De Gendt, un’aquila sullo Stelvio
Giro d'Italia, arriva a due passi dalla maglia rosa, Rodriguez la difende, Basso si arrende. Ora il favorito è Hesjedal

PASSO DELLO STELVIO. Il Giro trema sotto i colpi di un belga in fuga dall’inizio della tappa di Mortirolo e Stelvio. Thomas De Gendt conquista Cima Coppi e per qualche minuto è maglia rosa. Alla fine il suo distacco in classifica è di 2’18”, troppo, nonostante la propensione per il tic-tac, per operare oggi il sorpasso nella crono di Milano. In maglia rosa resta ancora Rodriguez, che invece a cronometro va maluccio: lo spagnolo fa... il portoghese nella salita dello Stelvio, succhia le ruote fino a 800 metri dall’arrivo, poi scatta, prende Scarponi, involatosi prima di lui, e guadagna una manciata di secondi sul pretendente alla Rosa di Milano, Ryder Hejsedal, capace di condurre (abbandonato da tutti) l’inseguimento di De Gendt da solo e ora indiziato di vittoria finale.
Aggiungiamo che al secondo posto di tappa arriva Cunego. Il quale, in qualità di “resto di fuga “, potrebbe anche fermarsi per dare una mano a Scarponi ma non lo fa. Ma da “resto di fuga” si comporta.
Polposa cronaca. La corsa apre le ali sul Mortirolo, dopo che il Tonale aveva visto passare una fuga folta - improbabile? - piena di gregari. Certo il nido delle aquile è lontano e la fuga preoccupa poco in chiave Stelvio, ma è tattica pura.
Da questa innocente fuga prendono però il largo Zaugg (tutto solo, il vincitore del Lombardia 2011), seguito da Serpa, Losada. Amador e Cataldo. Quando s'attacca Cima Pantani, sono già stati cacciati per “scia prolungata dietro le auto” un bel po' di corridori, tra i quali Guardini e Hunter. Nella salita vanno in fumo un bel po' di dischi della frizione delle ammiraglie, con corridori costretti a zigzagare (quando non a scendere di sella) tra le auto e la sensazione che l'organizzazione sia stata troppo indulgente con il seguito.
Vanno segnalati poi tre attacchi di Rodriguez, ai quali risponde in prima persona l'... onnipotente Hesjedal. E un attacco di Kreuziger tamponato in modo corale dal gruppo, (Ryder è lucido: di inseguire non ci pensa nemmeno e lascia che il ceko faccia).
Dice radiocorsa che Basso s'incatrami un paio di volte e ci crediamo (ha bruciato la squadra). Scarponi? Presente. La squadra di Ivan ferma dunque Cataldo per dare una mano al capitano dei ramarri, che sembra più Liqui che ...gas. Dal gruppo evade Cunego (dovrebbe fare il punto d’appoggio per Capitan Scarpoon) e inizia a dare la caccia ai primi. Ma siamo solo all'avvicinamento a Bormio, dove la tappa s'infiamma per 20 km, fino ad arrivare tra due muri di neve e qualche sciatore in attività.
A Bormio, nel profumo del pino cembro, passano Zaugg, poi Cunego, De Gendt, Izaguirre, Nieve, Amador,Kangert. In gruppo riposa la Katusha e tira la squadra di Hejsedal, che evidentemente si sente già in rosa. Bisognerebbe dirlo alla valanga di pseudo-inviati spagnoli e russi, spediti a intasare la sala stampa.
La corsa si spacca in due: davanti i cacciatori di tappa (più De Gent), dietro la “creme” di classifica, con il canadese della Costa Brava in veste di osservato speciale.
Il ribaltone.Ma qui i giochi si ribaltano. De Gendt molla di nuovo tutti (quelli in mezzo non contano) e inizia a rincorrere addirittura la maglia rosa, mentre i big non possono fare altro che sperare che il belga scoppi. Il problema è che si apre un secondo fronte: Gadret, il francese che ama il Giro, si spara in avanti e sogna, anche lui, in rosa, almeno per un giorno
Caporetto?. Hesjedal è circondato da lupi (lavora tu, che a noi scappa da ridere), deve fare tutto da solo e non ne ha la forza. Gadret cede, De Gendt no. Cedono anche Basso e Pozzovivo. Andiamo, è il tempo delle aquile. Basso fa la quaglia, parte Scarponi e pianta lì il canadese (e Purito El Drito, che gli succhia la ruota e poi andrà a fulminare lui e “Scarpoon”). Il resto lo sapete già.
Chiacchiere al traguardo se ne fanno tante. Ma oggi c’è la crono. Il favorito (per la classifica) è il canadese. Ma ieri si è stancato molto.
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