I bianconeri non sono spietati Tre ritornano in azzurro
1 minuto di lettura

Dai i tuoi voti ai bianconeri
Convocati Pepe, D'Agostino e Di Natale
Di Natale si tiene stretta questa Udinese
di Pietro Oleotto
UDINE. Che male. A caldo. E anche a freddo. Perchè i risultati di ieri hanno riaperto la ferita, fatto capire che quel gol sbagliato a un minuto dal 90’ da Di Natale – bravissimo a costruirsi dal nulla un’azione da rete, sia ben chiaro – avrebbe potuto proiettare l’Udinese davvero in alto, tra le grandi, alla pari di Juventus e Fiorentina, davanti all’Inter, con la sola Sampdoria al piano superiore. Oddio, il ragionamento ricorda la frase sul famoso nonno: avesse avuto le ruote, sarebbe stato un carretto. Anche nel calcio i “se” lasciano il tempo che trovano, perchè una partita è fatta di episodi e la squadra di Mourinho ha sfruttato alla perfezione quelli (quello) del recupero.
Certo è che l’Udinese deve guardare alle occasioni perdute e, con la sosta di campionato all’orizzonte (si riprenderà il 18, al Friuli arriverà l’Atalanta), analizzare perchè ha raccolto un solo punto lontano dalle mura amiche, quello di Napoli. Un modo per cercare di migliorarsi, non per pretendere l’impossibile: la posizione in classifica è buona, sarebbe stata ottima con qualche altro punticino in tasca.
Proprio al San Paolo, per esempio, l’Udinese ha graziato una squadra – quella di Donadoni – in evidente difficoltà, mentre due settimane prima, a Marassi, non era riuscita a realizzare almeno un paio di gol a portata di piede. Un po’ quello che è successo anche sabato sera a San Siro, con la rete fallita da Di Natale che fa coppia con quella che Sanchez si è mangiato nell’area dell’Inter, dopo una “piroetta” e un tiro troppo alto e forse troppo violento: sarebbe bastato un tocco morbido per costringere i campioni d’Italia all’inseguimento, cambiando gli equilibri della ripresa.
Insomma, non è spietata l’Udinese, a cominciare dalle movenze di un centravanti come Floro Flores che troppe volte svaria, agendo quasi da punta aggiunta, invece di presidiare il cuore dell’area. Non è spietata e, forse emozionata, sbaglia qualche gol di troppo. Un “difetto” in attesa di scoprire la vera anima di questa squadra.
Convocati Pepe, D'Agostino e Di Natale
Di Natale si tiene stretta questa Udinese
di Pietro Oleotto
UDINE. Che male. A caldo. E anche a freddo. Perchè i risultati di ieri hanno riaperto la ferita, fatto capire che quel gol sbagliato a un minuto dal 90’ da Di Natale – bravissimo a costruirsi dal nulla un’azione da rete, sia ben chiaro – avrebbe potuto proiettare l’Udinese davvero in alto, tra le grandi, alla pari di Juventus e Fiorentina, davanti all’Inter, con la sola Sampdoria al piano superiore. Oddio, il ragionamento ricorda la frase sul famoso nonno: avesse avuto le ruote, sarebbe stato un carretto. Anche nel calcio i “se” lasciano il tempo che trovano, perchè una partita è fatta di episodi e la squadra di Mourinho ha sfruttato alla perfezione quelli (quello) del recupero.
Certo è che l’Udinese deve guardare alle occasioni perdute e, con la sosta di campionato all’orizzonte (si riprenderà il 18, al Friuli arriverà l’Atalanta), analizzare perchè ha raccolto un solo punto lontano dalle mura amiche, quello di Napoli. Un modo per cercare di migliorarsi, non per pretendere l’impossibile: la posizione in classifica è buona, sarebbe stata ottima con qualche altro punticino in tasca.
Proprio al San Paolo, per esempio, l’Udinese ha graziato una squadra – quella di Donadoni – in evidente difficoltà, mentre due settimane prima, a Marassi, non era riuscita a realizzare almeno un paio di gol a portata di piede. Un po’ quello che è successo anche sabato sera a San Siro, con la rete fallita da Di Natale che fa coppia con quella che Sanchez si è mangiato nell’area dell’Inter, dopo una “piroetta” e un tiro troppo alto e forse troppo violento: sarebbe bastato un tocco morbido per costringere i campioni d’Italia all’inseguimento, cambiando gli equilibri della ripresa.
Insomma, non è spietata l’Udinese, a cominciare dalle movenze di un centravanti come Floro Flores che troppe volte svaria, agendo quasi da punta aggiunta, invece di presidiare il cuore dell’area. Non è spietata e, forse emozionata, sbaglia qualche gol di troppo. Un “difetto” in attesa di scoprire la vera anima di questa squadra.
I commenti dei lettori