Nobile e quel cruccio che lo tormenta: «Non posso giocare e aiutare la mia Apu»
La guardia di Basiliano dopo l’infortunio a Piacenza sarà out tre settimane. «La crisi? La supereremo con il lavoro»

Non è iniziato nel migliore dei modi il 2021 per l’Apu Old Wild West, con cinque sconfitte consecutive e ora con la tegola dell’infortunio che terrà fuori per tre settimane Vittorio Nobile, uno dei “senatori” dello spogliatoio bianconero.
“Vito”, da buon friulano, è molto legato a questa divisa, e soffre parecchio a non poter dare il suo contributo alla squadra nel momento più delicato.
Nobile, come sono le sue condizioni?
«Sinceramente temevo molto peggio. La sensazione che ho avuto al momento dell’infortunio è stata brutta, pensavo di essermi fatto veramente male. Alla fine starò fermo una ventina di giorni, posso dire di essere un po’ sollevato».
Come ci si sente a non poter aiutare la squadra in un momento così complicato?
«È qualcosa che moralmente mi abbatte. Io vorrei essere lì, ad aiutare i compagni nel miglior modo possibile: un rimbalzo, una difesa, due minuti di cambio all’americano. Tutto ciò che il coach mi chiede. Guarderò la squadra dalla panchina, la inciterò e cercherò di essere comunque d’aiuto, anche solo con un consiglio ai più giovani».
Come si spiega questo momento no?
«Dare una motivazione secca è difficile. Abbiamo analizzato tutte le partite perse: una è stata colpa nostra, una è per merito degli avversari, una volta abbiamo avuto sfortuna e alla fine dei conti tutto è sempre girato a favore degli altri. Abbiamo iniziato a perdere quanto è arrivato il virus, che ha influito. La cattiveria messa in mostra a Piacenza, secondo me, è già un buon inizio. Alla fine nello spogliatoio ho visto facce tristi, ma c’era consapevolezza di essere sulla strada giusta».
Dalla crisi come si esce?
«Penso che il messaggio che ci sta dando Boniciolli da quando abbiamo cominciato sia il migliore: il lavoro paga sempre, non dobbiamo buttarci giù».
Sotto accusa c’è la difesa, subiti troppi punti.
«La sensazione che abbiamo dal campo è che qualsiasi cosa noi facciamo, gli altri riescono a fare canestro».
In attacco, invece, vi affidate troppo al tiro da tre.
«Noi siamo sempre stati una squadra pericolosa da fuori. Ovviamente se la percentuale cala, cambia l’andamento della partita: se segni entri in fiducia, sbagliando l’avversario si chiude e gioca sulle tue debolezze. Siamo bilanciati fra gioco interno e gioco esterno, solo che nelle ultime partite le assenze, compresa quella di Amato, hanno permesso agli avversari di chiudersi». —
I commenti dei lettori