Udinese-Lecce: i tifosi spingono i bianconeri fino alla fine, ma è un po’ amaro il compleanno dell’Ajax
Zebrette in campo a distanza di 25 anni esatti dalla mitica sfida con gli olandesi. In curva c’è chi ha ricordato quella magnifica serata
SIMONE NARDUZZI
Gli «olè!» dello stadio a scandire ogni nome, anche quello degli sponsor tecnici. Venticinque anni dopo, venticinque stagioni dalla serata di Udinese-Ajax, risuona ancora la voce del Friuli. Del nuovo Friuli. Sempre all’annuncio della formazione, quindi, urla il popolo bianconero.
A tradirlo un po’ di emozione, rilevabile in quei volti segnati da qualche ruga. I volti di chi, all’epoca, c’era. «Avevo vent’anni – ricorda allora Moreno Saccavini, fra i presenti in quella serata magica – ho ancora in mente le bandierine che sventolano prima della partita, solo a pensarci mi vengono i brividi».
Quelli citati in un celebre coro al momento in cima alle hit degli ultras friulani. Eppure, ci viene spiegato, non c’è paragone fra quell’evento di Coppa e qualsiasi appuntamento venuto in seguito. «Dopo l’arrivo di Zico – spiega così un altro supporter, Michele Caporale – c’è Udinese-Ajax. È stato qualcosa di unico, al di sopra di ogni altra partita».
Scava nella memoria, la tifoseria. Eppure, è sempre la stessa immagine a emergere: quelle bandierine mosse a ritmo di musica. «La mia è a casa – rivela Stefano Negri – un po’ scolorita, ma sempre bella».
Durante la sfida al Lecce, dunque, altre bandiere, meno consunte, garriscono sotto l’arco dei Rizzi. Pronti via e gli ospiti colgono il palo. È un sussulto che non accende tuttavia il match: occorre infatti attendere il 22’ per un nuovo guizzo, stavolta ad opera dei padroni di casa.
Sono gli ospiti però a passare, alla mezz’ora, grazie al gol messo a segno da Colombo. «Sempre insieme a te, comunque vada», intona, indomita la Nord. Walace, quindi, si divora il pari. Così il Lecce sfiora persino il raddoppio, un nuovo legno a opporsi, allo scadere del primo tempo.
È scoraggiato, pertanto, il tifo bianconero durante il break. A dissipare il malumore ci prova Beto, in rovesciata, trovando l’opposizione della retroguardia giallorossa. Il portoghese chiede il sostegno della sua gente, sbracciandosi in direzione della Nord. Che risponde, spinge. Si sfoga sul rigore negato a Deulofeu. Inveisce per la frustrazione.
Sottil, messo alle strette, si gioca la carta Success. Il nigeriano fa subito capire quale livello di intesa lo leghi a Beto, tanto da servigli con “successo” l’assist per l’1-1.
«Noi vogliamo questa vittoria», insiste il Friuli. Il Lecce prova a pungere, Deulofeu ricambia la cortesia sfiorando il palo in contropiede. Il punteggio, ad ogni modo, non si sblocca. Per quanto entrambe le formazioni ci credano. Per quanto la Curva si sgoli.
Scorrono i minuti, Pereyra spreca la rete del sorpasso. Arriva quindi il triplice fischio. Dopo il quale la formazione di mister Sottil esce comunque fra gli applausi. Colonna sonora il canto, imperituro dei sostenitori della Zebretta.
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