Riecco Zola dopo il sogno con Pozzo
Tre anni fa la finale per andare in premier con il Watford, ora si rimette in gioco in Italia col “suo” Cagliari

UDINE. Ha lasciato da signore, presentando una lettera di dimissioni alla società e pubblicandone un’altra ai tifosi, ringraziandoli per le emozioni condivise e spiegando loro che il Watford veniva prima di tutto. È stato dunque un commiato l’ultimo atto del rapporto tra l’attuale allenatore del Cagliari Gianfranco Zola e la famiglia Pozzo, una storia nata nell’estate del 2012 dall’intesa pattuita con un accordo sulla parola, e tramontata il 16 dicembre del 2013, quando Zola se ne andò senza sbattere la porta non avvertendo più gli stimoli necessari, e forse neanche la fiducia, per proseguire da allenatore sulla panchina del club inglese seguito con attenzione da Gino Pozzo, trasferitosi a Londra.
In mezzo a questa breve ma intensa storia condotta all’insegna dei migliori propositi, Zola e i Pozzo hanno condiviso un sogno chiamato Premier League, e con esso un salto a piè pari nell’èlite del calcio inglese, là dove i milioni di sterline affluiscono copiosi e che, in caso di promozione degli “Hornets”, avrebbero potuto anche ristabilire le gerarchie tra le consorelle Granada e Udinese.
Sogno infranto. Invece Zola si è trovato suo malgrado protagonista di una delle tante storie che nel calcio fanno da spartiacque, e che col senno di poi può essere stata la madre degli attuali problemi del club inglese. Tutto girò, e male, il 27 maggio del 2013, quando nella finale dei play-off della Championship a Wembley, il Watford perse di misura per 1-0, cedendo il posto in Premier a quel Crystal Palace che in campionato era arrivato quinto a cinque lunghezze dai gialloneri.
A infrangere il sogno, davanti all’intero stato maggiore dei Pozzo presente al gran completo, ci pensò il 39enne Kevin Phillips su calcio di rigore decretato all’ultimo minuto del primo tempo supplementare per atterramento di Cassetti ai danni di Zaha. Lì svanì il sogno, il Watford ricominciò la stagione successiva ancora dalla Championship e Zola abdicò a metà dicembre dopo 5 sconfitte consecutive, in un periodo tra l’altro delicato anche per l’Udinese, con Guidolin prima, e Di Natale dopo, anch’essi sibillini su possibili ritiri anticipati.
Chi si rivede. «Questo sport non aspetta», scrisse Zola in quella famosa lettera ai tifosi, una regola anche di vita che ha fatto sua anche Zeljko Brkic, un altro ex che oggi cercherà di stoppare il ritorno dell’Udinese alla vittoria. Brkic ha fatto le valigie da poco, ha capito che tra Karnezis e Scuffet lo spazio era poco e il tempo stava volando via, e così ha chiesto di essere ceduto. L’Udinese lo ha girato in prestito al Cagliari, conservandone quindi la proprietà e con essa la possibilità di farlo rientrare alla base. Zola lo ha voluto pur sapendo che Zeljko a Udine ha avuto poca fortuna, con un’accentuata propensione agli infortuni. Preso dal Siena nel 2012, Brkic si è fermato 4 volte perdendo 27 partite per infortunio e disputandone 50 con l’Udinese.
Altri affari. Brkic a Cagliari è solo l’ultimo dei molti scambi fatti tra le due società. Nella lista di ex famosi si ricordano, tra gli altri, Pepe, Muzzi, Firicano, Branca, Marchetti, e portieri come Corti, Chimenti e Koprivec.
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