Old Wild West vince contro Ravenna ma la squadra non convince: si salvano solo i due punti
Udine torna a vincere a Cesena ma addirittura soffre con la Cenerentola e continua a non convincere
Antonio Simeoli
Vince l’Old Wild West dopo la scoppola contro Pistoia, vince a Cesena contro Ravenna, manipolo di giovani volenterosi, ma continua a non convincere, perché dopo un avvio scintillante ricade nel solito tran tran della discontinuità e si inabissa rischiando di perdere con l’ultima in classifica. La squadra non c’è, almeno non c’è per il livello a cui dovrebbe competere. È sotto gli occhi di tutti.
Coach Boniciolli shakera il quintetto per quella che deve essere l’Apu riveduta e corretta dopo la scoppola con Pistoia. Sherrill, Briscoe, baby Fantoma, Esposito new look e Cusin dall’inizio. Isaiah è ispirato, segna lancia il contropiede per la schiacciata del baby e la partita è già bella che indirizzata. Nessuna meraviglia: Ravenna non può reggere l’impatto di una squadra ferita, che può aver problemi con due-tre rivali in Serie A2, ma non deve averne con avversari del genere. C’è una cosa che fa Udine in avvio, anche eccedendo con alley-oop, passaggi no-look eccetera: corre. Neanche la zona in cui i romagnoli si rifugiano subito ferma l’Apu di cui appare subito chiaro siano oggetto di analisi mentalità, variazioni tattiche (meno tiri da tre). Esempio: per settimane il coach si fasciava la testa sul senior da tener fuori (è ancora toccato all’infortunato Nobile), mentre in allenamento il giovane Fantoma dimostrava di meritarsi spazio. Ieri lo ha avuto e ha risposto come un veterano: bravo. Per fisico, tecnica e mentalità l’ala di proprietà di Trieste farà strada.
Fine primo quarto 23-9 per i ragazzi del West. Sempre per quel che si scriveva solo per impegno sufficienza per Gaspardo e Mian, due osservati speciali. Da annotare la panchina per Pellegrino, Mussini e Antonutti perché il mantra post scoppola è accorciare le rotazioni. Come dire, i problemi di Udine potrebbero risolversi per sottrazione. A volte accade nel basket, poco, ma accade.
Poi, per carità, occorrerà un altro crash test con una squadra vera per capire la reale competitività del pacchetto lunghi, quando avrà di fronte lunghi veri (oltre a Pistoia, Cantù e Cremona nell’altro girone ne hanno), e la capacità della squadra di Boniciolli governare i ritmi, vista la bizzarra soluzione estiva nel ruolo di play. Ma siccome questa strana Serie A2 è divisa in due tronconi, in attesa di test più probanti per ora bisogna accontentarsi d’un Fantoma extralusso, delle zingarate di Briscoe e Sherrill o del bell’atteggiamento in avvio della squadra di Boniciolli. Ecco, applicazione. Se per 15’ Udine è precisa e ordinata, come spesso accade, forse guardando il tabellone del punteggio rassicurante, forse per l’assenza di un metronomo vero, la squadra diventa arruffona in attacco e poco aggressiva in difesa. Risultato: con Pellegrino in campo solo a 3’ dalla fine del quarto, ma subito autore di una gran stoppata, l’Apu va al riposo “solo” avanti 47-36. Siamo onesti dai: prendere 27 punti in un quarto da una squadretta come Ravenna è delittuoso ed è questo, se questa squadra vuole davvero lottare per cambiare categoria, che continua a preoccupare. Questi “up e down” continui che danno ancora un’idea di fragilità. Con capitan Antonutti e Mussini ancora fuori dalle rotazioni, la partita riparte.
E Ravenna si fa sotto, perché l’Apu balbetta: 47-54 prima della metà di terzo quarto e poi 63-56 a due minuti alla fine. Possibile? Sì. Ravenna ci mette il cuore, quanto basta per mandare in confusione l’Apu in cui si salvano Sherrill e Briscoe che non saranno la coppia di americani meglio assortita del campionato, ma sanno fare canestro e difendere alla bisogna. Si riparte per l’ultimo quarto dal 66-58, il manipolo di generosi tifosi del Settore D canta a più non posso. Udine risponde con confusione, non segna più, se non con i due americani, e porta a casa una partita brutta, ma brutta forte, solo per la pochezza tecnica dei pur generosi rivali arrivati incredibilmente anche a meno a meno uno a due minuti dalla fine quando Gaspardo e Sherrill, per fortuna, fanno vedere la cosa più bella della serata: alley-oop e schiacciatona di AirCoseano che letteralmente vola. Un flash solo per far vedere ai tifosi dell’Apu quello che potrebbe essere e ancora non è.
Finisce 82-76 anche per i buoni uffici di Sherrill (20 punti per lui, 26 per Briscoe), che uccide la partita con una tripla. I due quarti finali di Udine a Cesena hanno spiegato bene perché la domenica prima la banda di Boniciolli ne aveva presi venti al Carnera con Pistoia. Risultato a parte, l’Apu, nemmeno con Mussini e Antonutti in panchina, convince ancora. Sarà per la prossima? Fra dieci giorni c’è il derby. Attenzione: giocando così saran dolori a Cividale.
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