La Gsa domina all’inizio, poi si ferma sul più bello: ko contro Jesi
Basket A2, non arriva la sesta vittoria di fila. L’Apu gioca malissimo gli ultimi due quarti. Veideman in serata no
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UDINE. Altro che sesta di fila, la Gsa buca la partita con Jesi dominata all’inizio (avanti anche di 18 punti a inizio secondo quarto) e poi persa con due quarti giocati malissimo, con le polveri più che bagnate e un Veideman in serata ultranegativa.
Perde solo di due (68-70) con Dykes che sbaglia pure il canestro dell’overtime, ma si smarrisce nel finale.
Eppure l’inizio di Udine è più incoraggiante con un Benevelli in spolvero.
Air-ball da tre e poi? Dieci punti praticamente di fila con due triple, insomma classico ex che produce.
Jesi tiene il passo tre minuti, poi va sotto di brutto perchè pure Veideman e Dykes paiono in serata così come il prof. Mortellaro, un fattore da sotto canestro: 23-9 a 3’ dalla fine del quarto.
Jesi però non va sottovalutata perché ha in Brown e Hasbrouck due signori Usa, tra i migliori della A2.
Ma Udine è in fiducia, quando corre è immarcabile, anche se Mortellaro sbaglia un contropiede fatto, Benevelli tira un altro air-ball e i marchigiani limano un po’ con due triple, manco a dirlo made in Usa: 25-15 alla prima sirena.
Secondo quarto? Gsa formato orologio svizzero: uno spettacolo. Dalla panchina Lardo può far uscire Diop e il ritrovato Pellegrino, Jesi è aggrappata ai titolari. Risultato: 33-15 al 13’.
Udine però quando cala il ritmo spesso perde il bandolo della matassa e così la formichina Jesi piazza un parziale di 7-0 che tiene vivo il match: 33-22 interrotto solo da un viaggio in lunetta di Veideman.
La Gsa, tuttavia, s’inceppa: d’un tratto si mette a perder palloni a raffica, a non far girare bene la palla, a non fare più canestro, ad allentare le maglie della difesa.
Pericoloso in un campionato comunque equilibrato. Marini on-fire (14 punti all’intervallo) riporta i suoi a meno 8 (37-29), Lardo chiama time-out, rimette Dykes e Mortellaro, niente.
Gli ospiti vanno all’intervallo lungo solo sotto di 6 (41-35).
Come dire: Udine si ritrova con un pugno di mosche in mano dopo aver dominato per quasi 15’ forse pensando, mai farlo, di aver già vinto.
Si riparte: Jesi va anche a -2 (46-44), la Gsa è paralizzata, irriconoscibile, ora sono gli ospiti a difendere e andare in contropiede anche con Marini, in versione americana aggiunto, fa addirittura prove di sorpasso.
Impensabile dopo i primi 15’, ma è il basket. E quando Veideman sbaglia due triple comode il sorpasso arriva con Hasbrouck 46-47.
Udine non dà bei segnali, è pure presuntuosa quando Veideman in contropiede rinuncia a un comodo canestro per far schiacciare al volo Dykes che poi sbaglia.
Poi accade qualcosa di importante. Diop prende un vitale rimbalzo in attacco, Pinton segna da tre, Brown, fermando in contropiede Raspino, si becca il secondo antisportivo e da regolamento viene espulso.
Così Udine rifiata a più 4 (51-47) a 4’ dalla fine del quarto, ma continua a inanellare palle perse e Veideman che spadella da tre (4 su 21 di squadra dopo 30’).
Jesi torna a meno due, un 2 più 1 di Diop illude, Piccoli da 9 metri da tre allo scadere fa gelare il Carnera: 56-54.
Gli ospiti sono in striscia, la Gsa è paralizzata, si fa soffiare rimbalzi a raffica, in attacco manca la fluidità invocata da Lardo. Se non si sveglia Veideman la sesta vittoria di fila è una chimera.
Perché Jesi pareggia subito 58-58 e mette la freccia con Hasbrouck (60-61).
Udine sbaglia tutto, tiri, difesa, e quando il carneade Massone irride tutti e segna da sotto pare l’anticamera della fine.
Si gioca punto a punto, ma Udine ha 5 su 29 da tre (Veideman 0 su 6) e affonda grazie al piazzato dall’angolo di Rinaldi, uno che quel tiro lo segna.
Quando Pinton regala il meno 3 con una tripla a 6’ dalla fine, è troppo tardi.
A 4” Diop dalla lunetta porta Udine a meno due, sbaglia apposta il secondo, Dykes prende pure il rimbalzo, ma sbaglia il pari. Sconfitta 68-70.
