccomandazione e della gratuità delle vaccinazioni anti-meningococciche. “I vaccini - ha detto Stefano Vella, infettivologo, ricercatore e docente di salute globale all’Università Cattolica di Roma - rappresentano il più importante strumento di sanità pubblica che la scienza ha messo a disposizione del genere umano. La prevenzione di numerose malattie ha permesso la straordinaria crescita dell’aspettativa e della qualità di vita di milioni di persone. Nello specifico, la malattia meningococcica è una malattia batterica rara ma molto grave, una ‘bruttissima bestia’, che può causare danni a lungo termine, come la perdita di arti o lesioni cerebrali gravi, ed essere mortale. La vaccinazione è il modo migliore per evitarla”.


In particolare, dal Dialogue Meeting sono emerse diverse istanze per far sì che la risposta sanitaria sia più incisiva in termini di prevenzione primaria: più risorse di personale nei Dipartimenti di prevenzione, un’adozione del calendario vaccinale omogenea su tutto il territorio nazionale; un’attività di comunicazione continua ed efficace per contrastare il fenomeno dell’esitazione vaccinale e per informare l’opinione pubblica; il consolidamento della scuola come volano di azioni volte a creare consapevolezza, sia negli studenti che nelle loro famiglie, dell’importanza e della sicurezza dei vaccini.