Oggi si celebra la giornata mondiale dei calzini spaiati: l’idea nata in Friuli
Ogni primo venerdì di febbraio si celebra la ricorrenza internazionale, nata dall'idea di Sabrina Flapp, insegnante di Terzo di Aquileia
Daniela Larocca
Non arrabbiatevi se la prossima volta che tirate fuori il bucato dalla lavatrice uno dei due calzini risulterà irrimediabilmente disperso. Indossatelo con un altro, magari di diverso colore e fantasia, e sarete in perfetta sintonia con la Giornata dei calzini spaiati, che cade ogni anno il primo venerdì di febbraio.
Tutto nasce in Friuli
L’iniziativa è nata qualche anno fa proprio qui in regione, in una scuola di Terzo d’Aquileia, grazie all’intuizione di Sabrina Flapp che ha deciso di assurgere una coppia di calzettoni a simbolo dell’integrazione e dell’accettazione delle differenze.
Un’idea abbracciata negli anni da moltissime scuole italiane. Oggi la maestra Sabrina si è trasferita in un altro plesso, ma nell’istituto di Terzo, e non solo, le insegnanti continuano a seguire le sue orme.
Non si tratta solo di tirare fuori dal cassetto i calzini e tenerli chiusi e coperti in una scarpa: l’invito, per tutti, è anche a mostrarli. E ovviamente per tutta la giornata impazzeranno le foto sui social con l’hashtag #giornatadeicalzinispaiati, a corredo di fotografie e post che immortalano le coppie di calzini più disparate.
Come è nata l’iniziativa
L’idea è stata portata avanti da cinque amiche, Sabrina appunto, Edy, Giulia, Silvia e Clara. «In una scuola a tempo pieno – ha spiegato al Messaggero Veneto la maestra Flapp – è necessario trovare sempre qualcosa di creativo che possa anche far riflettere i bambini».
«Mi è sempre piaciuta Pippi Calzelunghe, la trovo originale. È stata proprio lei a ispirarmi. C’è bisogno di senso di appartenenza, di legami, di famiglia, è questo il messaggio che volevamo far arrivare. In questi anni abbiamo raggiunto case, scuole, uffici, persone di ogni età. Grazie al passaparola sono arrivate migliaia di fotografie da tutta Italia».
Divertimento e leggerezza ma anche un modo per riflettere sui temi di attualità. «L’obiettivo – chiarisce l’insegnante – è diffondere il messaggio di accettazione della diversità, in varie forme e in vari modi. Nel 2018 ricordo che sono arrivati 800 calzini da tutta Italia. Li abbiamo trasformati in marionette che poi abbiamo donato ai bambini bisognosi». Sabrina, Edy, Giulia, Silvia e Clara dedicano il loro tempo libero, come clown di corsia, ai bambini malati.
«Con i calzini si può giocare, ci si può divertire, fanno parte della quotidianità. Ognuno legge l’iniziativa a modo suo, la fa propria. È questa la forza del nostro progetto. Siamo tanti e tutti diversi l’uno dall’altro, dobbiamo soltanto saperci accettare e avere la pazienza di cercare, un po’ come facciamo al mattino quando non troviamo i calzini dello stesso colore».
«Solo grazie agli altri possiamo avere più idee. Ognuno di noi è diverso e perciò speciale. La diversità non è sinonimo di brutto o cattivo ma dev’essere vista come speciale proprio per la sua unicità. È soprattutto ai bambini che vogliamo fare arrivare questo messaggio, con un linguaggio adatto a loro».
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