Perché una squadra che non è in serata da tre continua a tirare da tre? Perché un’involuzione così con 11 punti nell’ultimo quarto? Perché Benevelli non è più entrato?
Servirà a crescere, ma è una brutta botta. Perché quel finale di partita deve far riflettere. E molto.
Perde solo di due (68-70) con Dykes che sbaglia pure il canestro dell’overtime, ma si smarrisce nel finale.
Eppure l’inizio di Udine è più incoraggiante con un Benevelli in spolvero.
Air-ball da tre e poi? Dieci punti praticamente di fila con due triple, insomma classico ex che produce.
Jesi tiene il passo tre minuti, poi va sotto di brutto perchè pure Veideman e Dykes paiono in serata così come il prof. Mortellaro, un fattore da sotto canestro: 23-9 a 3’ dalla fine del quarto.
Jesi però non va sottovalutata perché ha in Brown e Hasbrouck due signori Usa, tra i migliori della A2.
Ma Udine è in fiducia, quando corre è immarcabile, anche se Mortellaro sbaglia un contropiede fatto, Benevelli tira un altro air-ball e i marchigiani limano un po’ con due triple, manco a dirlo made in Usa: 25-15 alla prima sirena.
Secondo quarto? Gsa formato orologio svizzero: uno spettacolo. Dalla panchina Lardo può far uscire Diop e il ritrovato Pellegrino, Jesi è aggrappata ai titolari. Risultato: 33-15 al 13’.
Udine però quando cala il ritmo spesso perde il bandolo della matassa e così la formichina Jesi piazza un parziale di 7-0 che tiene vivo il match: 33-22 interrotto solo da un viaggio in lunetta di Veideman.
La Gsa, tuttavia, s’inceppa: d’un tratto si mette a perder palloni a raffica, a non far girare bene la palla, a non fare più canestro, ad allentare le maglie della difesa.
Pericoloso in un campionato comunque equilibrato. Marini on-fire (14 punti all’intervallo) riporta i suoi a meno 8 (37-29), Lardo chiama time-out, rimette Dykes e Mortellaro, niente.
Gli ospiti vanno all’intervallo lungo solo sotto di 6 (41-35).
Come dire: Udine si ritrova con un pugno di mosche in mano dopo aver dominato per quasi 15’ forse pensando, mai farlo, di aver già vinto.
Si riparte: Jesi va anche a -2 (46-44), la Gsa è paralizzata, irriconoscibile, ora sono gli ospiti a difendere e andare in contropiede anche con Marini, in versione americana aggiunto, fa addirittura prove di sorpasso.
Impensabile dopo i primi 15’, ma è il basket. E quando Veideman sbaglia due triple comode il sorpasso arriva con Hasbrouck 46-47.
Udine non dà bei segnali, è pure presuntuosa quando Veideman in contropiede rinuncia a un comodo canestro per far schiacciare al volo Dykes che poi sbaglia.
Poi accade qualcosa di importante. Diop prende un vitale rimbalzo in attacco, Pinton segna da tre, Brown, fermando in contropiede Raspino, si becca il secondo antisportivo e da regolamento viene espulso.
Così Udine rifiata a più 4 (51-47) a 4’ dalla fine del quarto, ma continua a inanellare palle perse e Veideman che spadella da tre (4 su 21 di squadra dopo 30’).
Jesi torna a meno due, un 2 più 1 di Diop illude, Piccoli da 9 metri da tre allo scadere fa gelare il Carnera: 56-54.
Gli ospiti sono in striscia, la Gsa è paralizzata, si fa soffiare rimbalzi a raffica, in attacco manca la fluidità invocata da Lardo. Se non si sveglia Veideman la sesta vittoria di fila è una chimera.
Perché Jesi pareggia subito 58-58 e mette la freccia con Hasbrouck (60-61).
Udine sbaglia tutto, tiri, difesa, e quando il carneade Massone irride tutti e segna da sotto pare l’anticamera della fine.
Si gioca punto a punto, ma Udine ha 5 su 29 da tre (Veideman 0 su 6) e affonda grazie al piazzato dall’angolo di Rinaldi, uno che quel tiro lo segna.
Quando Pinton regala il meno 3 con una tripla a 6’ dalla fine, è troppo tardi.
A 4” Diop dalla lunetta porta Udine a meno due, sbaglia apposta il secondo, Dykes prende pure il rimbalzo, ma sbaglia il pari. Sconfitta 68-70.
Perché una squadra che non è in serata da tre continua a tirare da tre? Perché un’involuzione così con 11 punti nell’ultimo quarto? Perché Benevelli non è più entrato?
Servirà a crescere, ma è una brutta botta. Perché quel finale di partita deve far riflettere. E molto.
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