È costretto ad alzare bandiera bianca per la pandemia pure il rally del Piancavallo

aviano
Il 2020 sarà ricordato anche come l’anno che è stato in grado di inginocchiare il mondo delle quattro ruote e del motorsport. In Friuli Venezia Giulia, dopo la Verzegnis-Sella Chianzutan, il Rally Valli della Carnia, il Rally del Friuli Venezia Giulia e l’Italian Baja, anche il Rally Piancavallo è stato costretto ad alzare bandiera bianca e dare appuntamento a equipaggi e appassionati al 2021. Dopo le tre gare della provincia di Udine, anche le due prove della Destra Tagliamento hanno preferito pensare all’edizione del prossimo anno. Il “Pianca” si sarebbe disputato il 24 e il 25 ottobre. Sarebbe stato aperto alle auto moderne e storiche e sarebbe stato valido come ultima tappa dell’Irc. Inoltre, si sarebbe svolto solo una settimana dopo la tappa del Giro d’Italia.
A riguardo, la contemporaneità con la grande corsa ciclistica e, soprattutto, con il Rally Due Valli di Verona, tappa del tricolore assoluto di specialità, più del protocollo sanitario imposto da Aci Sport hanno spinto gli organizzatori a dare l’arrivederci al 2021. È questo ciò che sostiene il presidente della Knife Racing di Maniago, l’associazione che imbastisce la gara: «Abbiamo cercato fino ad oggi di trovare una soluzione, che però non si è palesata – ha spiegato Stefano Lovisa –. Siamo ben consapevoli dell’importanza dell’evento per il territorio in termini d’immagine e di ricadute economiche e turistiche ma nell’attuale contingenza sono così forti gli ostacoli che riteniamo sia più saggio desistere e ripresentarci nel 2021».
Sulla stessa linea d’onda il numero uno dell’Aci locale Corrado Della Mattia: «Non vi sono le condizioni necessarie per approntare la gara nello stile e nella dimensione del Piancavallo – ha dichiarato –. La congiuntura sanitaria ed economica è molto difficile, siamo quindi consapevoli per quest’anno di dover fare un passo indietro, come del resto hanno deciso la stragrande maggioranza delle competizioni automobilistiche in Italia». Lo si è visto soprattutto in Friuli, con cinque gare che hanno preferito farsi da parte. Resiste per ora solo la Cividale-Castelmonte, cronoscalata in programma ad ottobre. —
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