Si ritira Asafa, re dell’atletica prima di Bolt e ambasciatore di Lignano
Alberto Bertolotto
La sua presenza ha fatto sì che la località venisse conosciuta globalmente, perlomeno tra gli appassionati di atletica. Ha dato spettacolo e ha prestato il suo volto per iniziative di beneficenza. È stato semplicemente un’icona. Il simbolo della Lignano che corre veloce ha detto stop. A 40 anni si è ritirato Asafa Powel, giamaicano, ex primatista mondiale dei 100 metri che in riva all’Adriatico, tra lo stadio Teghil e all’hotel Fra I Pini, si è allenato per più di dieci estati.
«Abbiamo fatto i conti assieme qualche giorno fa: sommando tutti i periodi, nella nostra struttura ha alloggiato per quattro anni e mezzo», ha sottolineato Marco Vaccari, proprietario dell’albergo in cui Asafa soggiornava. Dal 2006 al 2014, cioè fino alla squalifica di 18 mesi per doping, e nel biennio 2018-2019 lo sprinter faceva base a Lignano, richiamando curiosi, addetti ai lavori, giovani che si volevano avvicinare all’atletica. E il record del mondo che stabilì nel settembre 2007, quel favoloso 9’’74 stabilito a Rieti, l’aveva costruito proprio in riva all’Adriatico. Durò poco, perché già nella primavera del 2008 il suo connazionale, Usain Bolt, scese poi a 9’’72, tempo firmato poi anche da Asafa. Powell è stato un velocista di grandissimo spessore, autore del maggiore numero di tempi sotto i 10’’ al mondo (98!) ma incapace di esprimersi ad alto livello nelle grandi manifestazioni: il suo miglior risultato sono state le due medaglie di bronzo sui 100 ai mondiali di Osaka 2007 e Berlino 2009. Nella staffetta 4x100 ha messo in bacheca due titoli mondiali (2009 e Pechino 2015) e uno olimpico (Rio 2016). «Siamo sempre rimasti in contatto, ci sentiamo una volta al mese – ha raccontato Vaccari –. È diventato uno di famiglia, un buon amico. Arrivava a fine giugno e andava via a metà settembre.
A Lignano si è sempre allenato duro. Ricordo che abbiamo fatto solo due gite, una a Venezia e l’altra a Maranello». E del meeting Sport e Solidarietà di Lignano di Giorgio Dannisi è stato testimonial, correndo anche con i ragazzi disabili: «Lo faceva col cuore – ha ricordato l’organizzatore –. È stato trainante per la nostra gara, a cui ha partecipato, e per Lignano». Tornerà da queste parti? «Ha detto di sì, perché vuole mostrare alla sua famiglia dove spendeva le sue estati», ha chiuso Vaccari. In riva all’Adriatico saranno pronti ad accoglierlo a braccia parte.
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