Canciani si fa sentire: «No a frasi slavofobe»
Il presidente della Figc regionale solidale col Sovodnje dopo l’episodio avvenuto a Tapogliano sul campo del Torre
M.F.
udine
«Non c’è spazio nel nostro mondo per chi proferisce frasi simili. Ho già sentito il presidente del Sovodnje Tomsic per esprimergli la vicinanza della Figc e la nostra ferma condanna nei confronti di chi ha espresso quelle parole inaccettabili». Il presidente della Figc regionale Ermes Canciani non usa mezzi termini il giorno dopo l’episodio che ha fatto indignare molti e verificatosi nel corso del match del girone E di Seconda categoria Torre-Sovodnje: dagli spalti del comunale di Tapogliano, una donna ha urlato ai giocatori del team espressione della comunità linguistica slovena «qui non si parla sloveno, si parla italiano», come denunciato dal numero 1 della società ospite Ladi Tomsic.
Nel dopo-partita Tomsic era stato chiaro: «Si tratta evidentemente di una persona ignorante ma non si può non condannare un episodio simile: individui del genere vanno isolati, nel 2021 ognuno deve essere libero di esprimersi nella lingua che preferisce». Un punto di vista del tutto appoggiato dal presidente Canciani: «Non voglio ci siano fraintendimenti, il segnale che intendo lanciare vuole essere forte – dice – non possiamo permetterci di dover correre dietro a quattro stupidi che infestano il mondo del calcio dilettantistico: dobbiamo isolarli, e pure in modo netto». Poi Canciani sottolinea: «La società ospitante ovviamente non ha colpe: non può essere responsabilità del club se qualche spettatore pagante dice delle idiozie. Come ho detto ai vertici del Torre, invito la società a isolare quella persona nel caso in cui si venga a sapere chi sia. La condanna della Figc regionale nei confronti di chi ha detto quella frase è netta, senza se e senza ma». Un fenomeno, quello della slavofobia, che si sta manifestando troppo spesso ultimamente sui campi regionali, con episodi che nelle scorse settimane hanno bersagliato anche un’altra società della comunità linguistica slovena, il Mladost: «Si, ed è un fenomeno che ci preoccupa molto – conferma Canciani – perché purtroppo c’è un’evidente recrudescenza in questo senso, sui campi dei campionati giovanili ma non solo. Per questo bisogna porre un argine evidente di fronte a questi fenomeni: la condanna di tutti deve essere forte». —
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