Reja, il vecchio leone di Lucinico sfida l’Italia
Mercoledì a Tirana amichevole per l’Italia con l’Albania di Edy. Il contratto del ct è in scadenza a dicembre, futuro incerto
Pietro Oleotto
Lo stadio è un’arena ultra moderna al centro della capitale: l’Arena Kombetare, la casa dell’Albania guidata da un friulano di Lucinico, Edy Reja. Letteralmente l’Arena Nazionale, che – potete del denaro – si è venduta a uno sponsor, come capita sempre più spesso nel calcio di oggi. Poco male, l’indicazione geografica d’origine è stata salvaguardata da Air Albania Stadium, una “navicella spaziale” composta da 21.690 seggiolini rossi e sovrastata dal una torre che la domina e riflette i raggi del sole con le sue finestre a specchio.
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DOPPIO APPUNTAMENTO
Lì arriverà la Nazionale di Robero Mancini stasera (niente rifinitura in loco, solo una conferenza stampa alle 19.15) per preparare la prima delle due amichevoli che chiuderanno l’anno solare, domani contro l’Albania, l’altra è prevista per domenica, sempre alle 20.45, a Vienna con l’Austria. Un doppio appuntamento mesto, pensando a quello che sta succedendo nelle altre parti del pianeta, con le migliori 32 nazionali in fibrillazione per l’inizio dei Mondiali in Qatar. Tra queste non c’è l’Italia, nonostante il titolo europeo sul petto, una sorta di record delle eliminazioni brucianti. Una storia fatta di inutili pareggi, rigori sbagliati, un pizzico di presunzione e tanta paura durante gli spareggi (cannati). Tutta roba da mettere da parte, nel bagaglio.
Così oggi nella capitale albanese atterrerà proveniente da Coverciano, via Firenze (partenza alle 17.30 dopo un allenamento in mattinata sui campi del Centro tecnico federale), un’Italia con un passaporto giovane, seppur non senza sfumature di esperienza, vista la presenza di Bonucci, Acerbi e Verratti, mentre ieri è stato ufficialzzato il forfait di Toloi ed Emerson Palmieri per inserire altri due giovanotti come Parisi e Pinamonti che si aggiungono ai vari Scalvini, Miretti, Fagioli e al “worder kid” dell’Udinese, Simone Pafundi, 16 anni e appena 22 minuti di serie A sulle spalle.
EX UDINESI
È un laboratorio quello di Mancini, ovviamente: deve costruire la Nazionale del futuro e la carta d’identità conta. Sul documento c’è anche il luogo di nascita: ebbene, se Pafundi è nato a Monfalcone, non bisogna dimenticare che ci sono a disposizione altri quattro friulani in azzurro stavolta, i tre portieri dietro a Donnarumma, Alex Meret del Napoli, Guglielmo Vicario dell’Empoli e Ivan Provedel della Lazio (tutti ex Primavera dell’Udinese) mentre è tornato a casa Bryan Cristante da Casarsa.
IN SCADENZA
Chissà quanti di questi saranno messi alla prova dall’Albania di Reja, il primo ct friulano alla guida di una nazionale straniera che sfiderà l’Italia. Anni fa, quando Fabio Capello da Pieris era il commissario tecnico prima dell’Inghilterra e poi della Russia, gli incroci (anche quelli amichevoli) furono evitati, con Reja forse si è arrivati all’ultimo istante per una sfida “anima e cuore”.
A dicembre, infatti, il suo contratto con la federazione di Tirana scadrà, ma anche lui sta lavorando già per il futuro, come confermano le amichevoli della scorsa settimana disputate senza i tanti giocatori che disputano i campionati all’estero. Chissà che il vecchio leone di Lucinico non ruggisca ancora fino al prossimo Europeo.
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