UDINE. «Pioli è un abile stratega e per Velazquez sarà un primo esame di italiano». Parla di allenatori Giancarlo De Sisti, il “Picchio” nazionale che da giocatore vinse l’Europeo a fianco di Gigi Riva e Dino Zoff nel 1968, giocando poi l’indimenticabile Italia-Germania 4-3 di Messico ’70 e che dopo, una volta intrapresa la carriera da allenatore, guidò la Fiorentina prima di arrivare a Udine nel 1986, con i bianconeri penalizzati di 9 punti. Fu lui la prima scelta e quindi il primo allenatore dell’era Pozzo.
De Sisti, prima dell’attualità è doveroso chiederle l’effetto amarcord al ricordo della sua esperienza friulana...
«Definirei toccante il mio rapporto con Udine. Ricordo la partecipazione e i valori morali della gente, le lacrime spese insieme ai tifosi per quel tentativo di salvezza sfumato. I friulani mi ha dato moltissimo».
Da quel 1986 a oggi la gestione Pozzo ne ha fatti di passi in avanti. Visto che gioiellino lo stadio dell’Udinese?
«Non di persona, spero di venirci presto, ma per me l’intraprendenza di Pozzo non è mai stata una sorpresa. È sempre stata una proprietà attenta e partecipativa e fin da allora i conti dovevano tornare. Il salto di qualità è stato fatto con lo scouting di talenti».
De nuovi bianconeri chi l’attira?
«De Paul dovrà fare come Bruno Conti, togliersi un paio di dribbling e dare via prima la palla. Quando ero alla Roma Bruno era nella Primavera e quando veniva ad allenarsi in prima squadra veniva preso in giro per le troppe finte e dribbling. Gli dissi che sarebbe arrivato lontano sei si fosse tolto un paio di dribbling».
La Viola invece punta su Chiesa e Simeone ...
«Chiesa sarà uno dei pilastri del calcio italiano e Simeone timbra spesso il cartellino. A Firenze i grandi giocatori non sono mai mancati».
Restando in tema, la Fiorentina come può collocarsi nel panorama della serie A?
«È la squadra della speranza, che già contro l’Udinese è attesa a un esame dopo i sei gol rifilati al Chievo. La disgrazia della scomparsa di Astori ha compattato gruppo e ambiente e la Viola sa tirar fuori l’anima».
L'Udinese arriva carica e con una nuova mentalità.
«Sarà un esame tosto per Velazquez, che ha appreso il calcio di Guardiola, come molti altri suoi colleghi italiani che lo hanno studiato, ma che adesso dovrà confrontarsi con la tattica italiana, un banco non facile. Da questo punto di vista la sfida con Pioli sarà un esame, perché Pioli ne ha vinte di partite curando le sfumature, giocando su difetti delle avversarie. Sono curioso di vedere chi dei due attuerà i pressing nelle zone settoriali e per questo credo che sarà una partita intensa».