Marino a Floro Flores:«Adesso tocca a te»
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di Massimo Meroi
UDINE. Le fortune di una squadra passano sempre e comunque attraverso le prodezze dei loro attaccanti e il cammino dell’Udinese ne è una fedele testimonianza. A inizio stagione le cinque punte a disposizione di Marino volavano e segnavano. Il tecnico siciliano li alternava ma il prodotto non cambiava: segnavano e l’Udinese vinceva. Poi il black-out totale, con un’unica “impennata” quella nella gara con la Lazio in cui non bastarono tre gol (doppietta di Di Natale e gol di Quagliarella) per tornare alla vittoria. Proprio i due nazionali sono stati gli uomini simbolo della resurrezione bianconera con i gol firmati contro Juve e Napoli che hanno dato un po’ di ossigeno alla classifica bianconera. Domenica prossima, però, contro il Bologna, Quagliarella non ci sarà perchè squalificato e il suo posto sarà preso da Floro Flores.
Occasione. Per il numero 83 di Marino è una di quelle opportunità da cogliere al volo. Il 2009 di Antonio non è cominciato nel migliore dei modi anche a causa di quel problema al nervo sciatico che si è procurato nell’ultima gara del 2008 a San Siro con il Milan. Il malanno si è riacutizzato nella gara di Cagliari e infatti Floro Flores ha saltato sia la gara di coppa Italia con la Samp che la trasferta di Palermo.
Atteggiamento. In campo per pochi spiccioli con Juve e Napoli ha lasciato perplessi il suo approccio un po’ molle a sfide così importanti, come confermano quel tiro da 40 metri verso Buffon quando era meglio rallentare il gioco e soprattutto quel pallone perso a centrocampo e dal quale è nata a un minuto dal 90°la mega occasione poi sprecata da Lavezzi. È vero che quando non si sta bene tutto è difficile, ma Antonio deve capire che si può essere decisivi per la propria squadra anche giocando sette minuti.
Dualismo. Alla lunga forse ha pagato il dualismo con Quagliarella, eppure a inizio stagione non era così. Decisivo nella gara di coppa Uefa giocata in Germania contro il Borussia Dortmund, Floro ha sfoderato una delle sue migliori prestazioni proprio contro il Bologna al Dall’Ara: rigore procurato con conseguente espulsione del marcatore diretto, gol del 2-0 e assist per il 3-0 di Pepe. Impossibile chiedergli di più.
Capolinea. Classico giocatore genio e sregolatezza, il napoletano deve trovare più continuità di rendimento se vuole conquistarsi un posto da titolare. L’ultima sua partita sopra la sufficienza l’ha disputata a Firenze. A essere sinceri per un’ora disputò una prova stellare: un gol da fuoriclasse, altre due reti negategli da Frey versione uomo-ragno. Era il 22 novembre. Adesso all’Udinese tutti si aspettano di rivederlo nella sua versione più luccicante. I medici stanno lavorando per consentirgli di arrivare domenica in buone condizioni, il dg Leonardi lo incoraggia: «Antonio ha tutta la nostra fiducia, deve solo giocare come sa».
UDINE. Le fortune di una squadra passano sempre e comunque attraverso le prodezze dei loro attaccanti e il cammino dell’Udinese ne è una fedele testimonianza. A inizio stagione le cinque punte a disposizione di Marino volavano e segnavano. Il tecnico siciliano li alternava ma il prodotto non cambiava: segnavano e l’Udinese vinceva. Poi il black-out totale, con un’unica “impennata” quella nella gara con la Lazio in cui non bastarono tre gol (doppietta di Di Natale e gol di Quagliarella) per tornare alla vittoria. Proprio i due nazionali sono stati gli uomini simbolo della resurrezione bianconera con i gol firmati contro Juve e Napoli che hanno dato un po’ di ossigeno alla classifica bianconera. Domenica prossima, però, contro il Bologna, Quagliarella non ci sarà perchè squalificato e il suo posto sarà preso da Floro Flores.
Occasione. Per il numero 83 di Marino è una di quelle opportunità da cogliere al volo. Il 2009 di Antonio non è cominciato nel migliore dei modi anche a causa di quel problema al nervo sciatico che si è procurato nell’ultima gara del 2008 a San Siro con il Milan. Il malanno si è riacutizzato nella gara di Cagliari e infatti Floro Flores ha saltato sia la gara di coppa Italia con la Samp che la trasferta di Palermo.
Atteggiamento. In campo per pochi spiccioli con Juve e Napoli ha lasciato perplessi il suo approccio un po’ molle a sfide così importanti, come confermano quel tiro da 40 metri verso Buffon quando era meglio rallentare il gioco e soprattutto quel pallone perso a centrocampo e dal quale è nata a un minuto dal 90°la mega occasione poi sprecata da Lavezzi. È vero che quando non si sta bene tutto è difficile, ma Antonio deve capire che si può essere decisivi per la propria squadra anche giocando sette minuti.
Dualismo. Alla lunga forse ha pagato il dualismo con Quagliarella, eppure a inizio stagione non era così. Decisivo nella gara di coppa Uefa giocata in Germania contro il Borussia Dortmund, Floro ha sfoderato una delle sue migliori prestazioni proprio contro il Bologna al Dall’Ara: rigore procurato con conseguente espulsione del marcatore diretto, gol del 2-0 e assist per il 3-0 di Pepe. Impossibile chiedergli di più.
Capolinea. Classico giocatore genio e sregolatezza, il napoletano deve trovare più continuità di rendimento se vuole conquistarsi un posto da titolare. L’ultima sua partita sopra la sufficienza l’ha disputata a Firenze. A essere sinceri per un’ora disputò una prova stellare: un gol da fuoriclasse, altre due reti negategli da Frey versione uomo-ragno. Era il 22 novembre. Adesso all’Udinese tutti si aspettano di rivederlo nella sua versione più luccicante. I medici stanno lavorando per consentirgli di arrivare domenica in buone condizioni, il dg Leonardi lo incoraggia: «Antonio ha tutta la nostra fiducia, deve solo giocare come sa».
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