In Friuli i girini troveranno le pendenze più difficili
Verso il Matajur e soprattutto a Porzus e Valle percentuali anche sopra il 15%. Non avranno il fascino di Giau e Colle dell’Agnello, ma faranno molto male

UDINE. «Andate a vederla la tappa friulana del Giro» continuava a dire lunedì a Milano Enrico Gasparotto. Il friulano della Wanty Gobert vorrebbe tanto correrla la prossima corsa rosa sulle strade di casa. Intanto dispensa consigli agli amici. Nibali su tutti.
Perché il casarsese sa che in Friuli le salite, non serve scomodare lo Zoncolan, sono toste.
E allora divertiamoci a confrontarle le salite friulane con due colossi: il Passo Giau, grande protagonista della tappa del giorno dopo, e il Colle dell’Agnello, cima Coppi 2.744 metri in programma nella terzultima tappa.
Lasciamo stare il “piccolo Matajur” da Savogna, prima salita della Palmanova-Cividale del 20 maggio, e la più leggera salita di Drenchia. Concentriamoci sulle due ultime asperità: Porzus e Valle da Canal di Grivò.
Non sono lunghe, rispettivamente 8,7 ed 6,2 km, ma toste. Verso il paesino della Madonna del Falcetto la pendenza media è dell’8,9%. Poi, dopo la chiesetta, tre strappi micidiali all’altezza delle antenne con pendenze superiori al 16% per quasi un chilometro complessivo.
Ecco, cartine alla mano, quel tratto di strada dopo le antenne sarà il punto più difficile del prossimo Giro d’Ialia, almeno per quanto concerne le pendenze delle salite.
Solo il Muro del Gatto, inedito e ultimo km proprio del tappone dolomitico propone qu8alcosa del genere. Ma sono gli ultimi metri di tappa, insomma puoi limitare i danni. Dopo Porzus no.
E Valle? Dopo 1,7 km c’è un tratto al 13%, duro ma breve, il resto dell’ascesa si attesta su una pendenza media di poco inferiore all’8%.
I cicloamatori friulani lo sanno: fatta Porzus, si possono tranquillamente scalare tutte le salite dolomitiche, anche la Marmolada, la grande assente del tappone del 21 maggio. Il Giau? Il Colle dell’Agnello tra Piemonte e Francia? Due mostri sacri, ci mancherebbe. Quelle sono salite mitiche.
Lunghe, spaccagambe, dove anche l’alta quota può giocare brutti scherzi su atleti che si danno battaglia per staccarsi magari solo di pochi secondi. Ma in Friuli pendenze idonee ad attacchi tosti ci sono eccome.
In salita... e in discesa. Quando un grande specialista come Nibali vedrà la discesa verso Campeglio da Valle chissà cosa penserà.
@simeoli1972
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