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Il Carnico rischia un secondo anno di stop

Il Covid, i protocolli che limitano chioschi e tifosi, la possibile fuga dei giocatori: complicato allestire un campionato ridotto

2 minuti di lettura

TOLMEZZO

Sabato 19 ottobre 2019, più di un anno fa. Una data che sembra ormai lontanissima quella dell’ultima partita del Campionato Carnico: si giocò a Verzegnis, era la finale della Supercoppa che vide la vittoria del Cavazzo sul Villa per 2-0 (autorete di Moroldo e raddoppio di Dionisio), con la formazione viola che firmò poi il “triplete”, aggiudicandosi anche il campionato (per la sesta volta) e la Coppa Carnia (5-1 al Villa). Poi il nulla: sul palcoscenico è calato il buio, con l’entrata in scena del Covid-19 che portò all’annullamento del Carnico 2020. Anche se la Delegazione di Tolmezzo della Figc, attraverso il suo delegato Marino Corti, aveva cercato (e individuato) valide alternative sulla decurtazione del calendario, ma garantendo un campionato “normale”.

Si era pensato a un “Torneo di Vallata”, com’era accaduto nel 1976, dopo il terremoto, con gironi non propriamente legati alla vicinanza geografica o lo sdoppiamento delle categorie in due gironi, con play-off e play-out finali, ma le speranze si son fatte sempre più flebili sino alla definitiva decisione di rinviare il tutto al 2021: una resa storica, perchè mai si era deciso per uno stop nelle precedenti 69 edizioni. Ma immaginare il Carnico senza chioschi e senza pubblico era davvero inimmaginabile, anche (e soprattutto) perchè avrebbe provocato un danno economico pesantissimo alle società e all’intero movimento.

Scenari, tuttavia, che non si escludono per il Carnico 2021, che dovrà però scontrarsi con ulteriori difficoltà quali l’osservanza dei protocolli, la reperibilità degli sponsor, l’assunzione di responsabilità da parte di presidenti e dirigenti. E poi, quanti giocatori daranno la loro disponibilità in tempi di pandemia? Domande che abbiamo girato a qualche primo dirigente. «Pur di fronte alla sospensione – precisa il presidente del Cavazzo, Dario Zearo – la società aveva deciso di proseguire nell’attività a livello di prima squadra e settore giovanile, ma esclusivamente per quanto concerne gli allenamenti, nella scrupolosa osservanza dei protocolli sanitari. Il peggioramento della situazione mi ha però indotto a chiudere tutti gli impianti. Per la prossima stagione il Cavazzo potrà contare su tutto il suo apparato, nella speranza che a livello sanitario ci siano delle aperture e che la pandemia quantomeno si ridimensioni. Sperando magari nel vaccino».

Improntate a un moderato ottimismo le sensazioni del presidente del Paluzza, Simone Maier: «A livello di squadra penso che non ci saranno problemi, vista la fame di calcio che si respira nell’ambiente. Ci saranno grosse difficoltà per quanto riguarda la disponibilità dei dirigenti. Poi ci dovranno essere delle autorizzazioni mirate per quanto riguarda la gestione dei chioschi e la presenza dei tifosi sugli spalti, condizioni essenziali per la prosecuzione dell’attività».

Per il presidente della Velox, Fabio Revelant, tutto dipenderà dall’evolversi della pandemia e da una maggiore chiarezza sulle responsabilità: «Non dovranno lasciarci soli – puntualizza –, non siamo preparati a questa gravosa eventualità. E dovremo fare i conti con la certa disaffezione da parte di più di qualche giocatore. E se ci saranno anche, come prevedibile, delle limitazioni per chioschi e tifosi penso che il Carnico 2021 avrà grossi problemi a ripartire». —



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