Insulti razzisti all’avversario: squalificato per dieci giornate
Un albanese degli allievi sperimentali del Cjarlins Muzane se la prende in campo con un rivale di colore. Il responsabile giovanile Smilzotti: «Ora la sanzione sarà aggravata secondo il nostro codice interno»

Gli episodi di razzismo, purtroppo sempre più diffusi nel mondo di calcio anche nelle categorie giovanili, non sono più circoscritti a offese dei “bianchi” contro i rappresentanti di altre etnie.
La riprova che la problematica sta assumendo contorni universali arriva dalla squalifica per 10 giornate inflitta a un giocatore albanese degli allievi sperimentali (ragazzi del 2000) del Cjarlins Muzane, reo di aver rivolto «dopo un contrasto di gioco – si legge nel dispositivo del giudice sportivo – un’espressione gravemente offensiva a contenuto discriminatorio, seguita da un’altra espressione ingiuriosa, nei confronti di un calciatore avversario di colore, di origine straniera, provocando la reazione di quest’ultimo, che offendeva a sua volta l’avversario e veniva pure lui espulso».
Per lui 2 giornate di stop. La condotta posta in essere dal giocatore del Cjarlins Muzane «integra inequivocabilmente – secondo il giudice – gli estremi del comportamento discriminatorio per motivi di razza, punito con la squalifica per almeno dieci giornate di gara o, nei casi più gravi, con una squalifica a tempo determinato».
Conferma l’accaduto il responsabile del settore giovanile arancioceleste Claudio Smilzotti. «Purtroppo – ammette – il ragazzo si è lasciato scappare una frase infelice sul colore dell’avversario. Ora applicheremo nei suoi confronti il nostro codice interno con un ulteriore aggravio della sanzione, che serva da esempio a tutti gli altri componenti il nostro vivaio».
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